Entriamo nello stesso locale dove abbiamo mangiato ieri a pranzo, stranamente oggi c'è più gente.
Ci sediamo nello stesso tavolo, quello vicino alla finestra. Lei è sorridente, anche se stavolta starò attento ai coltelli.
"Cosa vuoi per pranzo?"
"Decidi tu per me, sei bravo a capire cosa mi piace." si guarda per un attimo le mani, che sono sotto al tavolo.
"Posso fidarmi di lasciarti da sola per due minuti?" lei cambia subito espressione.
Si alza la manica della felpa mostrandomi i tagli e il cuoricino che le ho disegnato sopra.
"Non voglio tagliarti il cuore, Henry." incurva leggermente le labbra, timida.
"Ti voglio bene. E poi ho promesso, e le promesse si mantengono no?" usa le mie stesse parole e mi scappa un sorriso.
"Anche io ti voglio bene, Grace. Torno subito." molto bene. Forse anche troppo. Mi allontano dirigendomi al bancone, ordino degli Humburgers con tante patatine fritte, Della coca per me e una bottiglia d'acqua naturale per lei. Spero che anche oggi mangi qualcosina.
Mi giro un attimo e noto che lei guarda fuori dalla finestra, vorrei tanto sapere a cosa sta pensando, è sempre così enigmatica.
Torno al tavolo e lei sposta lo sguardo su di me. I suoi occhi sono illuminati dalla luce proveniente dalla finestra, sono ancora più belli del solito. Il suo azzurro, come il cielo la mattina.
"Cosa hai preso?" fa lei con aria curiosa, e la sua domanda mi distoglie dai pensieri sui suoi bellissimi occhi.
"È una sorpresa, Gri." quando pronuncio il suo strano soprannome sorride mordendosi le labbra, vorrei mordergliele io. No. Basta con questi cazzo di pensieri. Ha solo sedici anni, porca puttana.
"Vorrei sapere a cosa pensi quando mi guardi, sei così misterioso." lo dice sorridendo, appoggiando il mento sulle mani, tranquilla. E io sarei misterioso? Parla la signorina Enigma.
"Mi domando da chi tu abbia preso i tuoi bellissimi tratti somatici." non sto mentendo, me lo sono chiesto un paio di volte.
Diventa subito seria, effettivamente non abbiamo mai parlato dei suoi genitori. "Odio, mi correggo, odiavo i miei genitori. È anche loro la colpa se ho iniziato a tagliarmi." Odiava?
"Pensavo ti tagliassi per colpa del tuo patrigno." scuote la testa. "No. O per meglio dire, non ho iniziato per colpa sua." che fine hanno fatto i suoi genitori?
"Dove sono i tuoi?" ride, però non è una risata di felicità ma di sarcasmo.
"I miei divorziarono quando io avevo cosa? Dodici anni? Mio padre se ne andò dalla mia vita. Non lo vedo da quattro anni e neanche mi interessa. Restai con mia madre, andava più o meno tutto bene. Quando compii tredici anni si risposò." prende una pausa, forse dandosi coraggio.
"Poi un anno dopo ebbe un incedente d'auto e morì. Quindi restai con il mio patrigno, sai il seguito." sorride. Ma so che quel sorriso è finto perché non include gli occhi, lo usa solo per proteggersi. "Hai pianto quando è morta tua madre?" la domanda la disorienta un po'.
"Un po'. Forse. Non le volevo molto bene, diceva che ero un fallimento, inutile, stupida. Effettivamente ci ho goduto quando è morta. Peccato che da quel giorno sia iniziato l'inferno per me." abbassa lo sguardo e so che sta trattenendo le lacrime, continua il discorso dopo una breve pausa.
"Mio papà aveva gli occhi azzurri, se ti chiedevi da dove gli avessi ereditati."
Me la immagino, una gioiosa bambina con gli occhi azzurri mentre gioca con il proprio papà. In quell'istante arriva la cameriera con gli Humburgers e lei sembra preoccupata.
"Cosa c'è?" sorrido, e anche lei lo fa, almeno un po'.
"Non so se riuscirò a mangiare tutta questa roba senza vomitare." continua a sorridere, un sorriso che copre la paura che si sta diffondendo nel suo sguardo.
"Perché vomiti Grace?" dico sul serio cazzo, deve mangiare qualcosa.
"Non ero abituata a mangiare molto. Neanche all'ospedale mangio molto. Non c'é la faccio. Ieri a pranzo mi sono sforzata un sacco per non andare in bagno e vomitare."
Una lacrima le scende sulla guancia, solo una, e io gliela asciugo delicatamente con il pollice.
"Mangia un po'. Non dico tanto. Se stai male smetti okay?" sorride timida ed iniziamo a mangiare.