9. Trentuno salva tutti

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- ...ventinove, trenta, trentuno! Che siate pronti o no, arrivo!

Steve si guardò intorno: il cortile era deserto e silenzioso, ma sapeva bene che non era così; dietro ogni angolo poteva essere nascosto qualcuno. 

– Trentuno a Billy dietro il pozzo! – urlò all'improvviso e colpì, con una mano, il punto del muro dove in precedenza si era appoggiato per contare.

Per alcuni secondi, Steve attese che Billy venisse fuori dal suo nascondiglio, ma non accadde nulla.

– Ehi, guarda che ti ho visto! – gridò di nuovo. – Sei nascosto lì dietro.

– Non sono Billy. Hai fatto fiasco!

– Non fare il buffone. Conosco bene la tua voce… sei mio fratello!

– E va bene! – disse Billy che poi venne fuori sbuffando. – Odio essere scoperto per primo.

Brontolò ancora qualcosa e andò a sedersi all'ombra del gelso per continuare a seguire lo svolgimento del gioco. 

Steve, soddisfatto, riprese la ricerca e si allontanò di qualche metro dal muro poi, dopo essersi guardato intorno ancora una volta, si diresse verso la scalinata che conduceva all'appartamento. A un tratto, un improvviso rumore di passi lo allarmò e lo costrinse a tornare subito indietro. Alle sue spalle, Ettore si stava dirigendo verso il muro di gran carriera. Steve però era più vicino.

– Trentuno a Ettore! – urlò.

Ettore imprecò, tirò un calcio alla polvere e si andò a sistemare al fianco di Billy.

Sfregandosi le mani, Steve si avviò verso il vecchio forno. Giunto a pochi metri di distanza vide qualcosa muoversi al suo interno. Quindi si avvicinò furtivo e scrutò con attenzione attraverso la bocca: non voleva correre il rischio di fare fiasco

– Trentuno ad Andrea nel forno! – urlò e tornò di corsa al muro.

Andrea raggiunse Ettore e si mise seduto al suo fianco, poi gli diede di gomito. – Oggi Steve se la sta cavando bene.

– È vero. – rispose Ettore. – Ma adesso il gioco si fa duro. Restano ancora Fabio e Orzowei e sono entrambi veloci.

Ettore aveva appena terminato di parlare che la voce di Steve riecheggiò ancora una volta nel cortile.

– Trentuno a Fabio dietro il cespuglio!

Ormai era rimasto nascosto solo Orzowei e tutti gli altri, seduti all'ombra, assistevano con trepidazione al gioco sperando che potesse fare trentuno salva tutti; altrimenti sarebbe toccata a Billy andare a contare. 

Steve perlustrò la zona circostante, ma non riuscì a stanare Orzowei e fu costretto ad allontanarsi dal muro. Intanto Andrea, che seguiva lo svolgersi del gioco, venne distratto da un movimento proveniente dall'alto; alzò lo sguardo verso il gelso e scoprì dove era nascosto. Orzowei saltò giù e rotolò nella polvere come un pallone a cocozza, ma si rialzò in un attimo e corse verso il muro; Steve si voltò e lo vide. I ragazzi scattarono tutti in piedi.

– Vai Orzowei!

– Forza, salvaci!

Steve sapeva di essere più lento, ma confidò nel fatto di essere più vicino al muro. Corse come non aveva mai fatto prima e fino a pochi metri da esso era ancora in vantaggio. Allungò una mano e pregustó il dolce sapore della vittoria.

– Trentuno salva tutti! – urlò Orzowei e batté la mano sul muro, facendo cadere un po' di intonaco.

Andrea, Ettore, Fabio, ma soprattutto Billy, lo raggiunsero festanti e lo soffocarono di abbracci e pacche vigorose.

Steve, trasfigurato dalla delusione, assisté in silenzio alla festa della sua sconfitta, poi, trascinando i piedi nella polvere, si allontanò a testa bassa.

Più tardi tutti erano pronti per ricominciare il gioco e ansiosi di correre a nascondersi. Andrea, invece, andò all'ombra del gelso e si mise seduto. 

– Steve! – chiamò. – Questo giro non gioco! Ok?

Steve gli rispose con un cenno di assenso e dopo essersi appoggiato al muro, iniziò a contare.
- Uno, due, tre...

I ragazzi schizzarono via in tutte le direzioni come uno stormo di uccelli impazziti in cerca di nascondigli mentre Andrea continuò a godersi l'ombra. Così  vide Fabio che spariva dietro il casolare, Billy che si infilava nel vecchio forno, Ettore che si nascondeva sotto la scalinata e Orzowei che se ne stava seduto sul muro di cinta con le gambe a penzoloni.  

– Perché non si nasconde? – si domandò. 

Andrea trasalì. Quello non era Orzowei. Era un ragazzino che non aveva mai visto prima.

La banda degli americani in pigiamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora