45. La Passeggiata Con Virginia (parte 2)

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Narratore pov.

Remus ancora si stava contorcendo dal solletico che Sirius gli stava facendo, ma poco dopo il Black si interruppe come di colpo, quando con la coda del occhio giuró di aver visto una sagoma che conosceva bene, celarsi nella penombra degli alberi.

Sirius <l'hai visto anche tu?>,

Chiese a Remus, sperando che l'avesse vista anche lui.

Ma notando quanto felpato fosse diventato di colpo serio, lo diventó anche Remus, non capendo cosa avesse visto.

Remus <che cosa Sir? Cosa dovrei vedere?>

Sirius <mi è sembrato di vedere, mia cugina Bellatrix laggiù, vicino a quei cespugli, che osservava Leo e la ragazza che sta con lui>

Remus <Virginia intendi?>

Sirius <si esatto.>,

Ma nulla, Remus non aveva visto nulla.

Remus <ad ogni modo no...Non l'ho vista! E poi, che dovrebbe volere Bellatrix da Leo?>

Sirius <oh...>,

Si compianse Sirius, probabilmente la vista, gli aveva giocato uh brutto scherzo, per la paura di perdere tutto di nuovo.

Sirius <magari me lo sono solo immaginato, tranquillo>,

Si, pensava lui, magari se lo era solo immaginato, ma restava il fatto, che improvvisamente un brutto pensiero invase la sua mente.

Così la passeggiata con Virginia, continuó...
E Leo era ancora lì, con la mano di Virginia tra la sua, che cercava ancora di rassicurarlo, sulla sua prima partita di quidditch.
Ed intanto lui, cercava di non farsi scoprire da lei, rosso come un peperone, per quel contatto.

Che anche se piccolo, era bastato a mandarlo su di giri.

Leo <grazie, davvero per il tuo supporto.
Spero che vada davvero tutto bene>

Virginia <vedrai sarà...>,

Ma effettivamente, c'era qualcosa che non andava nel aria, in quel momento anche Leo se ne rese conto.
Sentì le foglie lamentarsi, gli arbusti ritirarsi spaventati e gli alberi quasi chiamare aiuto.
Percepì nel ambiente che qualcosa non andava e salì per la spina dorsale di Leo, una strana scarica, quando chiedendo scusa a Virginia, gli ritrasse la mano, per vedere cosa c'era che non andava nel ambiente accanto a loro.
Infatti, la giovane Corvonero, vide il suo accompagnatore abbassarsi ai livelli dei cespugli di lavanda e passarci una mano attraverso, quasi come se li stesse accarezzando per calmarli.
Virginia non capì subito le parole che Leo, disse a quei cespugli di lavanda, sembrava quasi come se parlasse una lingua ai maghi sconosciuta, ma doveva ammettere che ciò, rendeva Leo, agli occhi di Virginia molto misterioso ed interessante.
Tanto che si ritrovó a fissarlo amaliata, da ciò che sapeva fare.
Non ne aveva paura, come alcuni invece ne avevano, non conoscendo bene ciò che Leo si portava nel sangue, ma era innegabile che anche Virginia sembrasse provare qualcosa per lui.

Cosi gli andó accanto e poggiandogli delicatamente una mano sulla spalla, gli chiese se era tutto apposto.

Virginia <e tutto apposto, Leo?>

Leo <bhe, non lo so...Non proprio in realtà...>,

Tornó Leo in forma eretta, per riuscire così a parlare meglio con Virginia.

Leo <lo so che sembra strano e, non vorrei che tu, pensassi che io sono "Strambo" ma...La lavanda è terrorizzata!
Ho cercato di comunicare con loro, ma tutto ciò che ne ho ricavato è:
"Lei è qui per voi" e poi "Vuole portare a termine, il lavoro lasciato in sospeso qualche anno addietro">

Virginia <"Vuole portare a termine il lavoro, lasciato in sospeso qualche anno addietro", ma che vuoldire?
E poi, soprattutto chi?>,

Chiese Virginia confusissima.

