Capitolo 21

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Il resto del weekend lo passai a studiare o scappare in altri mondi attraverso la lettura. Il lunedì arrivò come sempre troppo in fretta. Fui l'ultima a entrare in classe tra i membri del mio gruppo e, quando puntai lo sguardo sulla distanza che c'era tra Elena e Laura, pensai che in arrivo ci fossero giorni lunghi e difficili.

Erano sedute ai loro posti, con il mio banco vuoto tra di loro. Elena stava ripassando per la verifica che avremmo avuto alla quinta ora, mentre Laura stava parlando con Francesco, in piedi dietro di lei. Nonostante fosse presa dalla conversazione, il suo sguardo continuava a cadere su Elena. I suoi occhi si riempivano di rammarico e pentimento.

Sospirai e mi spinsi a raggiungere il mio posto. Nemmeno la mia presenza poté rallegrare l'atmosfera tra di noi.

Aspettammo che la professoressa arrivasse per una decina di minuti. Dopo quasi venti, capimmo che non si sarebbe presentata e allora la classe si disperse. Saverio e il suo gruppo andarono a farsi un giro, insieme ad altre nostre compagne, mentre gli altri si divisero tra chi come me, Elena e Laura voleva approfittarne per studiare e chi voleva solo parlare. Mi alzai solo quando mancava un quarto d'ora alla fine della lezione.

«Vado in bagno, venite con me?»

Elena scosse la testa, ma Laura si alzò per seguirmi.

Camminammo lentamente, godendoci quei minuti di libertà che da quando era iniziato l'anno scolastico erano diventati rari. Trovai il coraggio di dirle ciò che avevo in testa solo mentre mi stavo lavando le mani.

«Ho fatto un altro ragionamento ieri» spiegai. Il mio sguardo era puntato sull'acqua gelida che stava scorrendo sulle mie mani. Mi chiesi cosa si provasse a frequentare una scuola in cui il sapone non mancava mai. Nella nostra era perennemente assente.

«Un evento raro» scherzò.

Ignorai il suo commento. «In quanto amica di Elena, non voglio che tu le spezzi il cuore» ammisi, schizzando le gocce d'acqua nella sua direzione. Laura si fece indietro, lanciandomi uno sguardo truce. «Ma in quanto tua amica, qualunque sia la tua scelta, continuerò a volerti bene.»

Osai studiare la sua espressione e scoprii che Laura stava facendo lo stesso con me. Le mie parole non l'avevano turbata, solo resa più malinconica. «Avevo bisogno di sentirlo» confessò, stringendosi nelle spalle e distogliendo lo sguardo.

Le massaggiai un braccio, rendendomi conto troppo tardi che avevo ancora le mani bagnate.

«Però» continuò, «sembri già convinta che le spezzerò il cuore.»

Raggiunsi il gabinetto più vicino per prendere della carta igienica e asciugarmi le dita. «Non è quello che hai intenzione di fare?»

Puntò lo sguardo in basso e scosse la testa. «Stavo pensando che...» La sua voce si spense.

«Cosa?» la incalzai.

«Forse potremmo provare a frequentarci e poi chissà, vediamo cosa succede.» Sembrò cercare il mio appoggio.

Sorrisi. «Ne hai già provato a parlare con lei?»

«No, mi sta ignorando.»

«Giustamente, direi» commentai. «Dopo che vi siete baciate le hai scritto che è stato un errore!»

Sbuffò. «Prima della sesta ora le chiedo di parlare un attimo, va bene?»

«Ecco, sì, adesso va bene.» Staccai i pezzetti di carta bagnata che erano rimasti appiccicati ai miei polpastrelli. «Basta che resti calma ed empatica.»

«Non lo sono sempre?»

Non risposi.

«Adesso mi ignori anche tu?»

No one will know | 18 +Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora