Io credo ch'ei credette
c'hio credesse...
Dante Alighieri-Edith
La luce del sole iniziava ad illuminare il castello. Ero in camera di Angie, seduta su un divanetto, mentre aspettavo che tornasse. Un velo di preoccupazione mi cadde addosso ore prima e non riuscivo a mandarlo via. La porta si aprì lentamente e la figura di mia sorella apparve sulla soglia, i miei occhi saettarono da quella parte.
-Angie! Dov'eri? Ti ho cercata ovunque.-
-Aspetta...- Con il fiato corto mi si avvicinò e si sedette di fianco a me.
-Stai bene?- Chiesi in un filo di foce.
-Mi fa male la testa, credo di aver bevuto troppo.- Spingeva il palmo della mano sulla fronte, tenendo i denti serrati. Mi alzai e mi diressi verso l'armadio, presi una vestaglia e la posai sul suo letto.
-Prova a dormire almeno un paio d'ore.-
-Ci proverò.- Si distese sul letto.
-Adesso vado anch'io.-
-Va bene, buonanotte Edith.- Sorrise.
-Buonanotte Angie.-Gli occhi mi bruciavano dal sonno, andai a fare un bagno caldo che si rivelò più lungo del previsto e mi cambiai. Ormai non avevo più tempo per dormire, a breve ci sarebbero state le lezioni. Sbuffai prendendo una cartella in cuoio e ci misi dentro qualche quadernino.
Tra qualche minuto Gareth avrebbe finito il suo turno. Misi in spalla la cartella ed iniziai a correre per gli immensi corridoi. La sera precedente mi aveva chiesto di vederci per parlare, lavorava tutta la notte e la mattina presto.
-Gareth!- Il ragazzo biondo mi guardò da sopra la spalla con un sorrisetto soddisfatto. Mi avvicinai a lui con il fiatone e posai le mani sulle ginocchia. Sollevai il capo per guardarlo. Mi scrutò per attimi interminabili, quasi studiandomi.
-Sapete che oggi non ci saranno le lezioni, vero?- A quelle parole rimasi a bocca aperta, l'avevo completamente dimenticato. Mi rimisi dritta per sembrare più educata.
-Per il ponte dopo il ballo?-
-Già. Venite, il mio turno è finito. Sono libero adesso.- La sua voce si disperdeva nell'aria mentre lo guardavo allontanarsi, mi fece segno di seguirlo.-Edith, state attenta. Questa notte ci sono stati degli omicidi nel castello.-
-Davvero? Chi è morto?- Provai a stargli vicino, il suo passo svelto mi lasciava indietro di un po'. Lui si fermò a guardarmi.
-Il Re di Scozia ed una guardia.-
-L'assassino ha lasciato tracce?-
-Al momento non lo so, se scopro qualcosa ve lo riferisco.- Da i suoi occhi sembravano colare smeraldi, erano dannatamente belli. -Promettete solo di non dirlo a nessuno, vi darò tutte le informazioni possibili per proteggervi. Promettetemelo, Miss Edith.-
-Promesso.- Mi posò una mano sulla spalla e mi sorrise.
-Sul giornale del palazzo dovrebbe esserci scritto dell'accaduto, andiamo a prenderne uno.-
Guardai il pezzo di carta che mi aveva passato Gareth incredula, era successo per davvero.."Due corpi ritrovati sulle sponde del lago all'interno del nostro castello.
Il Re di Scozia ci ha lasciati inaspettatamente proprio durante il suo viaggio in Galles, quando doveva firmare il trattato di pace per dare una fine definitiva alla guerra, che è tutt'ora in corso dalle nostre parti.
L'altro defunto è una guardia del castello, si presume che quest'omicidio, al contrario del precedente, non sia stato organizzato ma bensì, si voleva eliminare una pedina che era "d'intralcio" all'assassino.
Nulla è noto riguardo ciò che è appena accaduto, il colpevole non ha lasciato tracce. L'unica cosa che si può dedurre è che questo individuo ha utilizzato la stessa arma per entrambe le vittime, dato che le ferite sono molto simili."-La regina non firmerà il contratto di pace, vero?- Lo guardai dispiaciuta.
-No.- disse soltanto, scuotendo leggermente il capo. Un senso di consapevolezza mi attraversò.
-La guerra continuerà, sarà ancora più sanguinosa e voi...- Non trovavo le parole per continuare.
-Io devo combattere.-
-Perché?- Sapevo che doveva farlo, però volevo una risposta che non mi lasciasse delusa.
-Sai, essere un cavaliere porta anche a questo. So cosa pensate, è orribile che porti morte e distruzione ma lo faccio per la patria, per tutto il Galles.- Annuii in modo impercettibile, distogliendo lo sguardo dal suo.-Volete vedere una cosa?- Domandò, ed io tornai a fissarlo.
