Capitolo Diciassette

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Jason

Dopo notti insonni passate a cercare il colpevole di tutti quegli omicidi finalmente riesco a dormire. Ma i minuti sono pochi prima che il mio telefono del lavoro squilli. Possibile? Sempre di notte?

"Pronto?" Dico con voce alquanto assonnata e irritata, direi.

"Capo hanno trovato il corpo di Jace Miller alla discarica." Mi avvisa Louis.

"Okay,arrivo." Chiudo la chiamata.

"Jason? Dove vai?" Chiede tranquillamente mia moglie.

"Hanno trovato il cadavere di Jace Miller, Janna. Devo andare, mi spiace." Dico accarezzandole la fronte e la pancia grossa prima di iniziare a vestirmi. E' incinta di ben sei mesi.

Prendo il mio telefono dal comodino ed esco di casa. Accendo la macchina e mentre aspetto che la macchina si scaldi passo una mano sulla mia fronte. Questo lavoro mi sta distruggendo. Ho sempre delle emicranie fortissime. Non sono mai a casa e mia moglie si incazza spesso. Per non parlare del fatto che Nicolas, il mio primogenito, piange sempre.

Dopo qualche minuto parto e arrivo alla centrale di polizia. Le luci sono accese, ma il buio della notte rende il tutto più scuro. Cammino con le mani in tasca fino all'entrata. Christian, il ragazzo forse fin troppo giovane che sta sempre di guardia la notte, mi apre la porta e mi dirigo subito all'interno.

"Dove l'avete trovato?" Dico iniziando a farmi un caffè per rimanere sveglio.

"Alla discarica, gliel'ho detto poco fa."

"Sì,  scusa." Sospiro strofinandomi le tempie. Mi sta veramente ammazzando.

"Il corpo era completamente ricoperto di vernice." Come tutti gli altri cadaveri maschili.

"Causa della morte?" Chiedo interrompendo bruscamente Louis.

"E' stato pugnalato ripetutamente all'addome e al torace. E' inizialmente stato legato e poi torturato." Continua Louis.

"Avete fatto gli esami tossicologici?" Chiedo. 

"Sì e come tutte le altre vittime risulta negativo."

"Okay allora." Mi posiziono davanti al pannello con appese tutte le foto e gli appunti degli omicidi. "Abbiamo due killer, abbiamo detto. Uno che uccide ragazze e l'altro che uccide ragazzi. Tutti i cadaveri maschili li abbiamo trovati nella discarica in periferia. Armstrong è troppo intelligente per nascondere i suoi cadaveri vicino a dove li ha uccisi." Ragiono a voce alta.

"Dovremmo far controllare ogni sacco della spazzatura e ogni cassonetto di Sydney?" Domanda Louis allibito.

"Farò di tutto pur di trovare l'assassino."  Sussurro a denti stretti.

"Okay, ma come la mettiamo con le ragazze? Sono tutte state stuprate e-"

"Come cazzo ho fatto a non pensarci prima? Ci sono volute 13 fottutissime vittime prima di arrivarci, dannazione." Sbatto la mano sul tavolo per non esserci arrivato prima.

"Cosa sta dicendo?"  Domanda. Non posso dargli dello stupido solo perchè lo sono pure io.

"Sono state stuprate. Ci deve essere qualche traccia di DNA dell'omicida. Chiama subito Malik."

"Capo, abbiamo già tutto, gliel'ho mandato ieri sera via e-mail, ricorda?" Louis alza entrambe le sopracciglia. "Il DNA trovato sulle vittime è lo stesso trovato per le altre ragazze."

"Cosa? Davvero?" Sono davvero così sovrappensiero in questo periodo? Forse perchè mia moglie è incinta e non posso stare spesso con lei. Dio, starà impazzendo quella povera donna. Vorrei tanto poter stare più tempo con lei. Ed ecco che trona quel fastidioso mal di testa. Mi sta perseguitando da troppo tempo.

"Capo, ancora emicrania?" Da quando si preoccupa di me?

"Sì, stammi lontano." Scatto. Louis si allontana leggermente lasciandomi lo spazio. Scoppio in una sonora risata. Perchè faccio così.

