E scriverò di te,
carezza invisibile che mi donasti per lenire un muto rimpianto. Ispirazione mancata di un insieme che sfugge. Gli sguardi si infrangono tra le pieghe del passato, giacché riluttante è la lotta per un rimorso mancato.E scriverò di te,
e di una parola che alleviò le vertigini trasmesse con un abbraccio, dove tu ponesti un velo di purpureo alimento per sensi equilibrati a non vacillare con travi oscillanti, sostenuti dal nulla. Saziati! Di pelle tenera e strati vellutati.Hai creato una crepa sulla bolla delle mie aspettative, armandoti di spada per infrangere il limite delle mie passioni. Mi prendesti per mano facendomi volare tra le stelle luminose e strapparmi un sorriso per combattere le insicurezze che appesantivano il mio animo. Ti prendi il merito, ebbro di amare illusioni e ripercussioni timorose di ragioni ineguagliate, giacché non ti opporrai al futuro; non esisterà passato che travolgerà i dinieghi su quelle imprecisioni che tacciono su istinti che crescono, per emozioni nuove che prevalgono. Le tue. Le mie. Le nostre.
Se potessi viaggiare nel tempo, ripercorrerei l'attimo per placare il fuoco che ha incatenato la tua purezza e lenire così le tue lacrime. Ti credi egoista, benché fuggi dal gelo delle mie parole, pur sapendo che il mio nome non ha menzione, sfiorato dal nudo tracciato di un'iniziale consentita.
Nella fragilità di una penna trovasti la potenza della perfezione, entrando in silenzio nella poetica delle emozioni. E mi facesti sbirciare in una fessura della tua mente, aprendo uno spiraglio tra le invenzioni delle parole.
E così che mi fermo a cercarti su volti incompresi immaginandone i contorni; voltandomi e sussultando al suono del valzer della condiscendenza sensuale che ci appagherà nel ritrovarci.E scriverò di te,
che rifugi in tristezza per fuggire da lacrime di completezza su una mente che valica i confini dei pensieri in una corsa in discesa, dove il fiato si spezza stupendo di avidità per raggiungere a intrecciare uno sguardo tenace che ti seduce insaziabile.
E stavamo bene quando nella fretta del tempo invitasti una musa a danzare tra le rime, poiché in una luce che sovrastò il pensiero di perderci rovistammo nella pazienza della semplicità, ritrovandoci tra la folla su strade notturne di persistenza, ridendo tra maschere di satira e di logica coerenza per meglio comporre tra rime baciate di lettere indelebili su racconti fugaci.Fu in quel tempo che immergesti la sensibilità dei tuoi occhi nell'imperturbabilità del mio sguardo, affinché le barriere dell'incomprensione vacillassero su attimi sospesi di accoglienti parole.
E scriverò di te,
che insabbi le voragini della tua ragione per non lasciar comprendere gli abissi della tua esaltazione. Infatuato da impressioni lontani dal dubbio, reso lucido da razionale euforia.E ponesti quel velo rosso di umore valorizzando la tua lietezza, purché affondasse me, appassionata incertezza.
Mi donasti quel velo, scarlatto come il filo che unisce l'eccezionalità della nostra distanza fra grattacieli che si osservano su abissi invalicabili, senza raggiungere il tuo sguardo che contraddice l'essenziale dei miei sussurri. Eppure, ti piace ascoltare; annegare nel concetto ontologico dell'essere. Avido ed egoista, il cui dito che poni innanzi a me mi annega in un muto dissenso su un tacito malcontento.
E non è mai abbastanza per guardarsi allo specchio, con o senza orgoglio, per poter dire: "Ma quanto sono stato coglione, oggi?!" Sopportazione di un tormento i cui propositi attuati sono l'opposto di quelli prefissati.
Prepotenza eccessiva adoperi su di me per parlare di noi ma è il freddo che ci allontana, diffuso dentro le nostre essenze da un drago di ghiaccio che sputa le sue glaciali intenzioni, negando l'attrazione tra due poli consentiti. Ribellione caparbia su una scelta apparente, ingannevole, velata scarlatta come la passione che avvolge il torpore delle nostre sensazioni su vissuti tremuli di istanti sospirati fin dove l'infinito si sublimerà delle nostre parole mormorate. In quell'immenso non smetteremo mai di cercarci, spiando con iridi vispe ciò che di piacere ci avvolge con curiosità crescente, realizzando gli attimi sospesi per canti entusiasmanti.
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Dedicato a me
Thơ caProsa e poesia. Emozioni, spesso in contrasto con i desideri, le delusioni, le speranze. Esiste la felicità? O è soltanto gioia? Parole per specchiarci e riflettere sulle nostre vere essenze. Sono dediche per tutti.