Specchio

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(Lettera a uno specchio ~ Dedica di dediche)

***

C'è un eco in sottofondo.
Allegre risate e parole date.
Sorrisi trasmessi e dediche affrontate.

Ho varcato la voragine di uno schermo nero e trovato il buio nel sentire vero.

La conosci la vera poesia? L'hai mai ascoltata?

Non è quella che leggi, ma quella nascosta, che va citata. È dentro di te, in ciò che mormori insieme al respiro del mare. Spume gravide che si spingono tenere tra le rive, recando silenzi e sussurri dal sapore frizzante. Nessuno le sa scrivere, neppure io, perché non esistono tra le rime.

Ho adagiato il mio palmo tra i petali vellutati di una rosa e ne ho carezzato un volto desideroso di essere visto.

Mi sono rifugiata nello spazio del pensiero, entrando nella comprensione di quello schermo. Ho tracciato con le dita la trasparenza rigata di uno specchio e ci ho visto un'anima dilaniata dal passato. Riemerso dalle ceneri di un fuoco, conservai dentro uno scrigno qualcosa di te prezioso, sebbene una notte giungesti in silenzio per velarlo e riprenderti quel battito che ti sconvolse. Fa male sentirlo. Fa male affrontarlo. Il petto duole. Il velo è scarlatto.

In quell'istante caddi nella tua dimensione e ho gradito la mano che mi porgesti. Dimenticare quel momento. Dimenticare gli istanti. Come si fa? Tu lo hai fatto. Se lo sai, dimmelo! Me lo dici, per favore? Continuo a ondeggiare nell'ultima rima. Se mi lanci una corda forse la prendo e mi tiri a riva. Poi mi rimarrà solo un frammento in mano e io cercherò di ricomporre quello specchio, senza questa volta sentirne più le liniature, che crepano distorte e arcigne. Lo rendo brillante, così ci specchiamo.

Qual è stato il fastidio? Osservo i frammenti, lo cerco ma non riesco a vederlo. Mi sono tagliata le dita a furia di cercarlo. Molti passanti mi osservano, parlano, leggono e incoraggiano, ma ... non hanno lo stesso tono né gli stessi occhi. Rido, parlo, ascolto in un momento. Poi, però, ripiomba il silenzio e il buio diventa vero. La gioia è falsa, la risata è istantanea. L'ultimo schiaffo mi fa dolere l'anima.

***

Ho sbirciato in una fessura della tua mente e ne ho letto un libro, scorgendo come il mondo si fosse divertito a contemplare ciò che era diventata la tua vita.

Ti trovai tra i pianti di una nebbia e tesi una mano verso la desolazione di una tela. Ne aprii lo squarcio e affrontai il buio distorto al brusio di un pianto. Un fascio di luce accompagnò la mia mano, che avanzava tra le barriere dell'incomprensione per raggiungerti lì dove vivevi, lì dove ti nascondevi, lì dove amavi. Riuscisti a distruggere le maschere dell'abominio con la forza del tuo inchiostro e mi donasti un sorriso e mille a venire, ma rimasi intrappolata io stessa dentro quel fosso.

È stato bello vederti nella mia finestra temporale. Con te portasti la brezza che scavalcò le illusioni, soffiando sulla girandola delle mie emozioni. Girano ancora, pennellate dalla spontaneità di episodi narrati con naturalezza.

Non hai voluto parlare. Hai voluto ascoltare. Non sei stato un intruso, ma un intrattenitore nel dialogare.

La tua penna ha toccato le lancette del tempo. Hai rincorso i rintocchi sulle righe, cancellando le mie dediche sbiadite.

Adorabile imperfezione. Da me accettato con tutti gli spigoli di un raffinato mobilio. Per questo ti ho messo dentro la mia biglia blu, il contenitore che ho scelto tra tante forme, perché privo di angoli smussati.

Alla fine, hai espresso un desiderio soffiando nella fiammella? Se ci credi devi tenerlo stretto. Si avvererà per davvero.

Dovremmo custodire quello che troviamo, perché ciò che ci trasmette è privo di menzogna. Spesso, però, l'egoismo di fuggire dalle emozioni ci fa perdere tutto e diventa un casino di brutto.

Dedicato a meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora