La cameretta di Tommy non era molto grande, ma in compenso ordinata e pulita. La pigra luce del giorno, addolcita da tende sottili color senape, entrava dall'unica finestra illuminando un'ordinata scrivania. Sul letto, coperto da variopinte lenzuola e collocato sotto un armadio a ponte, spiccava un grosso cuscino decorato con i colori dell'arcobaleno. Nell'aria si avvertiva un profumo zuccherino che solleticava i sensi.
Fabio, seduto sul letto, prese un respiro profondo e si domandò cosa stessero preparando in cucina. Andrea, invece, era impegnato in una discussione con la sorella di Tommy.
– E così ve le hanno suonate, vero? – insinuò Imma con un sorriso beffardo.
– Macché. – sbottò Andrea. – La battaglia era quasi vinta, poi sul più bello è arrivato Beppe.
– Chi?
– Beppe il pazzo! Quello svitato che un giorno ti stringe una mano e l'altro ti tira un calcio nei paesi bassi.
– E poi? Cosa è successo?
– Cosa è successo? Si è schierato con quei codardi e...
– ...e ve le hanno suonate! – lo anticipò Imma.
– Non è andata così! – strepitò Andrea. – Ci siamo ritirati ed è stata una nostra scelta. – si picchiettò il petto con un indice – La prossima volta finirà in modo diverso. – Fabio, che aveva seguito la discussione, scosse la testa sconsolato.
– Sarà... – disse Imma mentre sfogliava una rivista. – Ora che pensate di fare?
Andrea non rispose e fissò, con sguardo vacuo, la luce che proveniva dalla finestra.
Tutto a un tratto ebbe l'idea: un duello! Avrebbe risolto tutto sfidando il capo della banda paurosa. Il vincitore avrebbe ottenuto il casolare; il perdente rinunciato a ogni pretesa. Fiero di sé, parlò del piano a Imma che, affascinata da tanto coraggio, avvicinò le labbra al suo orecchio e gli sussurrò parole ricche di passione.
– Se posso darvi un consiglio, – alle sue parole Andrea sobbalzò – dovreste trovare un alleato, proprio come hanno fatto loro e dovreste trovarne uno più forte di Beppe. – concluse Imma. Dopo aver messo via la rivista, si ispezionò con attenzione le unghie.
I fratelli Caracciolo si guardarono con occhi sgranati. – Ha ragione. – fece Andrea.
Fabio annuì. – Come abbiamo fatto a non pensarci?
– Forse perché non siete molto allenati a farlo. – miagolò Imma mordicchiandosi un'unghia. Fabio le rivolse uno sguardo sprezzante mentre Andrea sfiorò con le dita il suo braccialetto.
– Con un po' di fortuna – disse – anche noi riusciremo a trovare un alleato potente.
– Certo, – fece Imma – ma non ti basterà toccare quel braccialetto magico per trovarlo. Ti dovrai impegnare un po' di più.
– Questo non è un braccialetto magico! – esclamò Andrea. – Non l'ho comprato né da una zingara né da un mago. È il regalo di una ragazza che, tempo fa, ho salvato da un'aggressione di tre cani randagi.
Fabio alzò gli occhi al cielo e poi si coprì il viso con le mani.
Proprio in quel momento, entrò in camera Tommy con un vassoio colmo di biscotti profumati. – Guardate che belli. Prendetene qualcuno, sono ottimi. Li ha appena sfornati la mamma.
– È vero. – confermò Imma raccogliendone una manciata. – Sono molto buoni, assaggiateli.
Andrea ne prese uno e, dopo aver inalato il suo odore zuccherino, ne assaggiò un pezzetto. – Delizioso. – disse, infilandolo tutto in bocca. – E la tua è davvero un'ottima idea!
– Grazie. – fece Tommy – Sapevo che ti sarebbero piaciuti.
– Veramente io mi riferivo a Imma. – precisò Andrea. – Tua sorella ci ha appena dato un suggerimento prezioso per sconfiggere la banda paurosa.
– Imma? E cosa vi ha suggerito? Di tirargli i capelli? Di sfidarli a chi cambia prima il pannolino di una bambola? – Detto questo rise, nascondendo la bocca con una mano.
Imma lo incenerì con uno sguardo. – Sei un deficiente. – disse e gli tirò un biscotto che si frantumò contro il muro.
Tommy, a bocca spalancata, fissò le briciole sparse sul pavimento della sua camera.
– Mamma! – urlò mettendo il vassoio sulla scrivania. – Imma mi ha tirato un biscotto e ora è tutto rotto in terra!
Gli occhi di Imma divennero due fessure. – Sei una spia. – sibilò e provò a colpirlo con un secondo biscotto, scagliato con maggiore forza del primo. Tommy riuscì a evitarlo ed esplose in mille briciole contro l'armadio.
– Mamma! – urlò ancora Tommy. – Ne ha tirato un altro!
Andrea e Fabio assistettero attoniti alla lite senza riuscire a far nulla per farli smettere, finché Imma, con un balzo felino, aggredì il fratello e l'afferrò per i capelli. Tommy provò a scrollarsela di dosso e dovette lottare molto prima di riuscirci, poi la scaraventò sul letto proprio mentre Fabio si metteva al sicuro.
Paonazzo per la rabbia e per lo sforzo, Tommy la immobilizzò mettendosi seduto sulla sua schiena, ma proprio in quel momento, una mano nodosa lo sollevò per un orecchio e lo trascinò via di peso.
– Ahia! Ahia! – piagnucolò – È stata lei a iniziare!
– Brutto disgraziato! Ora facciamo i conti... prendertela con la tua sorellina!
La mamma lo costrinse a uscire dalla stanza e Imma, come se nulla fosse accaduto, si alzò dal letto e poi si sistemò le trecce. Infine fece per andarsene, ma non prima di aver salutato i due fratelli con un sorriso.
Imbarazzati, i Caracciolo attesero che il loro amico facesse ritorno, infine decisero di togliere il disturbo. Passando davanti alla porta chiusa della cucina, udirono la madre che strigliava il povero Tommy. Una volta fuori si sentirono più sollevati e si incamminarono verso Becco D'Aquila.
– Quante botte stava prendendo. – disse Fabio agitando una mano.
– Eh già. Mai mettersi contro Imma. – commentò Andrea.

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La banda degli americani in pigiama
AdventureIn un sereno pomeriggio di inizio estate, Andrea e i suoi amici stanno giocando quando il pallone finisce casualmente nel cortile di un vecchio casolare abbandonato. La loro partita terminerà qui, ma inizierà un'avvincente avventura che li porterà a...