✍ Capitolo 13

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Entriamo in una saletta per fare box "Gri quello è lo spogliatoio delle ragazze. Io vado nell'altro, ora cambiati." le lancio la sua roba e va a cambiarsi. Io in un attimo ho finito e la aspetto.

Dopo cinque minuti esce anche lei, è insicura e cammina piano, ha l'aria del tipo "ma chi me l'ha fatto fare?" e guarda per terra.

"Hey sei bellissima." sorrido e le alzo il mento delicatamente, anche lei sorride ora.

Essendo in canottierina e pantaloncini corti si vedono tutte le cicatrici di quel bastardo, ora noto che c'è ne ha un sacco anche sulle gambe, però sul braccia sinistro ha i tagli che si è fatta lei, e questo fa male.

Sul collo è piena di cerchietti e bruciature provocate dalle sigarette che le spegneva addosso.

Non è una vittima, ma una sopravvissuta, una guerriera e io glielo devo far capire.

Le metto i guantoni e mi allontano un po'.

"Tirami un pugno." Sono serio ma calmo.

"Cosa?!" Si acciglia confusa.

"Mi hai sentito, Tirami un pugno, non mi farai male." Ha l'aria stranita ora.

"Non voglio tirarti un pugno." Porca miseria se è dura. "Fallo e basta, fidati di me ti farà sentire meglio."

Sospira e mi 'colpisce'. "E questo lo chiami un pugno? Più forte." Mi colpisce un po' più forte, non fa male.

"Continua." e ogni colpo è più forte, inizio a sentire qualcosa, ma lei sta... piangendo?

A un certo punto faccio finta di cadere per colpa sua e lei da piangere passa a ridere, quanto cazzo è bella quando ride.

"Vai vicino al sacco." Mi alzo da terra e lo tengo fermo.

"Picchialo."

Inizia a tirare qualche pugno, sono ancora deboli ma è già molto meglio di come era all'inizio.

"Se ti troveresti il tuo patrigno di fronte cosa faresti?" è concentrata a tirare pugni e mi risponde senza guardarmi.

"Scapperei."

"No invece." continuo la frase. "Lo prenderesti a pugni, proprio come stai facendo con questo sacco."

Si ferma da quello che stava facendo per guardarmi in modo che io capisca che lei mi sta ascoltando.

"Colpiscilo più forte, devi fargli male." lei annuisce e continua.

"Tu cosa ti ritieni?" Le chiedo.

"Non lo so.." Si ferma un'altra volta e mi guarda accigliandosi.

"Una vittima, forse. Sono troppo debole." fa con aria avvilita e io le prendo le spalle.

"No invece Grace. Tu sei una piccola guerriera. Lo capisci?"

"Una guerriera? Io che mi metto a piangere per ogni cazzata e che alla prima possibilità si taglia? Io che ho bisogno di tranquillizzanti per non impazzire e mettermi a urlare? Forse hai sbagliato persona Hanry."

Il suo respiro è affannoso, stanco ed ha uno sguardo parecchio serio.

"No, sei una lottatrice perché hai la forza di alzarti ogni mattina, di resistere. Io al tuo posto non sarei durato più di una settimana."

Le prendo il viso tra le mani, e l'istinto di baciarla è sempre più forte, mi trattengo e la lascio andare.

"Facciamo ancora un po' e poi basta, okay?" Annuisce e continua a picchiare il sacco con aria determinata.

Dopo una mezz'ora decido per lei che é abbastanza, ci cambiamo e usciamo dalla palestra.

"Ti sei divertita?" Le chiedo e lei non mi risponde subito.

"Sì molto." Anche se quando lo dice ho l'impressione che voglia aggiungere qualcos'altro.

Ora noto che si tiene il braccio ferito a causa di quelle cicatrici che si é fatta.

"Un po' ma non é niente.." Sorride in modo triste e io ho un' idea per farle smettere di tagliarsi per almeno una settimana o due.

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Un grazie speciale a tutte le persone che seguono, votano e commentano questa storia. Siamo a +1000 visualizzazioni e sono troppo contenta.
Come avrete notato ho cambiato la copertina della Storia, questa mi sembrava più originale. Il ragazzo nella copertina, inoltre, é Hanry, ho deciso di mettere una sua foto perché é bello da accecare gli occhi ahahah capitemi, é troppo fregno.

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