Ariel

[Decima vittima]

Le mani di Derek scivolarono lungo i miei fianchi mentre approfondivo il bacio. Sapevo fin da quando l'ebbi conosciuto che sarebbe stato una mia vittima. Una delle tante. E lo sapevo non perchè qualche strana voce dentro la mia testa mi costringesse a farlo, ma perchè ne avevo voglia. L'adrenalina che inondava il mio corpo quando la mia testa pensava al sangue era immensa e mi controllava completamente. Da cima a fondo.

Alzai la sua maglia togliendola definitamente mentre continuavo a ripetermi di andare con calma, di non ammazzarlo subito. Gli baciai ripetutamente il collo mentre continui ansimi e gemiti uscivano dalla sua boca rendendomi più vogliosa di lui. Non ho mai provato nulla per Derek, solo pura e carnale attrazione fisica. I suoi occhi verdi brillavano ogni volta che mi vedeva. I suoi capelli erano qualcosa di speciale: erano un colore molto scuro, quasi come il nero, ma non erano di quel colore. Erano di un castano scuro. Aveva gli addominali scolpiti. Un bellissimo ragazzo che incontrò la ragazza sbagliata al momento sbagliato.

"Derek muoviti." Ansimo. Avevo le gambe legate ai suoi fianchi e la schena appoggiata al muro. La sua erezione premuta su di me fece salire la mia eccitazione alle stelle.

Sentii la lampo dei miei pantaloni essere slacciata e contemporaneamente tirai giù gli indumenti che ricoprivano la parte inferiore del suo corpo. Sentii una sua mano intrufolarsi nei miei jeans, sotto le mutandine per poi penetrarmi con un dito. Graffiai tutto il suo collo per il piacere che mi stava facendo provare in quell'istante. Iniziò a pompare furiosamente, ma si bloccò subito. Mi fece scendere da lui e mentre una mano era intenta a togliermi i pantaloni l'altra la infilò in bocca, succhiando avidamente tutto il dito che  toccò la mia intimità. I miei occhi si chiusero a quella visione. Era pura benedizione, cazzo. 

"Sei così buona, Ariel." Disse con voce roca. Dio, la sua voce mi portò al limite. Eravamo ormai completamente nudi. Derek mi prese dai fianchi e mi portò sul divano della mia casa. Fortunatamente la federa che lo ricopriva non era l'originale, ma solo momentanea. Non ci mese molto a sovrastarmi con il suo corpo. Entrò in me con tale forza e velocità da farmi spostare leggermente all'indietro. Spingeva, spingeva come se sapesse già cosa lo stava aspettando da lì a poco. Le sointe procedevano veloci, senza un minimo di accenno a fermarsi o a rallentare. Era voglioso ed era privo di me da ormai tempo. Le mie mani percorrevano tutta la sua schiena, mentre pian piano lo sentivo arrivare al culmine. Già mi faceva pena, così decisi di farlo venire un'ultima volta.

"Ariel.." Sussurrò mentre le sue spinte diventarono più calme. Non appena lo sentii inturgidirsi dentro di me lo spinsi fuori, per evitare di rimanere incinta della mia vittima. Uscì velocemente e si riversò sulla mia pancia. Si sdraiò su di me, con la faccia rivolta verso il mio collo a colpirlo con il suo caldo respiro. Ne approfittai per prendere il coltello che spuntava da sotto il divano. Lo alzai con calma fino a trafiggerli la schiena, attenta a non affondare troppo la lama. Il suo respro cessò in un istante, mentre lo spinsi giù a terra. II suoi occhi mi guardavano increduli mentre sorridevo come una stronza e gli baciavo le labbra un'ultima volta.

Chi cazzo è ora alla porta? Sono le fottutissime 13.17.

-SPAZIO AUTRICE-
So che mi odierete per il fatto che non vi ho svelato nulla sulla persona che è arrivata a casa Carteny, o meglio: casa Irwin.

Allora... Potreste amarmi per il fatto che ho già aggiornato però hahahha

In questo capitolo troviamo finalmente  Mr Jason White un po'... Malato di mente? Più avanti scoprirete il perchè. 
Ci sono anche Louis e Zayn, anche se l'ho solo citato hahaha

Beh secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo?

Sta volta parte la canzoncina della Sirenetta che non so come fa hahhaha

Non smettete di commentareeee

Notteee ❤

Vi ano
Bea, xx

Then || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora