6. La seduta spiritica

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L'aria fresca della sera scivolava nel salotto di casa Caracciolo dalla porta del balcone facendo dondolare le tende. Il sole era tramontato da poco e la luce, che aveva tinto le pareti della camera d'un caldo arancio, era ormai del tutto sparita. Nel cielo facevano capolino le prime stelle luminose mentre la costa, visibile dal balcone, era come coperta da un lenzuolo scuro sul quale piccole luci scintillanti si muovevano come lucciole.

Erano già arrivati tutti, mancava all'appello solo Ettore e i ragazzi seduti attorno al tavolo del salotto discutevano sul da farsi.

– Posso fare una domanda? Qualcuno ha già partecipato a una seduta spiritica prima? Lo chiedo perché non ho idea di come si svolga.

Un silenzio imbarazzato cadde come un macigno sul gruppo, seguito da uno scambio di sguardi smarriti.

– Tranquilli, – disse Fabio. – Ho già letto il libro che Steve ha trovato nella sua libreria e so come fare.

– Bene. – Andrea tirò un sospiro di sollievo. – Allora spiegacelo per favore.

Fabio annuì. – Tutti devono sedersi attorno al tavolo al buio e tenere le mani aperte poggiate su di esso.

– È vero! – lo interruppe Orzowei. – Ho visto una cosa del genere in un film horror, dove poi tutti i partecipanti venivano massacrati dallo spettro evocato!

Andrea lo additò. – Tu vedi troppi film stupidi!

– Non era stupido. E inoltre era ispirato a una storia vera.

I ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati e Steve si coprì la bocca con una mano. – Siamo sicuri di volerlo fare? Io avrei cambiato idea...

– Non dire sciocchezze. – disse Andrea. – Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare.

– Io non so nemmeno ballare... – mormorò Steve.

Andrea si rivolse nuovamente a Fabio. – Quindi se ho ben capito si deve formare una catena con le mani poggiate sul tavolo. È così?

– Esatto e questa catena non dovrà essere spezzata prima della fine della seduta. Mi raccomando, questa cosa è importante.

– Perché? – Billy si mordicchiò le unghie. – Cosa potrebbe accadere?

Fabio fece spallucce. – Il libro non lo spiega in modo chiaro, ma lascia intendere che lo spirito evocato potrebbe... arrabbiarsi.

– E massacrare tutti i partecipanti! – esclamò Orzowei.

Andrea, esasperato, batté entrambe le mani sul tavolo. – Tu sei fissato con i massacri! Piuttosto, cosa dovremo fare dopo aver creato la catena con le mani?

Fabio fece un bel respiro. – Chi guida la seduta dovrà evocare lo spirito e dovrà dire queste parole. – Controllò se avesse catturato l'attenzione di tutti. Nessuno si muoveva e gli occhi erano incollati su di lui. – Spirito, se ci sei batti un colpo... spirito, se ci sei fatti vedere.

Fece una pausa più lunga. – Anima inquieta, batti un colpo!

Un suono stridulo lacerò il silenzio della stanza e Steve scattò in piedi con un urlo facendo sobbalzare anche gli altri.

– Calma! – esclamò Andrea. – Era solo il campanello della porta di casa.

– Ma che razza di campanello avete? – sbraitò Steve – Non potete metterne uno più rassicurante come quelli che fanno dlin dlon?

Fabio si alzò e si avviò verso l'ingresso scuotendo la testa. – Vado a vedere chi ha bussato. Nel frattempo non fatevi venire un infarto.

Quando aprì la porta si trovò di fronte Ettore e Tommy. – Oh, finalmente! Entrate pure, non abbiamo ancora cominciato... o quasi.

– E tu, – Si rivolse a Tommy. – che ci fai qui? Hai cambiato idea?

– Sì. Ettore è molto convincente quando vuole. – Si massaggiò una spalla dolorante.

– Dai, sbrigatevi che siamo in ritardo. I miei tornano verso le dieci e dobbiamo darci una mossa.

Andrea si offrì di condurre la seduta spiritica e nessuno ebbe nulla da obiettare. Recuperò una candela da un cassetto della cucina che poi accese con un fiammifero e collocò al centro del tavolo; tutti si sedettero attorno a esso. Fece accostare le tende del balcone, chiudere la porta del salotto che dava sul corridoio e spegnere le luci, proprio mentre una fresca brezza muoveva le tende e faceva oscillare la fiamma della candela.

Le voci dalla strada erano ormai rare e si udivano solo gli sporadici passi di chi rincasava per la cena. Nel silenzio e nella penombra Andrea parlò con tono solenne.

– Mettete le mani sul tavolo e formate la catena.

Tutti fecero come gli era stato detto.

– Ora chiudete gli occhi e non apriteli finché non avremo terminato.

Rimasero in silenzio per una manciata di secondi accompagnati soltanto dallo stridio delle nottole che volteggiavano nel cielo buio a caccia di insetti.

Andrea parlò con un filo di voce. – Spirito, se ci sei batti un colpo.

Il silenzio faceva fischiare le orecchie. – Spirito del casolare... se ci sei fatti vedere.

Un spiffero sollevò le tende che poi scivolarono sulle teste di Tommy ed Ettore.

– Spirito di Angelina! Se ci sei batti un colpo!

Tutti avvertirono chiaramente un colpo sordo.

Tommy, con il cuore in gola, fece per alzarsi, ma Ettore che era alla sua sinistra lo trattenne con forza. Andrea, sbigottito, cercò di continuare. – No-non rompete la catena prima della fine. Restate seduti.

Attese che tutti fossero fermi e in silenzio e riprese a parlare.

– Spirito, sei qui con noi?

Un debole sibilo, proveniente da un angolo buio della camera, crebbe gradualmente di intensità fino a trasformarsi in un agghiacciante "sì"; un'improvvisa folata di vento gonfiò le tende come le vele di una nave in tempesta. La fiamma della candela, tormentata dallo spostamento d'aria, proiettò sulle pareti sagome spaventose che parevano danzare in un sabba infernale. La fiamma si contorse in un ultimo disperato tentativo di resistere poi si arrese e il buio si impadronì della stanza. A quel punto ci fu il caos.

Tommy tirò via le mani dal tavolo e si rannicchiò sotto a esso piagnucolando come un poppante.

Billy puntò un dito contro Tommy che gli era accanto. – Ha spezzato la catena!

Steve si tenne il viso con le mani.– Oddio! Siamo maledetti!

– Verremo massacrati! – Orzowei saltò in piedi e corse via andando a schiantarsi contro una sedia per poi rimbalzare sul divano. Ettore, Andrea e Fabio, paralizzati dal terrore, rimasero inchiodati alle loro sedie. Proprio in quel momento, una terribile risata riecheggiò nella stanza. A quel punto tutti si catapultarono verso la porta per fiondarsi fuori, ma non fu possibile perché, accalcati uno sull'altro, la bloccarono inesorabilmente.

– Aprite questa porta! Toglietevi di mezzo! – strillò Steve.

– Moriremo tutti! – gracchiò Orzowei.

Intanto quella terrificante risata era diventata irrefrenabile e Andrea e Fabio la trovarono famigliare e la riconobbero: era quella del fratello. Quel farabutto gli aveva giocato un gran bello scherzo.

Un urlo raccapricciante, proveniente dal corridoio, distolse i fratelli dalla loro intuizione e paralizzò tutti. Il rumore di pesanti passi di qualcuno o qualcosa che si dirigeva verso il salotto fu la goccia che fece traboccare il vaso. Tutti si allontanarono dalla porta per rifugiarsi nell'angolo più lontano della camera, travolgendo ogni cosa sul percorso come un'onda di piena. Lo stesso Davide, autore dello scherzo, saltò fuori dal suo nascondiglio e si unì a quella disperata fuga. La porta si spalancò e la luce proveniente dal corridoio stagliò il profilo scuro e minaccioso di una figura che impugnava un oggetto che sembrava una grossa ascia. Tutti urlarono.

Di colpo la luce si accese ferendo gli occhi.

– Che diavolo sta succedendo qui dentro?

La mamma dei Caracciolo, con un'espressione furente, stava ferma sull'uscio e brandiva un robusto e nodoso battipanni di vimini.

La banda degli americani in pigiamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora