Chapter X

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L'anima non ha segreti cheil comportamento non riveli

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L'anima non ha segreti che
il comportamento non riveli.
Lao Tzu

-Walter
A seguito di quella precedente conversazione decisi di cominciare a svolgere ciò che mi era stato chiesto, sebbene stavo cercando di godermi la leggera tranquillità che mi circondava. Il vento caldo agitava lentamente i fili d'erba del prato, giovani lettori si confrontavano seduti sulle panchine e delle dame raccoglievano margherite e le posavano sui loro cappelli.
Mi alzai da terra e rientrai a passo lento nel palazzo, il quale era animato dalla luce del giorno. Salii innumerevoli gradini fino ad arrivare all'ultimo piano, gente mi fermava continuamente per salutarmi con gesti garbati.
Di rado qualcuno si aggirava per i corridoi in cui mi trovavo, il vetro delle finestre era coperto da grosse tende scure che scolorivano l'ambiente. Attraversai molte porte fin quando non arrivai dinnanzi a quella che cercavo, la dimora del veggente. Bussai circa un paio di volte, prima di sentire l'avvicinarsi dei suoi passi.
L'uomo mi aprì senza capire prima chi fossi ed alla mia vista un ampio sorriso gli balenò sul viso.
-Principe Walter! A cosa devo questa visita inaspettata? Prego, accomodatevi.- esclamò, come se gli avessi rallegrato la giornata.
La stanza era di scarsa larghezza, un tappeto marrone era posizionato al centro di essa e due poltrone del medesimo colore gli stavano accanto. Dietro quest'ultime c'era una scrivania in legno con vari oggetti posizionati al di sopra, tra cui un brillante talismano.
Mi sedetti su una delle poltrone ed Obelius, l'uomo in questione, fece altrettanto.
-Dunque.. vi ascolto.- affermò, aggiungendo diversi colpi di tosse.
-Quest'oggi verrò a rifarvi visita accompagnato da una ragazza, sotto richiesta d'una persona a me molto vicina. Mi serve sapere varie informazioni sul suo passato, ma lei non deve assolutamente capire ciò che analizzeremo.- spiegai.
-D'accordo, da ciò che sono riuscito a comprendere siete venuto per annunciarmi anticipatamente la questione?-
-Esatto.-
Obelius si raddrizzò, come per farmi intendere che era pronto ad ascoltarmi.
-Vi ricordate della principessa Meredith Cambels?- chiesi, poggiando la mia mano sui bordi soffici della poltrona.
-Naturalmente.-
-La persona che vi ho menzionato crede che la ragazza che porterò qui appartenga a lei.-
-Come fa a sospettarlo? Non può nemmeno conoscerla..-
Si fermò di colpo, come se avesse capito gran parte della situazione.
-È un fantasma, vero?- azzardò a chiedere.
-Sì.- risposi.
Sebbene Obelius fosse stato il primo ad avermi accompagnato nella conoscenza delle mie visioni, il disagio mi attraversava ugualmente.
-Credo di aver capito cosa volete sapere. Portatemi la ragazza, e saprò rivelarvi sé l'identità di una delle sue vite precedenti corrisponde a quella di Meredith Cambels.- disse, elaborando.
-Grazie, Obelius.-
Ci alzammo e mi diede una debole pacca sulla spalla destra, per salutarmi.
Uscii dalla stanza e mi avviai nuovamente verso il piano terra.
Un cartello gigantesco era posato poco dopo l'entrata principale, raffigurava una mappa completa dell'intero castello.
Memorizzai i vari luoghi in cui le dame alloggiavano e cercai di seguire il percorso.
Attraversai una grossa scalinata e, ricordandomi il luogo in cui si trovava la camera di Angie, lessi tutti i cartelli delle proprietarie là intorno, ma il suo non era presente. Andai dunque dall'altra parte e dopo circa dieci minuti trovai finalmente inciso Edith Philipson.
Bussai, e la ragazza mi aprì. La sua faccia confusa mi analizzò per pochi secondi, fissandomi quasi subdolamente.
-Miss Edith, dico bene?- domandai, poggiando il gomito sui bordi della porta.
-Sì.- rispose, fissandomi ancora.
-Walter Corteigh, piacere. Suppongo che questo nome non vi sia nuovo.- affermai, con un leggero pizzico di sarcasmo.
Lei non disse nulla ed uno strano silenzio si introdusse nel corridoio.
-Cosa volete?- domandò, notando la mia lunga attesa.
-Mi serve la vostra presenza ad un incontro, siete stata nominata partecipe.- spiegai, aumentando probabilmente la sua confusione interiore.
-Quale incontro?-
-Il Re ha programmato un enorme concerto in onore dei suoi quarant'anni regnanti, tutti i musicisti devono sfoggiare le loro abilità e vi ho notato casualmente durante una vostra lezione di chitarra.- mentii.
Ero a conoscenza delle sue capacità a causa di mia nonna, la quale voleva disperatamente che cercassi una sposa e per ciò mi aveva elencato tutte le donne di corte e le loro attitudini.
-Dove si svolgerà?-
Pensai velocemente, e buttai giù le prime parole che mi vennero in mente.
-Il concerto sarà all'aperto, nel parco reale. Oggi si terranno le prove generali.-
Passò qualche secondo, e per evitare che allargasse la sua tempesta di domande arrivai dritto alla conclusione.
-Tralasciando queste sciocchezze, venite o no? Le prove stanno per cominciare.-
-Datemi due minuti, prendo lo strumento.-
Annuii con il capo, aspettai nel medesimo posto e dopo vari minuti che si rivelarono ben più di un paio, Edith uscii con la chitarra sulle spalle. Chiuse la porta e mi incamminai, seguito dalla sua immagine.
-Perché non avete chiamato anche mia sorella, dato che è una musicista?- chiese ancora, raggiungendo il mio passo svelto.
-Lei è già lì.-
A quell'affermazione mi ronzò in testa la canzone che aveva suonato Angie di Paganini, e mi allontanai per un istante dalla realtà effettiva. Quel suono così fragile si era aggrovigliato nei miei pensieri fin dal primo momento in cui l'avevo udito.

-Facciamo all'ultimo piano le prove?- chiese Edith, esaminando ciò che la circondava.
-Non bisogna creare fastidi alla gente che si trova al di sotto.- risposi, bussando alla porta che avevo già avuto modo di conoscere.
Obelius ci accolse sorridendo nuovamente, aspettò che entrammo e ci chiuse velocemente a chiave. La dama fissò confusamente ogni centimetro di quelle quattro mura, e ricominciò con i suoi quesiti insistenti:
-Chi è quest'uomo? E perché siamo in un ambiente tanto strano?-
-Lui è il veggente di corte, Obelius Hortis. Dobbiamo verificare varie questioni.- chiarii, guardando il sottoscritto.
-Ed io cosa centro?-
-Vi basta sapere che centrate.-
-Sinceramente non mi basta.- replicò, incrociando le braccia al petto.
-Fatevelo bastare, non siete la prima persona che viene in questo posto. Stiamo controllando tutti i nobili della nostra corte.- la scusa che mi venne in quel frangente fu molto banale ma non ci diedi peso.
-E per quale motivo?- continuò, era snervante.
-I precedenti omicidi richiedono una profonda analisi, bisogna scoprire l'identità dell'artefice. Non desiderate giustizia? Potrebbero uccidervi mentre andate in giardino.-
-Perché mi avete portata qui con l'inganno? Credete che non sarei venuta se non avessi saputo la verità?- insistette.
-Esattamente.- dissi in modo conciso.
-D'accordo.- si arrese, e si sedette di fronte alla piccola scrivania.

Obelius compì le stesse azioni della ragazza, mentre io mi accovacciai sulla poltrona. Prese un libro dall'aspetto molto pesante, simile ad un'enciclopedia, e cominciò a sfogliarlo. Le pagine erano ingiallite, probabilmente dal tempo, stropicciate e scritte in una lingua parecchio strana che non conoscevo.
-Allungate un braccio, per cortesia.- disse l'uomo ad Edith, la quale fece come le era stato detto.
-Sentirete un leggero dolore, non dovete preoccuparvi.- continuò. Il corpo di lei era parecchio teso, me ne accorsi dall'impercettibile tremolio proveniente dalle sue mani. Il veggente aprì il cassetto della sua scrivania e ne estrasse una boccetta di vetro ed un oggetto molto affilato. Allo scorgere di questi ultimi Edith spostò lo sguardo altrove, mentre Obelius provocò sulla sua pelle chiara un piccolo graffio. Fuoriuscì del sangue che venne introdotto all'interno del contenitore di vetro.
-Mettete questo fazzoletto sulla ferita.- disse, posandolo davanti a lei.
L'uomo si mise in piedi e si diresse verso uno degli angoli della stanza, in cui un esile tavolino ospitava vari attrezzi. Versò il sangue dentro un minuscolo buco scavato all'interno del suo materiale e lo esaminò con degli apparecchi per il viso leggendo allo stesso tempo ciò che indicava il manoscritto. Passarono circa quindici minuti, in cui una quiete disagiante vagava al posto dell'ossigeno.
-Il mio lavoro è terminato.- affermò, provocando un sospiro di sollievo alla ragazza. Obelius aprì la porta che era stata chiusa precedentemente a chiave, in caso Edith fosse scappata, e la spalancò. La dama uscì senza pronunciare alcuna parola ed a quel punto chiusi nuovamente l'entrata.
-Sù, parlate.- ordinai all'uomo.
-È un processo molto complesso, ho bisogno dei dati sanguigni della principessa per confermare le mie insinuazioni.- spiegò, massaggiandosi la nuca.
-È impossibile trovarli.- replicai.
-In realtà un modo ci sarebbe..- insinuò, catturando la mia attenzione.
-Voi riuscite a scorgere gli spettri, bisogna unicamente scoprire chi è stato il veggente della principessa e farci dare da lui le informazioni che ci occorrono. Nella biblioteca del castello c'è una sezione che racchiude unicamente le biografie dei regni passati, vengono usati dai precettori per insegnare. Vi servono i libri più dettagliati, quelli che nessuno sfiora. Appena sapremo il suo nome sarà sufficiente recarvi nella dimora scozzese per trovare il suo fantasma.- continuò.
-Dimenticate che c'è una guerra in corso, potrebbero pugnalarmi alle spalle in un batter d'occhio.- insinuai.
-Per questo motivo vi è indispensabile almeno una persona al vostro fianco, da solo non ce la farete. Purtroppo serve la mia presenza qui, in caso di evenienze particolari improvvise.-
Quella situazione stava prendendo una piega assai dirompente, a chi potevo chiedere? Se avessi spiegato a qualcuno l'intera faccenda mi avrebbe preso per pazzo.
In seguito un'idea bizzarra s'impossessò di me ed uscii in fretta da quella stanza salutando Obelius con un rapido gesto.

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