-Cosa?- Ci sedemmo sul tronco di un albero caduto.
-Passatemi un quaderno, una penna e il calamaio.- Tolse il tappo in legno a quest'ultimo ed iniziò a fare disegni strani.
-Cos'è?- Chiesi stranita.
-Una costellazione, la più bella a parer mio.-
-Come fate a sapere esattamente com'è fatta?-
-Mi piace osservare le stelle al telescopio.- Rimasi immobile a fissare il disegno.
-È la costellazione di Orione. Se vuoi questa notte posso provare a farvela vedere, nel castello c'è una stanza dedicata all'astronomia.- Spostò i suoi occhi verdi nei miei.
-C'è anche una leggenda legata a questo posto.- disse.
-Quale?- Chiesi, la curiosità mi mangiava il cervello.
-Ve la racconto stasera, con le iridi incollate al cielo stellato.- Mi sorrise, era tutto così poetico.
-D'accordo.-~
A cena Angie sembrava sconnessa, con la testa tra le nuvole. Le chiesi se ci fosse qualcosa che non andava ma lei continuava a dire che non si sentiva tanto bene, ci credevo poco ma decisi di lasciar perdere. Dopotutto se non voleva dirmelo c'era una ragione. Il pomeriggio lo passai a fissare il fantastico scarabocchio di Gareth. Era davvero stupendo. Lo studiavo mentre la mia mente mi portava verso un'unica stella, era diversa.
Scoccata la mezzanotte mi avviai verso l'ingresso del castello. Trovai Gareth seduto su una scalinata ad aspettarmi mentre rigirava qualcosa tra le dita.
-Ciao.- Sussurrai.
Alzò lo sguardo ed una scintilla gli attraversò il volto. Mise in tasca il flebile oggetto e mi prese la mano.
-Fate silenzio, io dovrei lavorare e voi dovreste essere in camera vostra. Nessuno deve vederci.-Iniziammo a salire delle scale ed ogni tanto ci fermavano per un rumore eccessivo che producevamo camminando o dando leggeri colpetti alla parete, ma poi scoppiavamo in una silenziosa risata. Arrivammo in una zona del castello che non avevo mai visto, tirò fuori una chiave e aprì il grande portone in legno. Appena entrata provai un senso di stupore che mi chiuse la gola.
-Il Re me l'ha data in custodia pochi mesi dopo il mio arrivo. L'ha fatto per lo stesso motivo per cui mi trovo qui.-
-Ovvero?-
-Conosceva i miei genitori e quando sono rimasto orfano ha deciso di accogliermi, ma al prezzo che lavorassi per lui. Vedendo il mio duro impegno decise di lasciarmi una delle cose che avrebbe potuto ricordarmi la mia infanzia.- Smise di parlare per tirare fuori l'orologio che fissava minuti prima.
-È stato un gesto gentile da parte sua.-
-Già. Vienite, vi faccio vedere la luna e la costellazione di Orione.- Mi riprese delicatamente la mano.
-Avete portato il disegno?- Gli sorrisi.
-Certo, è tutto il giorno che è la mia priorità.-
Le sue labbra si incurvarono. Glielo passai e lui mi condusse al cannocchiale gigante che riempiva l'area.
-Guardate, oggi c'è la luna piena.- Il suo palmo scivolò all'altezza delle mie scapole e si chinò di fianco a me.
-Com'è? Vi piace?-
‐È stupenda, ruba il fiato per poi spezzarlo, è come una lama che ti trafigge i polmoni.-
Dissi con aria incantata.
-Gareth, posso chiedervi una cosa su una stella in particolare?-
-Certo, è una di quelle nel disegno?-
-Si, questa qui. C'è qualcosa che mi attrae particolarmente in lei.- La indicai con l'indice, mentre il mio amico stringeva il foglio con una forza così delicata che sembrava sovrannaturale. Rise, pensando chissà cosa.
-La stella Betelgeuse, è una delle più luminose della costellazione. Vorreste osservarla?-
-Davvero?- Lui annuì.Rimasi meravigliata nel vederla. Mi rimisi composta, lentamente.
-Qual è la leggenda di questa stanza?- chiesi.
-Sapete chi ha progettato il castello?-
-No, chi?-
-Charles Hadery, l'erede assoluto.-
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The Limit
Mystery / ThrillerChi trionfa è sempre l'emarginato, il drago rosso che ci rappresenta ne è la prova. Galles, 1862 Una corte domina su tutte le altre per la sua eccellenza e fama. Ma segreti oscuri in realtà si intrecciano all'interno del castello, nascondendo ciò c...