Capitolo 17

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Ero combattuta. Da un lato ero contenta di uscire e passare una serata fuori, dall'altro non mi sarebbe dispiaciuto stare a letto e non fare niente. Ma era il compleanno di Laura e io avevo promesso che ci sarei stata. Elena aveva iniziato a scrivermi venti minuti prima, chiedendomi consiglio su cosa indossare o come truccarsi. Ero costretta, dunque, a interrompere il tutorial che stavo seguendo su Youtube per poter seguire la mia amica.

Laura aveva davvero scelto di andare al locale in cui per caso avevamo incontrato il nostro professore alcune settimane prima e ci aveva rivelato che quel venerdì sera era stata organizzata una serata speciale. Dalle dieci in poi, infatti, i tavoli sarebbero stati messi di lato per trasformare il centro della sala in una pista da ballo. Elena aveva sorriso elettrizzata e la sua energia mi aveva contagiata. Sperai che la musica fosse decente.

Mi fermai, abbassando il mascara che stavo tenendo in mano, mentre la mia mente tornava a Lisbona e al ballo che avevo concesso al prof. Pascal.

Era improbabile incontrarlo di nuovo in quel locale, a meno che lui non ci andasse ogni fine settimana con i suoi amici. Un po' (in verità molto) ci speravo.

Elena si fece accompagnare da sua madre fino a casa mia poco prima delle sette e mezza. L'accolsi in casa, perché io dovevo ancora scegliere cosa indossare e lei volteggiò per me, facendomi vedere il suo outfit. Aveva scelto una maglietta bianca con una scollatura profonda e una stretta gonna di jeans che le arrivava fino al ginocchio.

«Bellissima» dissi, alzando i pollici verso di lei. «Conquisterai tutti!»

Elena aveva sorriso compiaciuta e poi ci eravamo concentrate su di me. Dopo qualche minuto di dubbio, scelsi un tubino nero che metteva in mostra le mie curve. Elena mi convinse che stessi bene, dicendomi che «sembri una pantera nera». Era partita una lunga risata.

Uscimmo da casa mia e, tenendoci a braccetto, camminammo fino al locale. Laura aveva invitato poche persone come aveva promesso. Me, Elena, suo cugino Mattia, due altre sue amiche e tre ragazzi.

Le persone con cui Laura era amica fuori dalla nostra classe non mi erano antipatiche, al primo anno di liceo Laura mi aveva convinta a uscire con loro un paio di volte, ma tra noi non c'era mai stata chimica. Ci limitavamo dunque a vederci ai suoi compleanni o in altre rare occasioni.

Fummo tra le prime persone ad arrivare. Aspettammo sedendoci al tavolo, che era stato riservato per noi all'esterno, insieme agli altri invitati già presenti. Ebbi un attimo di esitazione prima di occupare il posto accanto a Mattia. Il suo sguardo percorse il mio corpo e io mi sentii a disagio per tutta quella carne che avevo in bella vista.

«Buonasera.» Mattia si avvicinò a me per salutarmi con un bacio sulle guance. Mi tirai indietro, trattenendo il desiderio di pulirmi le goti.

Laura arrivò con quasi venti minuti di ritardo e fu accolta da cori e fischi. Ci salutò singolarmente con un bacio veloce. Quando le sue labbra mi toccarono non sentii l'istinto di farmi indietro come era successo con suo cugino. Al contrario, l'abbracciai per ricambiare con entusiasmo.

Laura si sedette a capotavola e ci ammirò per qualche minuto, mentre riprendeva fiato. Dal momento che la festeggiata era arrivata, iniziarono a portarci da mangiare.

Quella sera, Elena e Laura erano di ottimo umore e la conversazione fu sempre animata e intrattenente. Mi ritrovai ad ascoltare i discorsi degli altri, intervenendo solo in poche occasioni per lasciare i miei commenti personali.

La serata ricevette una svolta inaspettata dopo le nove. Elena, che era seduta accanto a me, sputò l'acqua che stava bevendo. Tutti la guardammo disgustati e confusi. Elena, incapace di parlare, indicò un punto davanti a noi. Alzai lo sguardo e sentii un calore confortante scaldarmi il cuore e le guance.

No one will know | 18 +Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora