capitolo 29

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y/n pov's:
Oggi era esattamente un anno che io e Peter stavamo insieme, esattamente 365 giorni fa mi innamorai del mio migliore amico, una anno fa conobbi un sacco di persone nuove e importanti per me, lui era una di quelle, e sono grata di aver deciso di andare in quella scuola, grazie ai miei amici e la mia famiglia amavo la mia vita.
Quella mattina mi svegliai, presi il telefono per dare il buongiorno a Peter ma lui mi aveva già scritto per primo:

Amore❤️

Buongiorno piccola❤️
7:55 am
Oggi purtroppo non posso
venirti a prendere devo fare una cosa
ci vediamo a scuola
7:55 am
Ti amo e a dopoo❤️
7:55 am

Buongiorno amore❤️
8:00 am
Va bene non ti preoccupare ci
vediamo dopo
8:00 am
Ti amo anche io a dopo❤️
8:00 am


8:01 am

Che strano, non mi aveva neanche fatto gli auguri, non potrà mica essersi dimenticato che è il nostro anniversario(?).
Nel frattempo che ci pensavo mi vestì e mi truccai un po'.

Verso le 8:30 am, presi il bus e andai a scuola, continuavo a domandarmi se veramente si fosse dimenticato del nostro anniversario oppure stesse tramando qualcosa.
Nel frattempo che ci pensavo arrivai a scuola, entrai e lo vidi, anzi lo ammirai insomma, quel giorno aveva una T-shirt nera semplice e dei jeans, per me rimaneva sempre bellissimo, mi avvicinai, lui si avvicinò a me misi giù lo zaino «Buon anniversario piccola» mi abbracciò «p..pensavo te ne fossi dimenticato...buon anniversario amore» dissi staccandomi «come avrei potuto...non ti sono venuto a prendere perché ti ho preso una cosa» aprì lo zaino e tirò fuori una scatolina «ecco è per te» la aprì e c'era un anello «è bellissimo, ma quanto ti è costato?» chiesi «non ha importanza..te lo metto?» annuì sorridendo, me lo mise «ti sta alla perfezione» disse, sorrisi «beh che tu ci creda o no anche io ho un regalo» presi lo zaino
«però non è niente rispetto a quello che mi hai regalato tu..» gli diedi la busta lui la aprì «ma è una felpa della Nike!» sapevo che gli sarebbe piaciuta «ti piace?» chiesi «certo! Non sai da quanto tempo ne volessi una, grazie» mi baciò e mi prese in braccio «ragazzi, ogni tanto ricordate che ci siamo anche noi eh» disse Ned «arriviamo AHAHAH» lui mise la felpa nello zaino e andammo da loro.

*Dopo le lezioni*

Andammo nella sua macchina «ehi, tutto ok?» chiese «si perché?» dissi «sei strana oggi?» si preoccupò, beh in effetti non ero super allegra come sempre, più che altro ero preoccupata, erano già due mesi che non vedevo mio padre «tranquillo sto bene» gli sorrisi «va bene, sta sera andiamo al ballo insieme?» cazzo me ne ero dimenticataa «certooo» esclamai «ti va di venire a casa mia? Ho casa libera» chiese «va bene» sorrise e mise in moto la macchina.

Arrivammo lì, entrammo «cosa vuoi mangiare?» chiese «tranquillo, non ho fame» mi diressi verso la sua camera e mi distesi sul suo letto, entrò «si può sapere cos'hai?» chiese «Peter, sto bene cazzo! Smettila di chiederlo!» ero sull'orlo di piangere, sapevo che me lo chiedeva perché voleva assicurarsi che io stessi bene ma il punto era che io non stavo bene «ok...» uscì dalla camera, dopo un po' mi sentì in colpa per averlo trattato così, oggi era anche il nostro anniversario, mi alzai e andai da lui, era di spalle che stava mettendo via il suo piatto e il bicchiere, mi avvicinai e lo abbracciai «scusa» sussurrai, gli diedi un bacino sulla schiena dove poi appoggiai la testa, mi prese la mano e me la baciò, poco dopo si girò, non mi resi conto di avere le lacrime che stessero quasi per uscire «ehi» mi prese la mano, sbattei le palpebre e le lacrime uscirono mi allontanai, in fretta mi asciugai le lacrime, mollai la sua mano e tornai in camera sua lasciai la porta aperta, dopotutto non era casa mia, mi sedetti sul suo letto avevo le braccia appoggiate sulle mie ginocchia, e stavo cercando di calmarmi un po' e di non piangere «ehi, ti va di dirmi che succede?» appoggiai la schiena sullo schienale del letto, lui si sedette di fronte a me «i..io...va be non importa» non volevo affrontare l'argomento, non l'avevo affrontato più da quando lo avevo scoperto «dimmi» mi iniziò ad accarezzare le gambe dato che le avevo piegate per farlo mettere di fronte a me «sì...non sto affatto bene...non sei tu.....è che...» sbuffai «mi manca mio padre...e..mi sento uno schifo...» confessai «perché non me ne hai parlato?» si avvicinò ancora un po' «semplicemente non volevo affrontare l'argomento, e volevo far finta che andasse tutto bene...ma più passa il tempo più io sto p..peggio» affermai «forse parlarne subito ti aiuterebbe a star meglio non credi? Se continui ad accumulare tutto dopo starai sempre peggio, sai che puoi fidarti di me» disse, aveva ragione «sì, mi fido di te, hai ragione....solo che quando mio padre faceva le missioni io ne parlavo sempre con mia madre...ma ora a parte te non ho più nessuno, intendo qualcuno che ne capisce di queste cose...da Avenger...» mi prese la mano «vuoi parlarne?» chiese «va bene... pensavo di essere abituata a queste cose...ci sono state volte che mio padre ha fatto missioni molto più lunghe di questa...m..ma io ero una bambina all'epoca...quindi non capivo...solo adesso a sedici anni capisco perché mia madre stava male, la sera tardi la sentivo piangere dalla mia camera, e...non era un pianto qualsiasi a volte urlava...ma ero una bambina cosa ne potevo sapere io...io l'ho provato...ricordi quando sei andato in missione per due mesi...beh per quanto pochi possano essere ho provato le stesse cose...e mi dispiace tanto se poi ti ho urlato contro e mi sono arrabbiata con te...in realtà ero felice che tu fossi tornato sano e salvo...ma ero stata male...ora con mio padre è diverso...è l'unico genitore che mi è rimasto...mia madre non c'è più...ora non so neanche quando tornerà..e...s..se tornerà vivo, lo so sarò tragica ma ormai posso pensarle tutte...mi dispiace, se prima ti ho trattato male...non era mia intenzione farlo...m..ma sto veramente andando in crisi...il mio cuore non sta reggendo più...e soprattutto non volevo rovinare questo giorno così importante per n..noi..s..scusa» mi invitò ad abbracciarlo, mi misi a cavalcioni su di lui e lo abbracciai «ehi...tu non devi chiedermi scusa di niente...anzi sono felice che tu sia stata sincera con me...per quanto a prima, avevo capito che non stavi bene... all'inizio ci sono rimasto un po' male, ma sarei comunque tornato qui per parlare con te..e non hai assolutamente rovinato niente la giornata è ancora lunga possiamo fare un sacco di cose...sei un momento no, anche io ne ho avuti quindi non ti preoccupare, io ti capisco» mi diede un bacio sulla testa «guardami» alzai la testa «non scusarti mai per queste sciocchezze, sono sicuro che tuo padre sta bene, ci ho lavorato un sacco di volte, è un uomo forte c'è la farà» mi sedetti sulle sue gambe e appoggiai la testa sulla sua spalla «grazie...»a sua volta appoggiò la testa alla mia «ti amo» disse lui «anche io, non immagini quanto...» alzò la testa, si girò verso di me mi fece un sorriso a 32 denti «e non guardarmi con quel sorrisino HAHAHA» ci buttammo a peso morto sul letto, rimanemmo abbracciati mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia «mi deludi così AHAHAHA» lo baciai «va meglio?» chiesi «Sì, molto meglio HAHAH» scoppiammo a ridere «sai, mi sento un po' meglio» affermai «visto?» gli sorrisi.
Decidemmo di guardarci un bel film per distrarci un po'«dai oggi possiamo guardare un film romantico, ti pregooo» dissi «e va bene tieni» mi diede il telecomando e decidemmo di guardare The kissing Booth, appoggiai la testa sul suo petto e iniziammo a vederlo.

 𝙃𝙞𝙢 & 𝙞 (𝗒/𝗇 𝖲𝗍𝖺𝗋𝗄 𝖺𝗇𝖽 𝖯𝖾𝗍𝖾𝗋 𝖯𝖺𝗋𝗄𝖾𝗋)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora