cap. 16

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Mi manca tanto Riccardo, nonostante abbia ucciso una parte di me è sempre mio fratello, mi ha cresciuto lui e mi fa venire voglia di ammazzarlo se so quello che ha fatto ma voglio comunque vederlo anche perché oggi è il suo compleanno
"Ti sei vestita nana?" dice Noah che mi sta aspettando da mezz'ora
"Si, devo solo farmi i capelli" dico e poi vado in bagno dove trovo il suo ragazzo
"Ma dio santo ma da quando ti sei trasferito qui?" dico vedendo che usa le mie cose
"Dai e stai un po' zitta, comunque buongiorno anche a te" dice dandomi un bacio in fronte
"Buongiorno un cazzo" dico e poi, dopo essermi sistemata vado nel divano ad aspettare che mio fratello sia pronto, poi scende e saliamo in macchina
"Sei pronta?"
"No, per niente, non lo vediamo da tanto tempo come posso essere pronta?"
"È pur sempre nostro fratello"
"È pur sempre un assassino"
"Non possiamo condannarlo a vita"
"Invece si che posso, non solo perché era la mia migliore amica ma era una persona, come fai ad uccidere una persona senza emozioni"
"Lo so, in qualche modo vedremo" dice e poi inizia a guidare fino al carcere; arriviamo e scendiamo, questo posto fa paura è pieno di guardie, persone che stanno in cortile e si sentono urla da tutti i lati, passiamo in mezzo a questo corridoio pieno di celle piene di gente che litigano fino a quando non arriviamo in una sala con dei tavoli, ci sono dei ragazzi che piangono parlando con quelli che sembrano i loro genitori e poi davanti a noi vedo nostro fratello
"Ciao ragazzi non credevo veniste" dice con gli occhi che gli brillano e le mani incatenate sotto il tavolo
"Ciao, si non lo credevo neanche io fino ad adesso ma beh eccoci" dico ma non troppo acida, solo un po' fredda
"Capisco che non volevi venire, come ti ha convinto?" dice
"Non l'ho dovuta convincere, ha deciso lei anche perché sennò sarei venuto solo io"
"Beh grazie"
"Auguri" dico
"Te ne sei ricordata" da piccola scordavo sempre i compleanni
"Diciamo che adesso non mi è più cosi difficile ricordare quando la gente fa gli anni, soprattutto determinate persone"
"Fai bene ad essere arrabbiata con me"
"Lo so che faccio bene"
"Quindi come va qui  dentro? Non hai neanche lividi" dice ridendo Noah per stemperare la tensione
"Tutto abbastanza bene, devo dire che non ti vogliono sempre uccidere almeno che non scoprono che hai fatto"
"E da te lo hanno scoperto?"
"Si, ma siamo nel settore degli omicidi quindi ognuno si fa i suoi fatti e poi parliamo poche volte"
"Beh ne avrete di tempo per parlare"
"Non fare cosi piccola"
"Non mi chiamare cosi, hai ucciso una persona bene è giusto che paghi" dico
"Si ma non rinfacciarmelo cosi ti prego"
"Stai zitto" dico alzandomi e avvicinandomi alla finestra
"Che pensi che faremo qui adesso noi 20 anni mentre tu sei dentro? Come pensi che dovremmo affrontare le cose sapendo che sei qui? Non ti odio solo perché sei mio fratello e mi hai cresciuta inoltre pensavo che almeno un minimo cercassi di preservare quello che facevi per noi" dico
"Mi dispiace" dice e mio fratello lo abbraccia
"Ormai è anche inutile dirlo non puoi tornare indietro" 
"Tu pensi che sia giusto che io sia qui dentro e hai ragione non ti posso biasimare me lo merito"
"Se sapevi che ti ci avrei mandato perché lo hai fatto in principio"
"Non so che mi era preso" 
"Lascia perdere, prendi questo" dico prendendo dalla borsa una bustina, gli ho portato un regalo
"Che cosa è? Un ordigno per uccidermi?" dice guardando mio fratello ridendo
"Non lo so, te lo ha comprato lei" risponde lui e poi apre la busta, è un braccialetto o meglio un elastico che mi aveva dato lui da piccola quando se ne andarono i miei genitori, piangevo sempre e lui mi legava i capelli e mi asciugava le lacrime
"Grazie, veramente" dice e lo stringo un po' anche io, solo perché mi fa pena vederlo cosi 
"Quando tornate"
"Non so se torno in questo mese, forse tra due o tre" dico
"Io torno settimana prossima, ci vediamo" dice lui alzandosi e vado dietro, usciamo di li e saliamo in macchina dove inizio a piangere
"Piccolina stai tranquilla in qualche modo faremo"
"Ma che vuol dire? Non faremo in nessun modo perché io ho passato 5 anni a volervi tutti e due assieme e ora mi ritrovo sempre con un pezzo mancane, per 20 anni non è una cosa di mesi o settimane" dico e mi abbraccia
"Ti giuro che non ti farò mancare niente in nessun caso" dice e poi ripartiamo per tornare a casa ma nel frattempo mi chiama Gianmaria
"Metti il vivavoce voglio sentire che dice"
"Ciao amore buongiorno"
"Buongiorno, come stai?" dico 
"Bene e tu? Sei già stata da tuo fratello?"
"Si, diciamo tutto bene,  comunque che fai?"
"Niente volevo chiederti di venire qui che andiamo un po' al mare" dice
"Beh si va bene arrivo subito" dico e poi chiudo
"E mi lasci da solo con Lucas a casa?"
"Dai vi divertite un po'" dico ridendo
"Stronza, non faccio niente con Lucas"
"Non in pieno giorno forse" dico ridendo
"Ti voglio bene" dice appena arrivati li davanti e scendo dopo avergli dato un bacio in guancia
"Ciao nana" dice appena mi vede e mi bacia
"Ciao gigante" dico ridendo
"Come è andata?"
"Tutto bene diciamo, mi ha fatto strano vederlo e adesso non lo so sembra come se non ci fosse più un rapporto"
"Tranquilla, vieni a scegliere i costumi di quelli che hai lasciato qui cosi andiamo" dice e poi saliamo di sopra
"Metto questo" dico prendendone uno bianco abbastanza scollato e mettendolo
"Bello si, dov'è tutta la parte di dietro?" mi chiede lui
"Dai non è cosi scoperto" dico girandomi verso di lui e baciandolo
"Se lo dici tu" dice a mezzo centimetro dalle mie labbra
"Stronzo" dico e poi nello stesso momento mi chiama Agata
"Pronto?" dico
"Ei ciao, come stai?"
"Bene, che è successo non ti sei più fatta sentire completamente" dico 
"Si lo so, sono appena tornata in città"
"Sei già stata dalla mamma di Nicole?" dico, voleva vederla visto che non vuole vedere me
"In realtà si"
"E che ti ha detto"
"Solite cose, pensa che sia anche colpa tua e che se non ti avesse mai incontrato non sarebbe successo"
"Gli hai detto che non potevo saperlo"
"Si ma ha ragione, non per te ma per tuo fratello"
"Lo so che ha ragione"
"Vabbè comunque volevo dirti che sono tornata per salutarti"
"In che senso per salutarmi?"
"Nel senso che mi trasferisco" 
"Non ci credo, te ne vai anche tu?"
"Ho troppe cose e persone li che non voglio vedere" dice
"Lo so ma come farai con Valerio e tutte le altre cose"
"Non lo so, in qualche modo faccio"
"E va bene passi domani da casa mia?"
"Si se per te va bene"
"Certo, a domani" dico e poi mi abbraccia gian
"Cosa è successo adesso?" 
"Non lo so quest'altra se ne vuole andare" dico riferendomi alla mia migliore amica
"Ti va ancora di uscire?"
"Si certo" dico scendendo di sotto dove trovo sua madre stesa nel divano
"Ciao mamma come stai" gli dico ma non mi risponde
"Mamma che hai?" continuo a dire e chiamo un ambulanza vedendo che non si sveglia
"Gianmaria vieni subito qui" dico
"Che sta succ- mamma" urla vedendola 
"Non so che ha sta arrivando l'ambulanza"
"Tesoro mio non mi riesco a muovere" dice prendendomi il polso
"Stai bene mamma?" 
"Si, ora si, me ne voglio andare, stai tranquilla però ti lascio con tuo fratello"
"No mamma non andare sta arrivando l'ambulanza"
"Grazie piccoli, vi amo tanto" 
"No mamma stai sveglia" dice lui tenendogli la mano e vedendo entrare i medici
"Dovete sbrigarvi, sta morendo" dice lui
"Ci pensiamo noi, chi sale in ambulanza?"
"Tutti e due" dico e poi ci dirigiamo verso l'ospedale.

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