Capitolo 33

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LIONEL 

Guidare in quello stato era veramente pericoloso. Non solo perché ero ancora un pochino sbronzo ma perché la testa mi girava dalla confusione che avevo nel cervello, le mani mi tremavano dalla paura di quello che sarebbe potuto succedere per colpa mia e gli occhi continuavano a bruciare intenti a stare fissi sulla strada ma cercando di combattere contro l'istinto di averli costantemente su Joy. 

Lei non parlò per tutto il tragitto, stava appoggiata con la testa sul finestrino e lo sguardo perso. Non pianse più, i suoi occhi erano però gonfi rossi e lucidi, era devastata dal dolore di quella notizia. Provai solo per un attimo a immaginarmi a cosa stesse provando e una fitta di bruciore mi pervase tutto il cuore fino ad arrivare ai polmoni. Mi toccai il petto massaggiandomelo per alleviare quella brutta sensazione. 

Arrivati davanti a casa di Joy, non feci in tempo a parcheggiare la macchina che Joy sgattaiolò di fretta fuori dalla macchina e raggiunse la porta con grandi falcate. Decisi di lasciare la macchina in doppia fila e corsi per raggiungerla. Dovevo stargli accanto.

Joy aprii immediatamente la porta e la spalancò facendola sbattere contro il muro, così forte da far cadere un quadro appeso. 

< Caaathrineeee> urlò a pieni polmoni senza sosta, ripeteva il suo nome gridando, sputando e sfogando tutta la sua rabbia pronunciando solo quel maledetto nome.  

Dopo poco Cathrine scese velocemente le scale di casa e si bloccò appena vide lo stato di Joy davanti alla porta.

Joy iniziò a ridere. Rise così forte in modo così isterico, che una scia di brividi mi pervase le braccia. Era davvero inquietante , sembrava pazza. Cathrine dovette pensare alla stessa cosa perché il suo sguardo comunicava solo paura, poi prese coraggio e scese gli ultimi gradini andandogli incontro.

< Joy hai bevuto?> gli domandò cautamente

Joy smise di ridere di colpo e si fece seria. Scosse la testa.

< Allora cos'hai?> gli chiese allungando una mano per toccargli il viso

Ma Joy gliela prese e gliela strinse forte in un pugno, Cathrine iniziò a urlare dal dolore.

< Dimmi.. Chi è mio padre?> gli domandò Joy a denti stretti, il suo sguardo era indemoniato 

< Joy.. che domande sono... l'hai saputo chi è ...> sussurrò dolorante Cathrine

< Risposta errata > rispose Joy stringendo ancora più forte la mano di Cathrine che si piegò dal dolore

< Riproviamo... Chi è mio padre Cathrine?> gli chiese con quel tono ironico e severo al limite con la follia.

Cathrine mi guardò in cagnesco. Aveva capito. Aveva capito che le avevo tradite. tutte.

< Tu...> sussurrò piangendo Cathrine guardandomi negli occhi

< Lascialo stare, sto parlando con te !!!> gridò Joy

Cathrine cercò di tranquillizzarsi e nel frattempo dalle scale scese Albert anche lui spaventato probabilmente dalle urla che sentii dal piano superiore.

< Joy che diavolo stai combinando! lasciala stare! > intervenne Albert cercando di togliere la presa di Joy su Cathrine

< Lionel... perché sei impassibile fai qualcosa!! > mi disse rivolgendosi a me

Scossi la testa e guardai per terra.

< Albert, mettiti comodo sul divano.. Cathrine ha una lunga storia da raccontarci , ad entrambi > gli rispose Joy con lo sguardo fisso su Cathrine

Rebel - Non puoi cambiarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora