Ero distesa su una superficie fredda circondata da una miriade di rose rosse. Mi alzai a fatica e non riuscivo a capire dove mi trovavo, la bassa luminosità della stanza mi metteva a disagio. Sentivo qualcuno ridere dietro di me, mi voltai e non c'era nessuno, ma la risata continuavo a sentirla, sempre più vicino, finché non senti una lama toccare il mio stomaco. Mi voltai e trovai due grandi occhi verdi difronte a me.
Mi svegliai di colpo e caddi dal letto, ero sudata e mi girava la testa. Facevo fatica a vedere e tutto mi sembrava così tremendamente strano e surreale. Due braccia mi presero e mi strinsero forte.
-"era solo un brutto sogno." Mi sussurrò Valter all'orecchio "stai calma" proseguì.
Raccolsi le mie forze e mi alzai in piedi, mi buttai sopra di lui di tutto peso e piansi facendo scivolare le mia lacrime sul suo petto nudo. Lui continuava ad accarezzarmi i capelli ed io mi sentivo al sicuro, pian piano mi tranquillizzai e inizia a guardarlo dall'alto: aveva due grandi occhioni verdi e un viso tranquillo e riposato, era così bello. Mi fece rotolare nel letto mettendosi sopra di me, ingabbiando le sue gambe al mio corpo, poggiò le sue labbra su le mie ed io sentii un brivido leggero passarmi per tutto il corpo. Mi liberai da lui, mi vestii di tutta fretta e scappai di via di corsa; senza un saluto, sbattei solo la porta e tornai nel mio appartamento lasciando lui lì, tutto solo.
Avevo bisogno di stare da sola, si riflettere, così tanti anni di pure solitudine e tranquillità distrutti da due occhi verdi. Non poteva andare così, non potevo farmi incastrare. Presi una bottiglia di vodka ed iniziai a bere senza smettere, finché l'ultima goccia non uscì dalla bottiglia e scese nel mio stomaco, facendomi sentire ancora più vuota.
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Era l'ora di tornare a casa. La mia valigia era pronta ed io mi sentivo così triste e allo stesso tempo impaziente di tornare a casa. Aspettavo il taxi, che avrebbe portato me e Valter a l'aeroporto, con delle cuffie appese alle orecchio ascoltando della musica a tutto volume; dovevo ignorare la presenza di quel l'uomo, lui voleva spiegazioni, glielo leggevo negli occhi, ed io non potevo dargli nessuna risposta. Salimmo sul taxi in silenzio, con lo stesso silenzio che ci accompagnò pure in aereo, finché la nostra meta non si fece vedere. Una sensazione di sollievo mi colpì e in tutta fretta corsi nel taxi che doveva riportarmi nel mio appartamento. Missione compiuta, pensai.
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La morte con gli occhiali
ChickLitKate è una giovane ragazza che ha poco più della maggiore età. I suoi genitori sono assenti nella sua nuova vita che lei stessa ha deciso di crearsi allontanando tutto ciò che le potesse ricordare la sua ricca vita che l'ha sempre tenuta molto dista...