Leo <non ne sono sicuro, perché non conosco molto bene, tutto ciò che riguarda i miei primi anni di vita.
E papà, non se la sente di raccontarcelo, ma onestamente come biasimarlo, penso che anche solo rivivere la morte della mamma, lo faccia stare malissimo, ed io, non voglio insistere chiedendogli dei dettagli, ma...>,

Le rispose Leo, apprendosi un pochetto di più con Virginia, che in tutto ciò, apparte guardarlo e rimanerne attratta, si commosse.
Da un lato in realtà la giovane Corvonero, era anche un po' stranita, di come lui riuscisse a parlare di tutto quello, così, quasi senza problemi, ma la verità era un altra.
Anche Leo soffriva tanto per la mancanza della madre, magari non lo faceva vedere molto spesso, alcune volte era timido, o riservato, tanto che ad alcuni sembrava come se non gli importasse per nulla che sua madre fosse morta, ma gli è ne importava eccome, solo non trovava giusto, dover sempre celare come un segreto di stato quello che era accaduto.
Leo sapeva che ricordando la madre, probabilmente avrebbero tutti versato molte lacrime, ma lui non si era mai vergognato di ciò che era e da chi aveva preso, piangere era un processo più che naturale, per processare tutto quel dolore, ma secondo lui, era importante mantenerne il ricordo.
Per non scordare mai, che bella persona era la loro madre.

Leo <e importante mantenerne il ricordo capisci...Sicuramente piangeró per mamma e più che naturale farlo, ma voglio che il mondo sappi, che bella persona era...Non l'ho mai conosciuta, ma sono sicuro di questo!>,

Gli spiegó Leo, qualche minuto dopo, che Virginia gli chiese effettivamente, come facesse a parlarne così con calma.
E ne restó davvero meravigliata, Leo, per essere così piccolo, ed avere solo tredici anni, sembrava davvero già molto saggio.
Per ciò, questo contribuì a far innamorare Virginia di lui, ancor di più.

Virginia <sei incredibile sai!>,

Gli disse così su due piedi lei, facendo arrossire Leo.

Ma Virginia, gli prese di nuovo la mano e dandogli in ultimo un bacio ad inizio labbra, gli chiese se gli andava di prendere qualche snack, dalla sala grande, erano le quattro del pomeriggio e lei, aveva molta fame.

Virginia <ho fame! Ti va se ci prendiamo qualche snack avanzato da oggi a pranzo?>

Leo <perché no.>,

Le rispose lui, totalmente rosso in viso, sperando che Virginia, non se ne accorgesse.
Cosi i due si diressero dentro il castello, per prendere per merenda, qualcosina da sgranocchiare, rimanendo sempre per mano.
Finché Leo non si accorse di Sirius, passandogli accanto, per entrare, Leo guardó suo padre, col viso completamente in fiamme, ed abbozzando un sorriso un po' sgembo.

Sirius sorrise, quella era la prima cottarella del figlio e ne era così felice, che subito dopo che il figlio fu dentro Hogwarts, felpato si rianimó come di colpo, rivolgendosi a Remus, con così tanta felicità in corpo, che sembrava un uragano.

Sirius <hai lezioni nel pomeriggio moony?>

Remus <in che senso...>,

Gli chiese confuso, non capendolo quasi, di punto in bianco, sembrava felice come una pasqua.

Remus <c'è no, non ho lezioni oggi,
perché?>

Sirius <bhe, non volevi scegliere l'abito per il tuo matrimonio?
Potremmo andare ad Hogsmade, se non mi sbaglio, ci sono ancora dei negozi, di abiti da sposo, oppure...Potremmo dirigersi nel mondo non magico, uhhhhh, sarà così divertente...Adoro fare shopping!>,

Gli rispose Sirius così eccitato, che non riusciva a star fermo.

Remus <oh si, lo so! Mi ricordo bene, che tra te ed Antje, eri tu quello che amava far shopping, lei lo detestava, hahaha>

Sirius <già! Ma sono così felice amico>

Remus <oh e un piacere allora, vederti così felice Felpato...E da tempo che non lo eri più così tanto...Andiamo subito, fammi solo avvisare Tara, ed arrivo ok>

Sirius <ok, allora ti aspetto qui>

Remus <due minuti e sono subito da te, promesso>

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