XXXXIII. IL MATRIMONIO

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Dorina si guardò allo specchio. Il velo bianco le copriva il viso, ma non nascondeva il dolore. Le percorreva tutto il corpo. Appoggiò una mano contro il muro. Era nella sua stanza, ma l'ambiente le sembrava estraneo. 

Un colpo alla porta. Doveva essere Nicalla. –Avanti- sussurrò.

La porta si aprì, ma non entrò la sua amica. Dorina sussultò quando vide Amadeo riflesso sullo specchio, vestito in modo elegante. Da sposo.

-Che ci fai qui? Porta male vedere la sposa- e lei non voleva vederlo.

-Porta male anche che la sposa ami un altro-

Dorina ebbe l'impressione che il ghiaccio le scivolasse lungo la schiena. –Cosa dici?-

-Il fatto che sia bello non vuol dire che sia anche stupido- fece un passo verso di lei.

Dorina avrebbe riso della battuta in un'altra circostanza. Non ci riuscì. Non era dell'umore di ridere. –I nostri genitori vogliono questo matrimonio-

Amadeo la raggiunse e le circondò le spalle con un braccio. –Lo vorrei anch'io, ma vedi, sarebbe molto sciocco sposare una ragazza che ama un altro... rischio tradimento assicurato, non credi?-

-Io non ti tradirei mai!- quello era proprio un insulto. Metteva in dubbio la sua onestà!

-Non dico con il corpo, ma con la mente- sospirò –non sono certo di volere una moglie che ama un altro- serrò le labbra.

-Lui non mi vuole- le sembrò strano ammetterlo con Amadeo. Contro natura.

-E chi te lo ha detto?- aggrottò la fronte, in un'espressione scettica che aveva qualcosa di buffo.

-Lui, me lo ha detto lui- gemette Dorina. Perché doveva torturarla in quel modo? Perché doveva farle tanto male?

-E tu gli credi? Perché saresti proprio sciocca se gli credessi-

-Grazie, sei molto gentile, sai?- sbuffò. Continuava ad affondare il coltello nella sua carne.

-Io? Sono nato gentile... ah, è sarcasmo il tuo, vero?- sollevò un sopracciglio.

-Molto- gli diede un colpetto.

-Insopportabile- la corresse –comunque lui ti ama ed è un pessimo bugiardo-

Dorina sospirò. Perché si metteva in mezzo? Perché non accettava semplicemente di sposarla? –Non mi vuoi?- lo provocò.

-Certo che voglio sposarti, ma no se tu ami un altro... come posso tenere vicina una donna che ama un altro?- il divertimento era scomparso nel suo sguardo –Ho detto a mio padre che questo matrimonio era inutile-

Dorina sussultò. –Che vuoi dire?-

-Quello che ho detto, ho detto a mio padre che forse non era il caso che ci sposassimo-

Dorina provò sentimenti contrastanti. Speranza. Disperazione. Rabbia. Strinse i denti. –E visto che stiamo per convolare a nozze non credo che il tuo colloquio abbia avuto esito favorevole-

-Per niente, mio padre è legato al denaro e vuole il castello di Kaas, mi farebbe sposare perfino con una capra se questo fosse utile ai suoi interessi-

Dorina, nonostante la disperazione che le divorava il cuore, non poté non sorridere. –Con una capra? Beh, sarebbe proprio un matrimonio che vorrei vedere-

-Chi lo sa, magari lo vedrai, se trovi una capra abbastanza ricca-

-Non smetti mai di scherzare?- era quello che affascinava Mirella?

-Dovrei? Mai smettere di scherzare, sarebbe come smettere di respirare-

Dorina non trovò parole per rispondergli. Si sentiva stanca.

Dove finiscono le tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora