-Tieni gli occhi chiusi, altrimenti dovrò bendarti-
-E se cado?- le sfuggì una risatina. L'aria fresca le pungeva le guance.
-Non cadi, ci sono io, pronto a prenderti-
Dorina continuò a tenere gli occhi chiusi e ad avanzare. Un passo dietro l'altro. Percepiva il calore del corpo di Kaas, la sua mano che gli stringeva il braccio. La sosteneva. Avrebbe voluto abbandonarsi contro di lui. Seguire con le labbra il contorno del suo viso. Oh, com'era sciocca! Kaas non era fatto per lei. La consapevolezza di ciò però non diminuiva quello che provava, forse lo acuiva solo. E il cuore le batteva forte. Tanto forte da farle male. Era un sogno. Presto avrebbe dovuto svegliarsi. Un risveglio violento che l'avrebbe vista attraversare una navata, l'abito da sposa addosso.
-Scalini-
-Come sca... - Dorina inciampò. Qualcosa le afferrò la vita.
-Scalini- ripeté Kaas -te l'avevo detto che ti avrei tenuta-
-E io mi sono fidata- sorrise, un calore che s'irradiava in tutto il corpo -mi porti in alto quindi?-
-Diciamo che è un punto del castello che non viene mai usato-
Un gioco pericoloso. Dorina si chiese se Kaas se ne rendesse conto. Bastava che iniziassero a girare delle voci, che qualcuno raccontasse che passavano troppo tempo insieme, che qualcuno s'inventasse che tra loro non c'era solo un'amicizia. Inventasse? Beh, bastava che dicessero la verità. Si bloccò, il peso di quello che stava facendo le crollò addosso.
-Tutto bene?- la voce di Kaas contro il suo orecchio. Aveva l'effetto dei raggi di sole in una fredda giornata invernale. Faceva sciogliere le preoccupazioni.
-Credi... credi che parleranno di noi?-
-Al villaggio?- c'era divertimento nella sua domanda. Nonostante gli occhi chiusi Dorina non aveva difficoltà a immaginarlo.
-Ovunque-
-Beh, credo che ovunque abbiano argomenti più interessanti di noi due-
-Lo sai cosa intendo- aveva la lingua impastata. -Parlano di noi- affermò. Lo sapeva.
-La gente parla troppo- qualcosa di umido sulla guancia, le sue labbra. -Non importa ora, vorrei non pensarci questa sera-
Dorina annuì. -Allora sbrighiamoci, non posso stare per sempre con gli occhi chiusi- e il cuore le batteva tanto forte che si sentiva stordita. Si concentrò sui propri passi. Kaas le raccontava qualcosa, ma lei non l'ascoltava.
-Arrivati, ora puoi aprire gli occhi-
Dorina ubbidì e lo sguardo le finì a terra. Vuoto. Erano sospesi sul vuoto! Sussultò. Sotto di loro si vedevano le rampe di scale e il giardino ricoperto dalla neve fresca. -Ma cosa... -
-La chiamano la torre di Clarissa, dicono che lei osservasse da qua il suo amante che passava sotto-
-Il pavimento è trasparente- le parole le suonavano strane tra le labbra. Era irreale un pavimento così. Uscito da una fiaba. O da un incubo. Le prese una vertigine, ma non riuscì a distogliere lo sguardo.
-Vetro, un tipo di vetro molto particolare, ma a me piace pensare che sia fatto di ghiaccio- lo colpì con la punta dello stivale.
-Di ghiaccio?- Dorina sorrise. Le piaceva l'idea del ghiaccio. -Allora speriamo che non si sciolga mentre siamo qua sopra, altrimenti rischiamo una bella caduta-
-Con il freddo che fa, beh, non credo che ci sia questo rischio- il tono era allegro, quello di un ragazzo. Era quello il Kaas che aveva amato Mirella.
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Dove finiscono le tenebre
Historical Fiction(COMPLETA) -L'amore richiede il più grande sacrificio, piccola mia- si spinse avanti -non puoi nemmeno immaginare cosa la gente sia disposta a fare in nome dell'amore, quanti crimini compirebbe sotto il suo stendardo, un crimine però resta sempre un...