Capitolo 31

41 1 0
                                    

JOY

Dopo poco sentii i passi di Albert salire le scale di ferro, attesi qualche secondo e poi lo vidi sbucare con i suoi capelli neri ricci e i suoi enormi occhiali neri che al buio mettevano ancora di più in risalto i suoi occhi color ghiaccio. In  testa portava un buffo cappello di lana e un cappotto molto elegante color cammello. In quel momento non sarei stata con nessuno, ma la presenza di Albert mi fece star meglio, in quel preciso istante , capii che lui era l'unica persona che avrei voluto accanto.

Albert si avvicinò cautamente a me. Io rimasi sdraiata a pancia in su con il muso di Chaos tra le gambe. Albert si sdraiò affianco a me sospirando. Per qualche secondo non mi rivolse la parola e rimanemmo a contemplare il cielo in silenzio.

Poi si fece coraggio e provò a parlarmi continuando a fissare il cielo.

< Ti piace quassù ? > mi domandò dolcemente

< Sì > sussurrai 

< Piace molto anche a me > confessò

La cosa non mi stupii. Io e Albert avevamo tantissime cose in comune.

Albert si girò a guardarmi e io rimasi invece esattamente con il naso all'insu con gli occhi persi tra le stelle.

< Perché non mi hai chiamato?> mi domandò 

Mi girai delicatamente per guardarlo. Era preoccupato, lo notai dalla piccola ruga di espressione che gli apparve in mezzo alle sopracciglia. 

< Me la so cavare benissimo da s-s-ola > farfugliai 

< Lo so Joy, lo so che sei forte. Ma tutti abbiamo bisogno di una persona su cui contare. E tu hai me > mi rispose

Tu hai me.

Era incredibile come Albert sapesse già il perché della mia agonia, era a conoscenza del fatto che io ero una persona sola e sapeva che avrei avuto bisogno di qualcuno e lui c'era. Il mio cuore si alleggerì un po' sentendo quelle parole uscire dalla sua bocca.

Mi portai istintivamente le mani sugli occhi e ripresi a piangere come una bambina. Albert a quel punto avvicinò il suo corpo al mio e mi abbracciò facendo appoggiare la mia testa sul suo petto. Iniziò a carezzarmi i capelli , proprio come faceva nonna Angy , ed io mi rilassai un po'.

< Stai tranquilla Joy, ci sono io qui con te> continuò Albert tenendomi stretta a lui

Il pianto piano piano si placò e la disperazione lasciò presto posto alla vergogna. 

Non avrei mai voluto mostrarmi così fragile davanti ai suoi occhi. Così mi rialzai di scatto e cercai dentro la mia borsa una salvietta per bagnarmi un po' il viso e riprendermi.

Albert si sedette si frugò in tasca, dopo poco fece uscire un pacchetto di sigarette se la portò in bocca e con un sorriso complice me ne offrì una, immediatamente l'accettai mettendomela fra i denti.

< N-n-non avevi detto cheee non si potev-va fumare nei pressi del campu-ss?> domandai sorridendo

< Qualche volta è giusto fare uno strappo alla regola > mi rispose facendomi l'occhiolino e ricambiando teneramente il sorriso.

Dopo qualche tiro di sigaretta e qualche chiacchera sul nostro musicista preferito, la sbronza mi stava quasi passando e il cuore era sempre più leggero grazie ad Albert che era riuscito a togliere mattoncino su mattoncino che si era posato su di lui . 

< Ti va di parlarne?> mi domandò

Così gli spiegai tutto. Rivelai per la prima volta i sentimenti assurdi che provavo per Lionel a qualcuno, gli parlai di Jack, dell'omicidio di nonna Angy, di come le sue parole mi avessero ferito, del mio piano di ammazzarlo e della mia incapacità nel portalo a termine, di Marilyn che pur essendo mia nonna nutriva per me odio, gli parlai di Oceane di come fosse strana nei miei confronti e il mio sospetto che mi nascondesse qualcosa. Parlai del Natale di come lo odiavo, di come avrei voluto avere una famiglia normale e non essere alcolizzata. Gli dissi di Amber che odiavo vederla incinta perché sapevo che alla nascita della bambina non l'avrei più vista. Mi sfogai per la prima volta di tutto quello che da anni tenevo dentro e solo per me , sfogai tutte le mie frustrazioni e Albert stette ad ascoltarmi attentamente in silenzio fino alla fine senza intervenire. Di tanto in tanto si sistemava i capelli di lato, o strizzava gli occhi e si puliva gli occhiali, ma lo sguardo era fisso su di me, mai una volta distratto.

Rebel - Non puoi cambiarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora