VI. LA LEGGENDA DI CLARISSA

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Kaas l'attendeva in mezzo alla stanza buia, il soffitto a volta, raggi di luna che scivolavano dalle finestre senza tende e cadevano su di lui, illuminandolo. Dorina evitò lo sguardo di Kaas. La metteva a disagio. La faceva pensare a cose che... a cose a cui mai avrebbe dovuto pensare.

-Qua- lui fece un ampio gesto a indicare un dipinto tanto grande da occupare tutta la parete. Dorina si spostò di un passo per vederlo meglio. Raffigurava una donna di spalle, un ampio abito bianco che le si gonfiava intorno. L'abito di una sposa, questo si trovò a pensare. Capelli neri come la notte le ricadevano sulle spalle. Non si vedeva il viso. Aveva un gomito puntato sul davanzale e guardava fuori da una finestra oltre la quale si vedevano degli alberi innevati. -La torre nord, è da lì che sta guardando-

-L'hai riconosciuta?- la perspicacia di Kaas la sorprese. A lei quel posto non diceva nulla.

-Non è poi così difficile- fece spallucce.

-Ma come puoi sapere che è proprio la Clarissa della leggenda?- ora sì che la storia si faceva interessante.

-Guarda il suo braccio, quello che tiene accanto al corpo-

Dorina lasciò scorrere gli occhi e lo individuò subito. Un bracciale di rubini rossi come il sangue. Il respiro le mancò. Sembravano tanto veri che per un attimo pensò che fossero stati incollati sulla tela. Non era così. I rubini erano finti, proprio come la donna raffigurata su quel quadro. -Non è una prova-

-No, ma un forte indizio, i rubini di Clarissa sono famosi almeno quanto lei- Kaas si appoggiò al muro, i muscoli tesi sotto la divisa. -Ricordi la leggenda?-

Dorina scosse la testa. L'avrebbe presa per una sciocca? Quella era una storia che conoscevano tutti. Deglutì. Non le importava... o perlomeno voleva convincersi di questo. -Non la ricordo-

-Clarissa era la figlia del proprietario del castello, tanto bella quanto indisciplinata- si staccò dal muro e le andò incontro, il passo da leopardo -doveva sposarsi, ma lei non voleva nessuno, uno dopo l'altro rifiutava tutti i suoi corteggiatori- si fermò a un soffio da lei. Dorina pensò, turbata, che se si fosse spinta avanti avrebbe potuto baciarlo. Naturalmente non poteva farlo. Perché lei era una ragazza perbene. Perché lui era l'uomo sbagliato. Perché ogni cosa sembrava osteggiarla.

-E poi?- sussurrò. Non seppe se fu lei che sfiorò la mano di lui o viceversa. -Com'è finita?-

-S'innamorò della persona sbagliata, come nella migliore delle storie-

-E i suoi genitori non volevano che la sposasse-

-Forse era un contadino, forse il figlio dei loro nemici giurati, ci sono molte versioni della storia, ma i fatti rimangono inalterati-

-Quali fatti?- i loro respiri si mischiavano. Come il fiume che si getta nel mare.

-Clarissa e il suo amato fuggirono una notte, volevano andare in Austria e da lì andare chissà dove, forse in Germania, oppure in Inghilterra-

-E poi?- Dorina doveva sapere. Sentiva un bisogno quasi fisico di sapere. Il cuore le batteva tanto forte da farle temere sarebbe schizzato fuori dal petto.

-Qualcuno fece la spia, li scoprirono poco dopo essere usciti dal castello-

Dorina poteva vederla Clarissa, i capelli neri come la notte che le sfuggivano da sotto il cappuccio alzato, il viso contratto dall'ansia, la mano che cercava quello del suo amato, per il quale aveva sacrificato ogni cosa.

-Uccisero lui, lì, davanti a lei, lo fecero a pezzi e gettarono i resti nel fiume-

Dorina fu assalita dalla nausea e dalla rabbia. Era come se conoscesse Clarissa. Come se fosse stata una sua amica. In un certo senso era così. Clarissa aveva percorso la sua infanzia. Una sorta di fantasma. -La storia non termina così- ricordò.

-No, non termina qua- sospirò e le sue mani le si posarono sulle spalle, un gesto apparentemente casuale -Clarissa riuscì a prendere un pugnale, se lo puntò al petto e lanciò una tremenda maledizione-

I ricordi riaffioravano. -Maledì la sua famiglia e giurò che sarebbe tornata per vendicarsi, che nemmeno la morte avrebbe potuta tenerla a bada, perché la morte non era altro che un velo che si poteva squarciare-

-Poi si pugnalò-

Un capogiro. La poteva vedere, il pugnale che le entrava nel petto, dritto nel cuore. E poi c'erano le mani di lui sulle sue spalle. Scrollò la testa.

-Spero di non averti turbata-

-Come si potrebbe restare turbati per una leggenda?- si costrinse a sorridere -Anche se da bambina, beh, non era la mia storia preferita-

-Ti capisco-

Come poteva capire? La ragazza annuì, la gola secca. Avrebbe dovuto andare a rifugiarsi in camera. Eppure le sue gambe la costringevano a stare lì, ferma come una statua. Come Clarissa, eternamente immobile nel suo quadro a fissare fuori dalla finestra. -Chissà cosa guarda- lo disse d'impulso e subito se ne pentì. Kaal avrebbe potuto penderla per pazza. Oh, ma che importava! -Forse fissa il suo amato-

-Potrebbe, sembra molto interessata a qualsiasi cosa ci sia là fuori-

Dorina annuì piano. Era fin troppo consapevole del fatto che lui le fosse vicino. Ne percepiva il calore e il profumo della tuberosa. Avrebbe voluto correre via. Avrebbe dovuto correre via. Non si mosse. Una piccola e oscura parte di lei desiderò che la stringesse. Che la baciasse. Che la facesse tremare. Follia. -Sono stanca- riuscì a dire.

Kaas non rispose subito. Dorina si chiese se non fosse anche lui a disagio. Se quella situazione non fosse alla fine snervante per entrambi.

-Deve essere stato il viaggio- si ritrovò a dire. Parlare per nascondere l'imbarazzo. Le capitava spesso. E normalmente faceva danni.

-Sì, ti capisco, e mi scuso per averti trattenuta qua- era dispiacere quello che sentiva nella sua voce? Oppure era lei che sentiva quello che non c'era? Lui le lasciò le spalle, procurandole un senso di gelo.

-Non c'è bisogno di scusarti-

-Vieni- si allontanò. Dorina provò una strano fastidio. Le mancò il suo respiro contro la pelle. Riuscì a mascherare la delusione, o perlomeno fece del suo meglio, e lo seguì. Prima di uscire lanciò un ultimo sguardo a Clarissa, intenta a fissare l'orizzonte. Il cuore le si strinse. Sperava solo di non doversi mai trovare in una simile situazione.

 

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate della leggenda di Clarissa?

A presto ❤

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