CANTO IX - Ove Vergilio ascolta le suppliche dell'autore che torna alla sua infanzia.
In quelle tenebre, sì tanto fitte,
Perdemci quasi di vista a un passo,
Eppur quel lettre, in fronte scritte,
Che rendean l'altier poeta lasso,
Erano un faro con quel luccichio.
Seduto su papiri, me guardava basso
E dicia "Agogno pur'io quest'oblio
Piuttosto ch'essere beffato in eterno.
Sei qui per lui, che lasciatti di mio?"
Tremavo al vederlo soffrire lo scherno.
Al suo trono mi getto, ai piedi mi prostro,
singhiozzando un pianto che più non governo
E vo farlo partecipe all'amore nostro:
"Vergilio, rallegra, io sono qui solo per te!"
Ma lui, distogliendo il capo, copre il viso e dice:
"Niente ti vale lusingare in esametri e pure mal fatti.
Tu solo mi vuoi per scampare al periglio che t'attende all'Averno,
Tu solo mi vuoi perché segui l'orme del maledetto poeta,
Tu solo mi vuoi eppur non riuscisti a finire la mia opera
Pur avendo tutta una vita a disposizione.
Sparisci" Disse e tacque, abbandonandosi al trono de carta.
Al che debbo radunarmi per non fuggire nell'ombra
E infine dico "Sic vos, non vobis, scribis, poetae!
È destino che tutti prendan qualcosa dai passati maestri.
E tu sei un esempio o niuno avrebbe da te preso!"
"Magra consolazione" mugugna e si gratta le guance
"Sono obsoleto. Sono contesto storico d'altri.
Nessuno mi legge se non indirettamente atttraverso lui.
Fui tanto celebrato in vita da credere d'essere immortale:
Oh, Mecenate, tu che dicevi di circondarti dei migliori;
Oh, Vario, tu più grande che mi reputavi più grande,
Che a lui mi introducesti, che a te mi ispirai, or dove sei?
Perché sei sparito tu e non io che da te rubai?
Ottaviano, tu che piansi per il sesto mio libro a ricordar Marcello,
Tu ch'incaricasti gli amici di pubblicare il poema incompleto,
Tu Plozio, Orazio, Ovidio, Livio, Tibullo e Melisso,
Che fine han fatto le vostre parole nei miei riguardi?
Dicevate che i miei lavori sarebbero sempre stati celebrati
Che i miei versi sempre sospinto avrebbero l'umano,
Chi muovono ora? Chi ancora è investito dalla Giunonica tempesta?

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Una Piccola Commedia
PoetryLeggendo l'Eneide l'autore si addormenta e finisce in un terribile oltretomba scritto in terzine ma anti-Dantesco, dove non sono i morti a essere puniti, ma i suoi peccati letterari. Il buon Virgilio, come al solito, recupera la sua funzione di guid...