✍ Capitolo 2

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{il ragazzo nella foto é il protagonista di questa storia, e si chiama "Hanry"😍}
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Entro un po' timoroso nella stanza. Noto subito che è piena di libri, anzi sommersa di libri.

Poi noto il letto nell'angolo, dove lei è a gambe incrociate e mi scruta, curiosa.

Ha i capelli castano scuro quasi nero che le scendono sulle spalle e gli occhi azzurri, troppo grandi per il suo viso.

«Fai in fretta ti prego» Mi dice con voce spezzata.

«Fare cosa?»

Sospira «Non sei venuto per riempirmi di medicine? Di solito vengono a trovarmi quasi esclusivamente per questo... ma io non ti ho mai visto; sei nuovo. Chi sei?»

Mi avvicino e lei si blocca all'istante, mi allontano e ritorna rilassata.
Non vuole che le stia vicino, ho capito.

«Sono il dottore che dovrebbe essere venuto qui per curarti. Non te l'hanno detto?»

Soffoca una risatina sarcastica «Tu? Curarmi? Non farmi ridere, ti prego. Voglio solo morire, non c'è niente da curare»

Mi dice queste parole guardandomi negli occhi, e la sua sincerità mi disarma.

Passa qualche minuto in cui guardo lei e la sua stanza «Ti piace leggere?»
«Ti piace respirare?»

la sua risposta mi lascia senza parole e sorrido, guardando in modo intenso ogni parte del suo dolce viso.

Sembra una ragazza forte, sicura di se'. Ma perché vuole morire?

«Cosa ti fa paura, Grace?»

Alza il sopracciglio, e appoggia sul letto il libro che stava leggendo

«Perché lo vuoi sapere?» Domanda incuriosita.

«Perché rispondi alle mie domande con altre domande?»

Questa volta è lei a rimanere senza niente da dire, e io le do la sua riposta.

«Voglio farti superare le tue paure, voglio aiutarti a combatterle, capisci?»

Fa di sì con la testa.

Riesco a percepire il fatto che lei mentalmente si stia domandando se fidarsi o no di me ma poi si decide a rispondere con voce incerta, quasi sussurrando.

«Ho paura dei dottori in generale, il bianco mi fa soggezione, e poi sono così freddi e distaccati...»

So cosa fare. Mi tolgo il camice senza pensarci due volte e rimango in camicia e jeans, mi spettino i capelli e noto che lei cerca di soffocare un sorriso, non vuole proprio darmi nessuna soddisfazione.

«Sembro un medico ora? Parlami di cosa altro hai paura»

Abbassa lo sguardo per poi un secondo dopo lo riporta su di me. Ora ha l'aria spaventata.

«cinture, catene, vetri rotti, corde, sigarette...»

La voce le muore in gola e cerca di sembrare calma come lo era due minuti fa, ma inutilmente.

«Perché ti fanno paura queste cose Grace?»

Questa ragazza mi intriga, cosa le é accaduto? É la domanda che mi faccio da mezz'ora, desiderando di sapere la risposta.

«Non voglio parlarne adesso. É un argomento a cui non voglio pensare.»

É stressata, e mi è venuta un'idea per farla sentire più a suo agio, e magari in questo modo, di farle raccontare qualcosa in più del suo passato.

«Ti va di fare un gioco?» Lei annuisce con la testa.

«Tu potrai farmi cinque domande. Su tutto ciò che desideri. E poi tu dovrai rispondere a cinque domande poste da me. Va bene?»

«Mi sembra uno scambio equo» sorride in modo triste, e mi pone la prima domanda.

«Quanti anni hai?»

Sembra incuriosita e intimorita allo stesso tempo.

«Ventuno, Grace.» Sorrido quando pronuncio dolcemente il suo nome, e lei inizia ad essere più rilassata.

«Hai la fidanzata?»

Non appena percepisco ciò che mi ha appena detto ridacchio.
Io? La ragazza?

«No, ma ho una relazione con la libertà per adesso»

i suoi occhi si illuminano per un istante per la battuta e io sorrido.

Non mi sembra così depressa, sembra una normalissima e spensierata ragazza di sedici anni, ma dopo tutto la conosco solo da una mezz'ora, non posso fare conclusioni così affrettate.

«Come ti chiami?»
Sorrido.
«Hanry Hood. A me piace molto il tuo nome sai?»

Le si arrossiscono leggermente le guance.

«E a me piace il tuo. Ho ancora due domande giusto?»
«Esatto»

Si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e continua.

«Ti piace leggere?»

Mi avvicino di un passo e lei non si muove ma rimane calma, sta iniziando a fidarsi di me.

«Mi piace molto leggere Grace. É uno dei miei passatempi preferiti»

Sorride e io rimango a fissarla come un ebete aspettando la prossima domanda.

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