Capitolo 17

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LIONEL

Non potevo credere che Joy avesse scoperto tutto quanto. Avrei voluto dirglielo io di persona, spiegargli le cose con calma. Fargli capire che purtroppo in questa situazione mi avevano obbligato a starci. Sapevo che Joy non mi avrebbe mai più ascoltato, giustamente, si sentiva presa in giro. Cazzo che coglione sono stato. Zio Jack non mi aveva mai detto di avere una figlia, non avrei mai immaginato che la ragazza di cui mi ero completamente innamorato era in realtà.. mia cugina.

Ho sempre pensato che Joy fosse figlia di Cathrine e qualche suo amico drogato, ma mai, mai avrei pensato che Cathrine e Jack avessero una figlia.

Scoprirlo quel giorno, fu come una coltellata alla schiena.

Vederla lì in piedi in sala.. ricordo il suo sguardo pieno di delusione. Vidi in quel paio di occhi grigi tutto il dolore che stava provando. E la cosa più difficile da accettare fu che la causa del suo malessere ero ..io.

Ricordo ancora il primo giorno che la vidi, era sui gradoni del campus appoggiata alla ringhiera, fumava la sigaretta agitata e si toccava più volte i capelli, era sempre imbronciata, mi piaceva osservarla, se ne stava sempre in disparte e se qualcuno gli parlava alzava gli occhi al cielo scocciata. Ricordo che mi sarebbe piaciuto conoscerla, scoprire di più di lei.

Quando la vidi in classe, all'ultimo banco non ci pensai un attimo ad avvicinarmi e a parlare con lei. Era bellissima , nonostante quei fottuti lividi che Jack gli aveva procurato. Era unica. Era Joy.

Inzuppavo i biscotti nel latte caldo mentre i pensieri si annidavano nella mia testa e mi creavano solamente caos.

< Lionel , prova anche a mangiarli oltre che a inzupparli > mi disse ironicamente mia nonna Marilyn mentre mi osservava in cucina appoggiata alla porta.

Buttai il biscotto nel latte ancora caldo, schizzando il tavolo di marmo, poi mi alzai di scatto e cercai lo zaino, quando lo trovai me lo mesi su una spalla e mi avviai alla porta. Notai che mia nonna mi stava osservando e quando capì che mi stava raggiungendo, aumentai il passo per non essere fermato.

< Lionel non farmi correre ti prego > ansimò

Mi girai , appoggiava entrambe le mani al mobile del corridoio, aveva il fiato corto.

< Cosa vuoi?> gli domandai scocciato

Mia nonna si riprese e avanzò verso di me, mi sorrise delicatamente e mi spostò una ciocca dei miei capelli castani ricaduta in mezzo agli occhi di lato. Un flashback mi riportò a Joy, lo faceva spesso. Lo fece anche la prima volta che c'eravamo conosciuti. Cazzo. Non me la toglierò mai più dalla testa.

Sbuffai e mi scrollai i capelli nervosamente.

Mia nonna si rattristì.

< Mi dispiace vederti così Lionel..> sussurrò

< A me dispiace essere in questa fottuta famiglia!> alzai la voce

< Non dire così Lionel, questa famiglia ti ha cresciuto, se sei diventato l'uomo che sei ora è anche grazie a noi!> rispose risentita della mia affermazione

Mi avvicinai al suo piccolo viso. Mia nonna era una donna forte, aveva a che fare con la mafia da quando era una bambina, suo padre era uno dei più importanti mafiosi della città. Pensare che quel visino così dolce in realtà avesse ucciso persone innocenti mi fece star male.

< Io non sono come voi, lo volete capire? io non voglio averci niente a che fare con questa merda!> mi agitai sempre di più

< Lionel . Non puoi decidere > affermò decisa

Rebel - Non puoi cambiarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora