Capitolo 18

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Giovedì ore 5:30

È quasi l'alba, stanotte non ho chiuso occhio continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto, così prima che l'ansia mi divori totalmente mi alzo  decisa ad andare a correre in spiaggia.
In meno di dieci minuti sono pronta ad uscire, lego i capelli in una coda alta, metto il telefono dentro ad una di quelle fasce da braccio, gli immancabili auricolari ed esco.

Il sole inizia a sorgere dalle acque dell'oceano, i colori rosa e arancio si riflettono sull'acqua mentre corro sul bagnasciuga e per un'istante mi sembra di essere finalmente libera, correre ha sempre avuto questo effetto benefico e rigenerante su di me.

Mi isolo da quelli che sono i miei pensieri e dalla giornata che sto per affrontare, continuo a correre concentrandomi sul respiro e il battito del mio cuore che sembra dare ritmo alla mia corsa.

Poi una risata arriva alle mie orecchie...la sua risata, è come se mi avessero dato un pugno nello stomaco.

Mi fermo all'istante guardandomi in giro alla ricerca di non so nemmeno io che cosa, controllo il telefono con le mani che tremano sperando che non mi abbia chiamata e abbia inavvertitamente risposto... ma non è così.
La sua voce riecheggia nella mia mente è lì, solo ed esclusivamente nella mia testa, so perfettamente che non è reale ma è come se il mio inconscio non lo sappia, il mio battito accelera così come il mio respiro diventando sempre più irregolare.

Annaspo cercando aria ma sembra non arrivare, istintivamente alzo la musica a tutto volume e ricomincio a correre, sempre più veloce.

La musica pompa nelle orecchie e io spingo ancora di più, aumentando così tanto il ritmo da farmi bruciare i muscoli e i polmoni.
Scappo nella mia folle corsa, da quello che è il mio passato,scappo quasi fossi inseguita, è folle, come folle è stata la mia vita, folle come il solo pensare che un uomo simile potesse amare. Fuggo cercando di allontanarmi il più possibile da quella sensazione opprimente, man mano mi allontano più sembra affievolirsi.

Arrivo nei pressi del motel più in fretta di quel che pensavo e come vedo l'entrata mi fiondo dentro spaventando Ruth che, nonostante sia mattina presto,è già intenta ad apparecchiare per la colazione.
Appena mi vede sobbalza dallo spavento facendo tintinnare le tazze che ha sul vassoio.

<<Santo cielo tesoro!Mi hai fatto prendere un colpo!!>> poggia il vassoio e si porta una mano all'altezza del petto.

Intanto resto piegata con le mani sulle ginocchia, cercando di riprendere fiato <<Scusa...>>.
Alzo lo sguardo ancora affannata e sul volto di Ruth si apre un dolcissimo sorriso, è una donna molto gentile con tutti gli ospiti, ma non so perché con me ha come un'occhio di riguardo in più.

<< Non scusarti, ma sai non sono più una giovincella- ridacchia - ma su ora va a farti una doccia che la colazione è quasi pronta!!>>.

Le sorrido per il suo fare materno non indugio oltre e vado. Una volta arrivata in camera mi faccio una doccia veloce e mi cambio, prendo la borsa con tutto quello che mi servirà stasera e scendo nella hall, con l'intenzione di darle una mano e ricambiare la sua gentilezza, tanto manca ancora più di un'ora prima che vada a lavoro.

Al mio arrivo la trovo intenta a portare un enorme vassoio colmo dì brioche .
<< Ruth lascia che ti aiuti, hai fatto già molto e sono solo le sei e trenta di mattina, gli ospiti non scenderanno prima delle sette e mezza>>

<< Oh Grazie cara, sai cosa facciamo? Metti il vassoio sopra il tavolo del buffet, accomodati che vado a prendere due belle tazze di caffè e ci prendiamo una pausa>>.
Annuisco e vado a sedermi in uno dei tavolini accanto alla finestra che da sul mare.
Poco dopo arriva con due tazze di caffè rigorosamente doppio e due piattini con due fette di torta .

To Breathe AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora