XXXII. PASSEGGIATA NELLA NEBBIA

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Dorina scivolò nei corridoi bui. L'obiettivo era capire cosa stesse succedendo a Caterina. E magari scambiare due parole con Kaas. Chiarire i loro rapporti. Le sue labbra calde e umide contro le sue. Il pensiero la stordiva. Si sforzò di pensare alle cose serie. La camera di Caterina si trovava poco lontana dalla sua. La porta era socchiusa, una lama di luce si allungava sul pavimento. Come un invito a entrare. Dorina inspirò a fondo. 

-Ha il battito accelerato- una voce maschile. Amadeo.

-Non si tratta solo di questo- la risposta di Kaas suonò dura. Una sorta di rimprovero.

-Lo vedo anch'io... ha i sintomi delle ragazze del villaggio-

-Sintomi che corrispondono a che patologia?- Kaas era incalzante.

-Se lo sapessi, beh, te lo direi, non credi?-

Nessuna risposta da parte di Kaas. Dorina sospettava che fosse arrabbiato. Molto arrabbiato. Si avvicinò cercando di non fare rumore e sbirciò dentro. Due figure alte. Una più magra, l'altra più robusta. Amadeo e Kaas. Il primo se ne stava piegato in avanti, su una figura distesa sul letto. La sfiorava. Il secondo era un passo indietro.

-Le darò qualcosa, ma non posso dirti che... aspetta- Amadeo si spostò –non credi che... non ti sembra che abbia... un po' troppa pancia-

-Non mi sembra una cosa... oh, intendi... -

Un mistero. Dorina sentì il sangue rimbombarle nelle orecchie. Ci fu del movimento.

-Sì, credo di sì... frequenta qualcuno?-

-Qualcu... no, io non penso... però... non lo so- Kaas scosse la testa.

-Credo che sia di circa tre mesi, ad occhio-

Tre mesi? La gola le si chiuse. Non poteva essere...

-Dovrai mantenere il segreto, altrimenti sarebbe uno scandalo-

Uno scandalo. Dorina socchiuse gli occhi. Non poteva credere che...

-Non dirò nulla, lo sai bene-

-Ora dovrò solo scoprire chi è il padre-

Quindi Caterina era incinta. Lo stomaco le si contrasse. Non poteva credere che...

-Pensi che la sua reazione sia legata al suo stato?- indagò Kaas.

-No, non credo, i sintomi sono troppo simili a quelle delle altre ragazze e... - s'interruppe, una mano sul polso di Dorina.

-E?- lo punzecchiò –Cosa vuoi dire?-

-Nulla, nulla, non ha importanza-

-Parla!- il tono di chi sa comandare. Come una stretta brusca. Dorina sorrise. Le piaceva.

-Forse... e se gli strigoi esistessero?-

-Hai studiato medicina a Parigi e credi negli strigoi? Ma sei pazzo?- rabbia, la rabbia esplodeva nella sua voce. Non sembrava solo legata a quello che Amadeo aveva detto.

-Sherlock Holmes diceva che quando ogni ipotesi è stata vagliata, eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile che sia, è da considerare la soluzione-

-Gli strigoi sono impossibili-

Amadeo non controbatté, ma si concentrò sulla malata. –Per ora consiglio il riposo, poi si vedrà- fece un passo indietro. Stava per uscire?

Dorina si appiattì contro il muro. Non voleva essere scoperta a origliare, non sembrava una bella cosa. Rimase ferma, il cuore in gola. Lasciò che Amadeo uscisse, la testa bassa, i pugni chiusi, la schiena curva. Fu solo per fortuna che non la vide.

Dove finiscono le tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora