Odiavo essere in ritardo.
E odiavo ancora di più la cena a cui ero stata costretta a prendere parte. Quando sia Elena che Alessia mi avevano guardato con quei loro occhioni innocenti e gentili non avevo potuto rifiutarmi di farlo.
Era solo una cena mi ero detta.
Una cena con la mia ragazza, la mia migliore amica e il suo fidanzato, che un tempo era stato il nostro professore l'ultimo anno di liceo.
Il mio problema era la sua presenza. Perché se si fosse trattata di una normale cena con Elena e Alessia, non avrei avuto alcuna preoccupazione. Era vero che nell'ultimo periodo Alessia si era un po' allontanata da noi, ma era un evento normale, persino comprensibile quando si teneva conto che aveva vissuto a lungo lontana da noi.
Quell'idea di merda era venuta a Elena. Era sempre stata lei ad avere le idee peggiori tra tutte noi, costringendoci spesso a cercare di mettere a posto i suoi casini.
Scrutai il mio riflesso nello specchio, detestando la persona che avevo davanti.
Nell'ultimo anno, guardarmi allo specchio era diventato sempre più difficile. Dalla forma del mio volto, includendo la mia carnagione e i miei occhi, arrivando fino al mio naso, tutto mi ricordava i miei genitori. Ero identica ad entrambi, anche se non sarebbe dovuto essere possibile.
Ero la loro versione più giovane.
Una copia delle persone che mi avevano cacciata di casa. E che mi avevano costretta a bussare alla porta di Alessia durante le vacanze di natale per chiederle aiuto.
Mi ero sentita troppo umiliata per anche solo rivolgere la parola a Elena e dirle che i miei genitori mi avevano rinnegata perché stavo con lei. Le avrei spezzato il cuore. Non potevo darle quel peso.
Era stata Alessia a tirarmi su dal buco in cui ero caduta e mostrarmi che per me c'era ancora una possibilità di trovare una famiglia in quel mondo scuro e crudele.
E ora sentivo il peso di ricambiare quel favore e salvarla da un altro possibile errore.
Quell'uomo, molto più grande di noi, l'aveva già ferita e abbandonata una volta. Cosa lo fermava dal farlo di nuovo?
Strinsi il bordo del lavandino e mi costrinsi a calmarmi. Quella cena poteva essere un'ottima occasione per vedere come si comportava con lei.
Stavano insieme ormai da sei mesi, ma Alessia ce lo aveva tenuto nascosto fino al quinto. Sapevo che lo aveva fatto per colpa mia. La paura che io la giudicassi, come stavo facendo, l'aveva frenata.
«Se solo tu gli dessi una speranza, capiresti che è una brava persona» mi aveva detto per convincermi che avrei dovuto accettare quella relazione.
«Ho pensato che fosse una brava persona finché non si è messo a limonare una sua studentessa» avevo risposto e Alessia aveva chiuso la bocca, consapevole che la mia argomentazione fosse difficile da controbattere.
Elena ci aveva separate, prendendomi da parte per parlarmi da sola. «Sei troppo crudele con lei» aveva detto, posando le sue mani calde e delicate sulle mie braccia. «Se il Pascal avesse voluto solo approfittarsi di una giovane ragazza, non si sarebbe mai messo con Alessia ora che ha ventisei anni.»
Nonostante capissi che era un ottimo ragionamento, non mi aveva convinta. «L'ha comunque ferita. Vuoi davvero che stia con uno stronzo che non ha esitato a spezzarle il cuore?»
Elena si era tirata indietro e aveva abbassato la testa. «Non sappiamo cos'è successo» aveva insistito. «Non eravamo lì. E se Alessia, la persona che è stata ferita, lo ha perdonato, credo che dovremmo accettarlo.»
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No one will know | 18 +
RomanceAlessia Orlandi è una studentessa di diciannove anni. Davanti a sé ha un futuro promettente, sebbene le sembri lontano e annebbiato. Nei cinque anni di liceo è stata troppo concentrata sullo studio per comportarsi come una normale adolescente e alla...