Una rosa nera. Se ne stava lì, appoggiata in mezzo al letto. Come in attesa. Dorina rimase bloccata in mezzo alla stanza, il cuore stretto in gola. Una rosa nera? Non sembrava un regalo di Kaas. Assolutamente no. Allungò una mano per prenderla, la ritrasse, restò immobile. La finestra era chiusa. Chiunque l'avesse portata doveva essere entrato dalla porta. C'era qualcosa d'inquietante e magnifico in quel fiore.
Dorina mise il comodino davanti alla porta. Per sicurezza. Solo così riuscì a mettersi a letto.
Fuori c'era vento. Le sue orecchie erano piene del fruscio furioso degli alberi e della neve che crollava. Dorina si rannicchiò sotto le lenzuola, le ginocchia a sfiorarle il mento, le braccia che stringevano le gambe. Si sentiva confusa. E le tempie le pulsavano. Quello che era successo continuava a ripresentarsi nella sua mente. In continuazione.
Quando si svegliò c'erano i soliti fiori gialli sparsi sul letto. Il cuore prese a batterle più forte. Doveva sapere cos'erano quei fiori.
La biblioteca le dava un senso di calma. Il castello stesso era avvolto nel silenzio quel giorno. La cosa la rassicurava. La porta che conduceva alla camera dello strigoi era stata chiusa con delle assi. Si diresse verso il reparto dedicato alla botanica e prese tutti i libri che riuscì a tenere in mano. Barcollò verso il tavolo più vicino e li appoggiò sopra. Era in una posizione strategica. Chi fosse arrivato da fuori non l'avrebbe vista. Non subito almeno. Si accomodò sulla sedia. Un brivido le percorse la schiena. Guardò a destra e a sinistra. Non c'era nessuno. Eppure aveva la sensazione che qualcuno la stesse osservando. Troppe emozioni negli ultimi tempi. L'avevano confusa. Cercò d'ignorare il senso di gelo che le agguantava le ossa, un gelo atavico, che le fece mancare il respiro. Iniziò dal libro più grosso. Sapeva che la ricerca sarebbe stata lunga.
Quando l'orologio rintoccò mezzogiorno Dorina aveva gli occhi che le bruciavano e la pazienza a pezzi. Nemmeno un indizio su che genere di fiori fossero. Si stropicciò il viso. Ma perché non li trovava? Le era rimasto un unico libro che trattava l'argomento. In particolare i fiori esotici. Dorina lo aprì e cominciò a sfogliarlo. Lo trovò dopo un paio di pagine. Un disegno che raffigurava alla perfezione il suo fiore. La sorpresa fu tale che per poco non cadde dalla sedia. Sì, dovevano essere loro! Strizzò gli occhi. Frangipane. Questo era il nome di quei strani fiori. Non erano nativi dell'Italia. Dorina scorse le informazioni. Gli occhi viaggiavano così veloci da farle venire la nausea, ma non poteva farci nulla. Desiderava sapere. Peggio. Doveva sapere. Lo trovò alla fine della pagina. Una piccola nota.
"I frangipane sono famosi perché attirano i vampiri"
Attirano i vampiri. Non riusciva a crederci. Non era vero. Dorina rimase immobile, i pensieri sospesi. Quei piccoli fiorellini gialli attiravano i vampiri. Non poteva essere vero. Era una leggenda, come le molte che avvolgevano il castello, come quella di Clarissa. E in un posto come quel castello, dove anche i muri sussurravano qualcosa, era difficile non lasciarsi influenzare. Eppure...
E se ci fosse stato davvero un vampiro? Una creatura che si nascondeva nel buio e veniva attratto da quei fiorellini gialli. Giocherellò con il bordo della pagina. Cosa poteva fare? Se davvero di vampiri si trattava, beh, non si poteva fare nulla. Lei non ci poteva fare nulla. Dorina non era certo una cacciatrice di vampiri. Oh, perché si perdeva in questi pensieri? Sospirò, chiuse il libro, lo lasciò sul tavolo. Se lo sarebbe portato in camera per poterci riflettere meglio.
-Qualcuno si sta dedicando alla lettura?-
Quella voce le provocò un brivido.
-Non credevo che t'interessasse la botanica-
-Non abbiamo mai avuto modo di parlarne- Dorina fece un mezzo giro, l'orlo dell'abito che strisciava sul pavimento. Kaas la fissava con attenzione. Come se avesse voluto imprimere nella sua mente ogni minimo movimento. Ogni parte di lei. La cosa la turbava tanto da spezzarle il respiro in gola.
-Lo possiamo fare ora... cosa t'interessa di preciso riguardo alla botanica?- fece un passo avanti, gli stivali che scricchiolavano.
-Il frangipane- dichiarò di getto, per sondare la sua reazione.
-Frangipane?- se il nome lo aveva scosso, beh, Kaas non lo diede a vedere –Non sono fiori di cui si sente parlare spesso da queste parti, se non sono indiscreto posso chiederti perché t'interessa proprio di questi fiori?-
Era ora di giocare le sue carte. –A Londra ce li aveva una mia amica, sosteneva che... ma è una cosa così assurda- lasciò la frase in sospeso –diciamo che è una cosa impossibile da credere- scrollò le spalle, ma non lo perse di vista.
-Cosa? Sono curioso di sapere- aggrottò la fronte.
-Ma è una cosa così assurda-
-Voglio saperla- fece un passo avanti. Un passo elegante. Dorina si stupiva ogni volta di tutta quell'eleganza che gli scorreva nelle vene.
-Che il frangipane attirano i vampiri-
Silenzio. Kaas aveva un'espressione di pietra. Indecifrabile.
Dorina voleva scalfirlo. –E tu ci credi?-
-Al frangipane che attirano i vampiri? Dovrei ammettere di credere ai vampiri, cosa a cui al momento, nonostante gli ultimi eventi non credo-
-O agli strigoi, non sono la stessa cosa?- lo sfidò.
Kaas contrasse le labbra. -Non proprio, diciamo che i vampiri sono la versione commerciale degli strigoi-
-La versione commerciale?- non trattenne un sorriso.
-Prova a scrivere un romanzo sullo strigoi tradizionale, non credo che te lo leggerebbero in molti, troppo cupo, credo che il lettore moderno voglia un cattivo in cui immedesimarsi-
-Un cattivo non veramente cattivo?- non era assurdo? Il cattivo deve essere cattivo, no?
-Esatto... senti, tra una settimana ci sarà il ballo- Kaas evitava di guardarla. Questo le provocò un brivido. Era strano sia se lui la fissava sia se non la fissava. Ogni cosa sembrava confusa con lui. Ovattata. -È il 29 novembre, per festeggiare la festa dello strigoi... cupo, no?- un mezzo sorriso. Molto cupo.
-Credi che sia il caso?-
-È una tradizione degli ultimi anni- il tono era allegro. O perlomeno si sforzava di essere allegro. -Vorrei che mi concedessi un ballo-
-Solo uno?- le sfuggì.
Kaas alzò la testa e finalmente la fissò. E la fece tremare. -Lo prendo come un sì-
-Ehm, sì, è un sì-
-Bene... è un ballo in maschera- calciò l'aria. Se non lo avesse conosciuto bene avrebbe potuto pensare che era imbarazzato. Non che fosse possibile. Non lui. -Ti farò mandare un abito e una maschera, se vuoi... altrimenti potresti chiedere a Nicalla, lei è piena di cose per queste occasioni-
-Va bene-
Lui annuì, girò su sé stesso e andò verso la porta. Un principe nero. O un oscuro vampiro. Dorina decise che era meglio non farsi troppe domande. Per quel giorno.
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Dove finiscono le tenebre
Historical Fiction(COMPLETA) -L'amore richiede il più grande sacrificio, piccola mia- si spinse avanti -non puoi nemmeno immaginare cosa la gente sia disposta a fare in nome dell'amore, quanti crimini compirebbe sotto il suo stendardo, un crimine però resta sempre un...