Tutte le ragazze hanno l'attitudine allo shopping, poi ci sono io che anche per scegliere una maglia mi sale la noia anche di dover guardarle. Oggi invece stranamente iniziai a girare per molti negozi per il vestito della festa, ma nulla di interessante, tutto troppo squallidamente vistoso. Mi girai circa 3 centri commerciali finché non mi fermai in un piccolo negozio dove vidi un abito a dir poco magnifico: rosso fuoco con dei merletti fiorati che salivano per le braccia, era quasi sognare finché la commessa mi disse che non c'era la mia misura. Fanculo, fanculo e di nuovo fanculo. Decisi quindi di arrendermi e andarci vestita al mio solito a quella festa inutile ed insensata, ovviamente per me. Per Ilaria era il primo evento che lei organizzava perciò doveva essere tutto impeccabile, pure io, quasi quasi immaginai che volesse usarmi come addobbo per la sala, pensavo mentre sorseggiavo una combinazione di vodka liscia.
Mi alzai dal tavolino e dopo qualche minuto notai un altro piccolo negozio. Mi soffermai un'attimo e poco dopo decidi di entrare; diedi una svelta occhiata a ciò che quelle mura contenevano, poi rimasi ferma ed incantata da un lungo vestito nero con dei veli. Chiamai la commessa e chiesi la mia misura, nella mia mente pensai che se sta volta fosse stata un'altra delusione avrei anche potuto commettere un omicidio o addirittura una strage. Entro qualche minuto la commessa era di nuovo da me con la sua nauseante simpatia e con il vestito fra le mani; appena lo indossai rimasi stupefatta di come quella meraviglia mi calzava. Mi diressi in fretta verso la cassa e decidi di comprarlo anche se costava un'occhio nella testa quel semplice e meraviglioso straccio; ma che dire, missione compiuta: ora mi sono tolta Ilaria dalle scatole ed ho reso felice anche il mio armadio che da mesi non vedeva nulla di nuovo.
Tutto come le altre sere: canne, alcool e libri, un quadretto devastante ma molto armonioso devo dire. Mi sentivo libera fra le mura di casa mia: là ero io a comandare tutto, ero il vigile delle strade, in quel mio appartamento la droga era legale, ubriacarsi e urlare era qualcosa di abituale ormai, tutto mi sembrava così normale e magnifico. Il problema era quando chiudevo gli occhi: buio, lame, tristezza, sempre lo stesso sogno. Mi svegliavo sopraffatta e stanca, a volte pure impaurita da qualcosa di inesistente, era tutto chiuso nella mia testa, pensavo sempre, ma era un qualcosa che mi colpiva tutte le sere ormai, una paura a cui io cercavo di resistere, ma sembrava così impossibile: non si può scappare da qualcosa che ci mangia dall'interno, quindi presi una bottiglia di whisky e iniziai a bere finché non mi sdraiai sul pavimento e mi addormentai rannicchiata su me stessa. Il problema principale fu il caloroso risveglio dato dal mal di stomaco e dai forti giramenti di testa che mi vietavano di stare su in piedi senza che io mi aggrappassi a qualcosa, andai in bagno a vomitare, poi scivolai sul pavimento e non osai immaginare per quante ore ancora dormii.
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La morte con gli occhiali
ChickLitKate è una giovane ragazza che ha poco più della maggiore età. I suoi genitori sono assenti nella sua nuova vita che lei stessa ha deciso di crearsi allontanando tutto ciò che le potesse ricordare la sua ricca vita che l'ha sempre tenuta molto dista...