Capitolo 44.

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In questo stupidissimo aereo, non c'è una persona che si degna di parlarmi, ma secondo voi ho l'ebola?
Mha certa gente!

Continuo a guardare fuori, ma il cielo è scuro, non riesco a vedere nulla, per giunta mi annoio, ouf.

Appoggio il mio braccio, sul bracciolo e poggio la mia testa su di esso.

Il mio sguardo cade su quel fottuto zainetto e provoca in me una curiosità inarrestabile!

Controllo che mio fratello stia dormendo, lo apro ed afferro il diario.

Avevo giurato ad Arthur di non leggerlo, ma non resisto cazzoh.

È un diario di colore marrone e non è per niente piccolo, anzi è molto grande, da fuori spuntano alcuni post-it colorati. Le paghi sono ormai ingiallite, alcuni punti del libro sono rovinati e ci sono alcuni segni di unghie, ma cosa cazzo faceva?

Tolgo l'elastico che lo 'chiudeva ed incomincio a leggerlo.

"Calabria, 6 Gennaio 1996.

Il diario, uno strumento, è più di un semplice strumento, un modo di essere, un modo di pensare un modo di organizzarsi, guardando il diario si può comprendere a fondo la personalità, il carattere di una donna , grande o piccola che sia. Amo il mio diario, contiene ricordi, contiene eventi, contiene una parte della mia vita, una parte che mi piace portare sempre con me.

Con questa frase terminai il mio ultimo diario, un diario scolastico, regalatomi da mio padre.

Un diario, che mi fu rubato e così tutto venne scoperto: gli abusi e tutto ciò che mio padre ed il mio fratellastro fecero su di me.

Solo a ricordare quegli avvenimenti, mi tornano le lacrime agli occhi, non voglio più pensarci.

Adesso, sto per formare una nuova vita, lontano da tutto e tutti, avrò solo 16 anni, ma sono pronta ad affrontare il mondo.

Sarò forse troppo ottimista, ma so già ciò che mi aspetta, abiterò da mia zia qualche mese, finché non riuscirò a trovare una casa tutta mia e lavorerò nel suo ristorante.

Non mi pagherà molto, ma so di avere un tetto sulla testa e questo mi basta.

Voglio essere una nuova Delfina, non voglio più essere quella ragazza ingenua che ha paura di tutto, ma Delfina Macrini, ragazza dolce che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno!

Milano mi aspetta ed io aspetto lei.

Ti scriverò appena posso, se riesco, magari appena arrivata.

Tua Delfina.

P.s. Sono dimagrita finalmente"

Allora non è sempre stata cattiva, era solo una corazza.
Forse ho sbagliato a trattarla sempre male, anche se alcune volte se lo meritava.

" Milano, 16 Gennaio 1996.

Ho trascorso 10 giorni qui e già mi sento a casa, è una città bellissima.

Il ristorante di mia zia, è molto grande e spazioso. È arredato in modo moderno, la clientela è simpatica, anche se la sera, certe volte ci sono dei ragazzi che mi vengono dietro. Ma sono ubriachi, è normale.

O credo?

Ci sentiamo dopo devo iniziare il turno.

Tua Delfina."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 06, 2015 ⏰

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Una festa che cambiò la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora