Capitolo 15

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Borsa e via. Si andava a scattare delle foto per conto dell'agenzia per cui lavoravo; degli sposi erano il mio lavoro. L'amministratore voleva testare meglio le mie doti individuali, ero un po' agiata e non potevo bere alcool, che dramma. Decisi io la località in cui le foto dovevano essere scattate, dopo svariate sviste di luoghi intriganti decisi un grattacielo; quando dissi il posto al direttore lui mi guardò un po' dubbioso, invece gli sposi, molto eccitati all'idea, non discussero affatto la mia proposta.
Tutte le attrezzature erano pronte, mancavano solo gli sposi ed io, ovviamente; il mio ritardo era qualcosa di classico ed antico ormai.
Tutti presenti, pure il tramonto, mi sentivo quasi un genio della fotografia finché il vento non ci raggiunse dopo il prima scatto. Tutti mi guardarono con uno sguardo severo, quasi di rimprovero finché di colpo il vento di fermo ed io mi sentii sollevata.
Sono magnifiche; sentii qualcuno urlare.
-"i clienti ne sono davvero soddisfatti." Mi sorrise Valter -"bisogna festeggiare." Proseguì subito dopo -"alle 9 passo a prenderti." Mi poso un bacio sulle labbra e scappo via lasciandomi senza la possibilità di ribattere.
Tutto andava così bene, non riuscivo a crederci, ciò che avevo desiderato era nelle mie mani ed io volevo quasi scappare. Ma che mi prendeva non lo sapevo. Presi una bottiglia di vino e mi affacciai alla finestra del mio appartamento; l'aria pura mi passava da dentro, ballando con la mia insicurezza, che ne potevo mai sapere io della felicità. Mi portai una mano alla testa e chiusi gli occhi ignorando il campanello che suonava ripetutamente. Mi mancava così tanto la mia solitudine.

La morte con gli occhialiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora