Capitolo 24

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LIONEL

Il sole del mattino mi fece sbattere più volte le palpebre per cercare di focalizzare meglio dove mi trovassi. Quando Joy se ne era andata via dal locale rimasi con Cami e gli altri della squadra a bere e a ballare , avevamo fatto tardi e ricordo che Cami aveva guidato la mia macchina perché io ero veramente ridotto male, poi non ricordo più nulla, il vuoto. Ero sotto a un piumone rosa, le pareti erano rosa con appese un sacco di foto di Cami con le sue amiche, infondo alla stanza luminosa , uno specchio enorme con la sua consolle dove Cami si truccava, affianco una scrivania piena di libri aperti e quaderni scarabocchiati. Ero in camera sua. Mi aveva portato da lei. Mi girai, Cami non era a letto. Mi sedetti sul letto e mi sfregai il viso con le mani per riprendermi, notai che ero in mutande e i miei vestiti erano perfettamente piegati sulla sedia affianco alla scrivania. Sicuramente Cami me l'aveva messi apposto. Era una maniaca dell'ordine. Dopo poco la porta della camera si aprì ed entrò Cami a passo lento. Aveva la sua chioma di capelli che gli ricadevano sopra a una camicia extralarge a strisce bianco e azzurro. Teneva in mano un piccolo vassoio con la quale portava la colazione. Aveva fatto dei pancake e sopra li aveva conditi con sciroppo d'acero e qualche mirtillo, un bicchiere di spremuta d'arancia e un fiorellino in un piccolo vaso per abbellire il tutto. Era estremamente dolce. 

< Buongiorno dormiglione > mi sussurrò dolcemente, appoggiò il vassoio sul letto e mi bacio delicatamente sulle labbra.

< Buongiorno bellezza > gli sorrisi

Mi strofinai le mani guardando tutto quel ben di Dio da mangiare 

< Cami non dovevi , mai nessuno mi ha portato la colazione a letto.. grazie > gli dissi con la mia solita voce roca di prima mattina, ero felice

Cami arrossì 

Dopo qualche minuto io divorai tutto e Camì ad ogni boccone rideva felice.

Passammo la mattina così tra baci , coccole e risate. Verso l'ora di pranzo decisi di andare a trovare mia madre, salutai Cami e mi misi alla guida.

Mentre guidavo continuavo a ripetere a me stesso quanto fossi stupido. Avevo accanto una ragazza bella, intelligente e buona d'animo e non riuscivo ad innamorarmene. Preferivo una alcolizzata, problematica, che mi trattava di merda e che per di più era mia cugina. Che diavolo di problemi hai amico?.

Dopo aver parcheggiato la macchina dentro alla villa di famiglia, aprii la porta delicatamente per fare una sorpresa a mia madre, mi avviai a passo lento verso il suo ufficio , ma prima di entrare mi bloccai. Stava parlando, con qualcuno. La porta era socchiusa così mi ci nascosi dietro e ascoltai.

< Non posso stare qui , lo sai cosa succederebbe se mi scoprissero > disse una voce femminile che già avevo sentito da qualche parte

< Lo so, ma avevo bisogno di vederti , dobbiamo parlarne .> gli rispose mia madre

< Oceane.. sai già tutto, da parecchi anni ..> 

< Cathrine se Jack venisse a sapere che Joy non è sua figlia , ti verrà a cercare ma questa volta sono sicuro che farebbe veramente di tutto per trovarti e ucciderti.. anzi uccidervi, tu e Albert > sussurrò mia madre preoccupata.

< Albert non lo sa..> 

< Non hai ancora detto ad Albert che Joy è sua figlia?! Cathrine! per l'amore di Dio! cosa stai combinando?!> 

Mi portai una mano alla bocca. Non potei crederci. Cathrine la mamma di Joy era in casa di gente che da anni  gli dava la caccia, ma a quanto pare con mia madre erano in ottimi rapporti. Sembravano quasi confidenti, amiche. Come diavolo era possibile?. Ma la cosa che mi fece scombussolare lo stomaco furono quelle parole "Se Jack venisse a sapere che Joy non è sua figlia". 

Rebel - Non puoi cambiarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora