MichaelLe ferite bruciano, come se stessero trafiggendo tutto il mio corpo, mentre l'acqua fa scivolare via il sangue dalla mia pelle. La parola Bastard incisa sul mio petto è molto evidente e brucia più di qualsiasi altro graffio o taglio che mi ha fatto quella stronza. Porca puttana, giuro che l'ammazzo. Prima o poi lo farò. Ma so già che non riuscirò ad ucciderla, mi ricorda qualcuno, una delle mie prime vittime a cui tenevo particolarmente. Il motivo principale, forse, per la quale cominciai ad uccidere. Ho il respiro irregolare.
Il ricordo delle sue mani su di me, le sue labbra, i suoi sussurri. Il ricordo delle sue mani che che si levano da me poco prima del mio apice di piacere, i tagli.
Tra un pensiero e l'altro tiro un pugno su una delle due mura della doccia, continuando a pensare a come ucciderla, nei modi peggiori, per torturarla come ha fatto lei ckn me. Ripeto l'azione all'infinito, finchè non sento un fottutissimo formicolio nella mano. Le nocche della mia mano destra sono distrutte. Ora il sangue esce da lì.
La vasca sta riprendendo le sfumature di rosso coprendo il verde, che era riuscito ad emergere dal sangue dei tagli.
Spengo la doccia ed esco velocemente dalla questa, non preoccupandomi di pulirla e merdate simili. Mi asciugo velocemente, passando con più calma possibile la stoffa dell'asciugamano sulle ferite. Lascio i capelli bagnati, non voglio asciugarli ora; infilo l'intimo, un paio di jeans e una camincia, come faccio sempre. Sono troppo incazzato per mettermi a chiudere tutta la camicia, così la lascio mezza aperta sopra.
Scendo velocemente le scale che conducono al salotto, camminando con velocità e furia in cucina, dalla quale ho sentito la sua fottutissima voce. Uno strano odore di erba inebria le mie narici e cominciò a respirare quella nuvola di fumo.
"Calum esci." Ordino, ma il ragazzo non accenna neanche un minimo movimento. Sento lo sguardo di Ariel bruciarmi addosso, ma devo prima far uscire Calum per spostare il mio su di lei.
"Calum, ti ho detto di uscire."
"Non prendo ordini da nessuno, tanto meno da te."
"Calum esci. 'Sto giro stiamo noi giù. "
Il corvino guarda la rossa e subito dopo rivolge un orribile sguardo a me, dopo aver notato i segni che si intravedono sul mio petto.
Finalmente esce.
"Che cazzo di problemi hai?" Urlo. I miei occhi fumanti di rabbia stanno iniziando a torturare la ragazza davanti a me.
"Perché? Che ho fatto?" Chiede tranquillamente lei. Quel sorrisino..
"Mi pigli per il culo, Carteny?" Urlo più forte di prima, aprendo completamente la mia camicia per farle vedere ciò che mi ha fatto poco tempo fa. Alcuni dei bottoni saltano via, ma non mi importa di un cazzo.
"Oh bello. Chi te lo ha fatto?" Ride, come se fosse nulla. Fa un tiro da quella che dovrebbe essere una canna. L'ho detto: sono incazzato e non me ne fotte di nulla.
I suoi occhi sono contornati di rosso mentre continua a prendere sorsi da una lattina di birra e a fumare. Devo trattenermi con tutto quello che ho in corpo per non tirarle un fottuto pugno in faccia.
Le prendo bruscamente lo spinello dalle labbra e lo porto alle mie.
"Che cazzo fai? È mia." Cerca di fare la finta offesa e incazzata avvicinandosi a me, ma ci riesce veramente male, visto quanto è fatta.
Il suo sguardo vaga sul mio petto scoperto dai vestiti ma coperto dai tagli. Aspiro il fumo della mia droga preferita, continuando a fissare con odio la ragazza di fronte a me, che però ha lo sguardo rivolto non proprio sui miei occhi.
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Then || Michael Clifford
FanfictionAriel Carteny? Ragazza che uccide ragazzi, capo della parte destra di Sydney. Michael Clifford? Ragazzo che uccide ragazze, capo della parte sinistra di Sydney. Ariel uccide per la sola voglia di uccidere. E Michael?