Capitolo 27

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JOY

Mi ritrovavo dopo poche ore in piedi nell'esatto punto in cui io e Amber ci eravamo salutate. Non avevo voglia di tornare a casa, l'adrenalina mi scorreva nelle vene al posto del sangue, puzzavo come un barbone , avevo un aspetto orribile ma non mi importava. Le luci dell'alba illuminavano il portone di Amber ed io fissavo l'orario sul display del mio cellulare aspettando le 7:30, orario in cui Amber si sarebbe svegliata e sarebbe uscita di casa per andare da Adam. Quando l'orario finalmente scattò rimasi in immobile a fissare la porta. Come un cane quando aspetta il suo padrone rientrare in casa e in quel momento mi chiesi se Chaos stava facendo lo stesso per me. Il pensiero mi rallegrò e mi fece far sentire importante. 

Dopo pochi minuti la porta si aprì. Amber aveva messo dei leggins neri e una maglia nera attillata che mostrava fiera il suo enorme pancione, in testa aveva un berretto di lana giallo e un lungo cappotto di pelliccia marrone gli arrivava fin alle caviglie, ai piedi portava delle Nike bianche. I suoi lunghi capelli rossi fuoco gli ricadevano ai lati della suo corpo ed i suoi occhi azzurri mi scrutavano in attesa di qualche mio segnale. Era struccata e preoccupata. 

< Ciao Amber > gli sussurrai 

Lei non mi salutò prese dalla tasca le chiavi della sua auto e l'aprì da lontano, poi si avviò per entrarci e io feci lo stesso. Durante tutto il viaggio non volò una parola e quando l'auto di Amber parcheggiò dinnanzi al palazzo di Adam , spense il motore ed io feci per scendere quando lei mi agguantò per il polso e mi strattonò verso la sua direzione. Mi girai ad osservarla, era nera di rabbia.

< Stammi bene ad ascoltare, tu hai promesso che ci avresti protette oggi, se ciò non avverrà, se dovesse capitarmi qualcosa a me o alla mia bambina, Joy sappi che per te sarà la fine.> scandii parola per parola e nel contempo mi annientava solo con lo sguardo.

Avevo una grossa responsabilità. Ma la domanda che mi si incastrava nei miei pensieri e mi martellava il cervello era :  sarei stata in grado di proteggerle?. La paura iniziò a chiudermi lo stomaco quando il mio cervello iniziò a proiettarmi immagini orribili su come potessero andare realmente le cose. Se fosse successo qualcosa ad Amber sarei stata la prima ad uccidermi. Non avrei mai permesso a nessuno di toccarla.

Annuii con la testa senza dire altro e scesi dalla macchina.

Amber si avviò a passo lento verso il portone e quando vide il nome sul campanello fece un respiro per tranquillizzarsi e scacciare via tutta l'ansia, quando capii che era inutile in quanto l'ansia gli stava letteralmente divorando ogni cosa dentro di lei , si fece coraggio e suonò. Dopo poco una voce squillante rispose

< Chi è?> disse una voce femminile

< Ehm.. Si... ciao.. sono Amber un'amica di Adam, lui è.. in casa?> la voce di Amber tremò dalla paura

Nessuna risposta.

Dopo pochi minuti il portone si aprii ed io e Amber ci guardammo. Lei fece per entrare per prima ma io la bloccai e passai io.

Entrammo in casa di Adam. L'odore di marijuana era così forte e consistente che si sentiva dall'ingresso del portone. Ad accoglierci una ragazzina bionda alta magrissima, con una scollatura a V che mostrava il suo seno rifatto una minigonna cortissima e un lecca-lecca in bocca, mi domandai se avesse almeno la maggiore età. Ci osservava in cagnesco e noi senza neanche salutarla con pura indifferenza nei suoi confronti, entrammo. L'appartamento era un totale casino, il divano era pieno di fogli, il pavimento era sporco e le pareti dal bianco erano passate al grigio per la sporcizia. Si faceva faticare a respirare. Amber si attaccò a me e io la strinsi per rassicurarla.

< Ma guarda un po' chi si rivede! > la voce di Adam alle nostre spalle ci fece rabbrividire. 

Adam non era cambiato. Se qualcuno lo avesse visto in giro non avrebbe mai creduto che fosse una delle persone più temibili del quartiere. Era basso molto più basso di me, aveva i capelli riccioli piccolissimi, attaccati alla sua enorme testa. Gli occhi marroni un po' all'infuori e la sua barba lunga che gli copriva tutto il viso. Era orribile.  La bambolina bionda gli passò vicino sculettando e andando verso la porta del bagno.

Rebel - Non puoi cambiarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora