Il rione Cárdenas era il posto ideale dove poter vivere sereni, lontani dal trambusto delle grandi città. Si ergeva nella periferia di una vivace cittadina bagnata dal mare e nelle immediate vicinanze di una generosa terra coltivata a frutteti, dove l'aria era sempre pulita e profumata.
Le strade che si sviluppavano tra i suoi edifici venivano percorse da poche automobili e i soli rumori che disturbavano questa tranquillità erano i fischi delle navi che entravano in porto o lo sferragliare dei treni sui binari della vicina ferrovia.La primavera, ormai agli sgoccioli, profumava le strade di gelsomino e le lunghe giornate, illuminate da un caldo sole di inizio estate, consentivano ai ragazzi del rione di trascorrere gran parte del tempo all'aria aperta. La noia era cosa rara e solo se costretti a stare in casa bisognava inventarsi qualcosa per ingannare il tempo. Le strade e i campi circostanti erano un regno incantato dove le capanne, costruite con vecchi cartoni, si trasformavano in castelli da conquistare; gli alberi in montagne da scalare e i terreni incolti e arsi dal sole in stadi, dove interminabili partite finivano al tramonto quando calato il sole non si riusciva più a distinguere il pallone.
La gara, iniziata da una decina di minuti, procedeva con il risultato bloccato sullo zero a zero. Lo stadio, pieno in ogni ordine di posto, ribolliva di passione e i tifosi sventolavano le bandiere ravvivando le grigie gradinate con un caleidoscopio di colori.
Un giocatore, con la palla incollata al piede, varcata la linea di centrocampo vide un compagno libero da marcature che si sbracciava in modo furioso. Subito gli servì il pallone con un perfetto passaggio e l'altro, con uno scatto fulmineo, si involò verso la porta.
I tifosi balzarono in piedi eccitati. Sembrava che nulla avrebbe potuto fermarlo, tantomeno il portiere che lo seguiva con lo sguardo preparandosi a respingerne il tiro.
Avanzò ancora e spostò la palla sul destro, mentre già si sentiva avvolto dagli abbracci dei suoi compagni, ma un attimo prima che riuscisse a calciare venne sbilanciato da uno spintone. Provò in tutti i modi a non cadere, ma perse l'equilibrio e, come un burattino al quale hanno tagliato i fili, si accasciò al suolo in una nuvola di polvere. Lo stadio esplose in una protesta rabbiosa.
– Rigore! È Rigore!
L'autore del fallo allargò le braccia. – Non l'ho nemmeno toccato!
– Non lo hai toccato? A momenti lo ammazzavi!
– È stato lui a mettersi davanti!
La discussione proseguì per qualche minuto, mentre il poveretto si rotolava nel terreno tenendosi il ginocchio e urlando come se gli fosse stata spezzata una gamba. In questo trambusto, il giocatore con il numero otto si fece largo a spintoni, raccolse la palla e la collocò in terra davanti alla porta.
– È rigore.
Ettore Di Bonito veniva soprannominato 'il cavallo' perché qualcosa del suo viso faceva venire in mente il muso di quel nobile animale. Lui detestava questo soprannome e solo i più coraggiosi osavano usarlo in sua presenza. Alto, non molto robusto, ma forte e coraggioso, indossava un paio di occhiali ai quali teneva moltissimo e quando li toglieva e li metteva al sicuro era un chiaro segnale che aveva intenzione di azzuffarsi.
Ettore sfilò gli occhiali bagnati di sudore e li asciugò sulla maglietta, poi li inforcò di nuovo e cercò di concentrarsi, mentre i tifosi sugli spalti assistevano con il fiato sospeso sotto un sole ancora cocente.
Prese una lunga rincorsa e si lanciò verso il pallone come una locomotiva sbuffante; lo colpì con forza e lo fece volare in alto ben oltre la traversa, scatenando il disappunto dei compagni e l'ilarità degli avversari.
– Guarda dove hai fatto finire il pallone!
Il portiere si coprì il volto e scoppiò in lacrime. Il suo nome era Umbertino Tammaro, un ragazzino cicciottello dalla carnagione chiara, ma con le gote sempre rosse come mele mature, famoso per il suo amore per il cibo e per la predisposizione al pianto facile.
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La banda degli americani in pigiama
AventureIn un sereno pomeriggio di inizio estate, Andrea e i suoi amici stanno giocando quando il pallone finisce casualmente nel cortile di un vecchio casolare abbandonato. La loro partita terminerà qui, ma inizierà un'avvincente avventura che li porterà a...