Capitolo Undici

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Michael 

Questa ragazza è veramente strana. E' carina, sì.. ma è strana. Non che io non lo sia, ma andiamo... rimanere in astinenza di non uccidere qualcuno? Ma fa sul serio? 

Sono le sei del mattino. Gli occhi mi sistanno chiudendo da soli, mentre ad Ariel si sono chiusi da ormai molto tempo. Mi ha praticamente lasciato solo a sorvegliare il piano superiore, inconsciente forse del fatto che avrei potuto fare di tutto. Ma non feci granchè. Girovagai ovunque e spiai nelle stanze ogni tanto. La maggior parte del tempo l'ho impegata stando seduto ai piedi del letto della rossa e stando al telefono. Non ho idea di quello che stavano facendo Khris e Calum di sotto. 

Decido di scendere a prendere un bicchiere d'acqua, quando sento qualcuno borbottare pesantemente.

"Fottutissime ragazze. Se non fosse perché sono tenero l'avrei lasciata lì dov'era." Si lamenta quello che dovrebbe essere Calum.

Se non fosse perché sono tenero ... ma davvero? Quanto é ridicolo.

"Che hai?" Chiedo cercando di trattenere le risate, ma un sorriso esce comunque.

"Nulla." Dice quasi imbronciato.

"Potevi lasciarla benissimo dov'era." Dico indicando Khris, tra le braccia del moro, addormentata.

"Ariel si incazza, dovresti saperlo." Mi fulmina con lo sguardo.

"Non me ne fotte un cazzo se si incazza."

"Certo tanto non lo fa con te." Sbuffa e porta giú la ragazza.

Scuoto la testa alzando gli occhi al cielo bloccandomi sull'immagine che ho davanti, in cucina. Luke é alle prese con la sua unica pistola mentre Adrienne, seduta dall'altra parte del tavolo e totalmente concentrata sul suo telefono.

Sono deciso ad entrare, ma Luke sbatte la sua arma sul tavolo, risvegliando la ragazza dalla sua attenzione per la tecnologia.

"Che c'é?" Chiede Adrienne quasi interessata.

Non penso si siano accorti della mia presenza, visto che sono sullo stipite della porta e non si sono neanche girati un secondo per capire chi fossi. Ma resto a vedere che succede.

La ragazza infila il telefono nella tasca della sua felpa e alza lo sguardo sul biondo. Prende la sua arma e la carica in poco tempo, finendo o facendo il lavoro che avrebbe dovuto fare quel rincoglionito di Luke.

"Prego." Dice Adrienne senza voltargli neanche uno sguardo e cacciando il telefono dalla sua tasca, incominciando a digitare parole che non capisco da qui.

Luke alza lo sguardo sulla ragazza e subito la sua espressione si trasforma in un ghigno divertito e lussurioso, e subito dopo in uno quasi schifato. Nemmeno io sono tanto bipolare.

"Non... non sono bravo in queste cose." Arrossisce. Adrienne alza lo sguardi su di lui rivolgendogli un piccolo e falso, falsissimo sorriso.

"Mi aspettavo un qualcosa tipo un grazie." Tiene lo sguardo fisso sulla scatoletta elettronica.

"Hey. Sono il genio della tecnologia, non 'Mr ringrazio chi mi carica la pistola perché non ci riesco'." La ragazza ha gli occhi fumanti e socchiusi, mentre alza lentamente lo sguardo dal suo telefono a gli occhi dello stupido biondo.

"Sei serio? Non ci vuole una laurea per caricare una fottutissima pistola." Già mi piace sta ragazza. Si alza.

"E comunque tiratela di meno, fai più bella figura." Sputa e si  incammina verso di me, che sto quasi ridendo. Mi fulmina con lo sguardo e mi sorpassa, ma la seguo.

"Dagliela una possibilità." Rido ancora per come Adrienne lo abbia smerdato alla grande.

"Una possibilità per cosa, scusa?" Si blocca e si gira verso di me.

"Non so... un bacio, una scopata."

"Fai schifo. Mi rifiuto di darla a quello stronzo di ragazzo."

"Oh beh, nemmeno io lo farei. Ma é un bel ragazzo e -"

"Senti." Mi interrompe. "Non mi interessa quel ragazzo, né fisicamente né sentimentalmente. Non sei nessuno per venirmi a dire con chi provarci." Mi punta il dito contro.

"Sono un suo amico."

"Ah sí? Davvero? Sai, da cosa dicono gli altri sembra che lo tratti male dalla mattina alla sera quindi lo ripeto: non sei nessuno per venirmi a dire con chi provarci."

"Hai le mestruazioni, per caso?" Le dico mentre si gira per andarsene e mi rivolge il dito medio.

Scuotoa testa e sbuffo, tornando in cucina per il motivo per cui ero venuto in principio: un bicchiere d'acqua. Luke é ancora seduto al tavolo, con la faccia imbronciata, mentre é concentrato, come Adrienne prima, con suo telefono.

"É tosta la ragazza." Rido.

"Cosa? Sta zitto." Mi fulmina con lo sguardo mentre continuo a ridere.

"Fai davvero schifo con le ragazze." Prendo un sorso dal mio bicchiere e ingoio una pasticca di LSD. Ormai ne sono abituato.

"Parla quello che le uccide."

"Hey." Mi avvicino. "Non devi parlare del mio cazzo di lavoro, okay?" Gli punto il dito contro in un tentativo di minacciarlo.

"Minchia, scusa... che cazzo é? Siete tutti mestruati oggi?" Si alza e se ne va.

Nonostante quel minimo di mal di testa provocato dalla pasticca, salgo le scale ed entro nella camera di Ariel, stendendomi accanto a lei. Non mi importa se poi mi ucciderà o mi torturerà, voglio dormire con lei adesso.

"Papà, stai fermo!"  Urlo a lui che sta violentando mia sorella davanti ai miei occhi.
"Michael, vattene." Grida mia sorella dal dolore mentre piange ancora e ancora e ancora.

Basta... devo levarmi queste fottutissime immagini dalla mia mente.

Stringo Ariel tra le mie braccia e mi addormento con la testa nell'incavo del suo collo.

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao ragazzeeeeee.
Scuse:
-scusate se é corto;
-scusate gli errori;
-soprattutto scusate se fa cagare.
Vi amo comunque per le letture e i voti dell'altro capitolo e non pensavo ci fosse così tanta gente a leggerlo. *-*
Non si può non amarvi.

Ve se aNa
Bea xx

Then || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora