XXXV. LA SCOPERTA

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Non sentì Caterina fino a quando questa non lanciò un grido. Come se fosse davvero scandalizzata. Come se le importasse dell'onore. Come se non avesse una relazione segreta. Fu Kaas  a saltare indietro e a lasciarla. Dorina si sentì nuda, la sua anima esposta allo sguardo di Caterina. Sopportò. Non le importava.

-Cosa ci fate qua?- 

Dorina non riuscì a parlare. Oh, quanto avrebbe voluto insultare Caterina. Prenderla a schiaffi. Sputarle in viso tutto ciò che da anni avrebbe voluto dirle. Non ci riuscì. Aveva la gola troppo secca. E poi non era da lei reagire in quel modo.

-Tu dovresti essere a riposo, Caterina- Kaas la fulminò con lo sguardo, il corpo teso. 

-Beh, non sono l'unica che si dedica a cose proibite- incrociò le braccia, sull'abito turchese. 

-Devo andare- sbottò Kaas, paonazzo -Tu lascia in pace Dori- e uscì.

Naturalmente Caterina non la lasciò in pace. -Sei impazzita?- l'aggredì.

-Non sono fatti tuoi- Dorina si alzò, il cuore ancora impazzito.

-Certo che lo sono!- scosse la testa –Devi essere pazza! Non lo sai che Kaas non è per te?-

Dorina sentì la rabbia esplodere come un uragano. –Certo, lui è per te, vero? Per la perfetta Caterina!- strinse i pugni. Avrebbe voluto colpirla. Forse si meritava di essere colpita. Dorina conosceva la voglia di protagonismo di Caterina. Avrebbe distrutto il mondo pur di ottenere l'attenzione di tutti.

-Iniziamo con la solita storia- Caterina si portò le mani sui fianchi, il viso arrossato –la recita della vittima innocente-

Un tempo Dorina si sarebbe arresa. Sarebbe corsa via oppure si sarebbe scusata. Caterina era sempre stata troppo per lei. Una creatura con zanne invisibili che le avrebbe dilaniato il collo e l'avrebbe lasciata agonizzante. In quel momento però Dorina si sentiva bene. Apprezzata, amata, appagata. Pronta a mordere quando era sempre stata morsa. Sorrise. Il sorriso più spaventoso e crudele che riuscì a mettere insieme. E balzò avanti. Metaforicamente. –Lo so che sei abituata a mordere, Caterina, ma dovrai imparare a farti da parte, sono stufa di fare la vittima, ora voglio vivere- strizzò gli occhi. Aggressiva. Avrebbe affondato gli artigli dentro di lei.

-Io ti metto in guardia sull'uomo che vuole rovinare la nostra famiglia e tu ti comporti così!-

L'uomo che vuole rovinare la nostra famiglia? Doveva trattarsi di una bugia. Eppure le sembrò di percepire un po' di verità.

-Non mi dire che non lo sai- Caterina aveva percepito la sua debolezza e ora ci stava giocando. Come un gatto con il topo. Quando faceva così...

-Non ho tempo da perdere- sollevò l'abito per non inciampare e si allontanò, cercando d'ignorare le parole di Caterina che sembravano minacce.

-Non ti ama, lui non può amarti, lui odia la nostra famiglia! Ludovico mi ha detto che odiava Mirella!-

Le parole si persero nell'aria, ma continuarono a rimbombare nella mente della ragazza.

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