la cotta (c.7)

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sento le farfalle volare libere nello stomaco, ad una velocità indescrivibile.
avevo davvero bisogno di qualcuno che mi credesse.
e robin mi credeva.
rientro correndo sperando siano passati venti minuti, poi entro, sentendo un leggerlo fastidio alla schiena.
<<oh, vedo che sei ancora viva>> dice charlotte, mentre luna corre da me sorridendo e abbracciandomi.
fu in quel momento che mi resi conto che...che lei sapeva.
non la storia completa, ma sapeva qualcosa.
voglio smettere di giocare, ma vedo billy che mi incita a tornare nel cerchio.
<<andiamo?>> chiede luna.
annuisco, annoiata ma ancora esasperata per la chiacchierata fatta con robin.
<<dopo devo assolutamente parlarti di una cosa>> sussurro alla mia amica.
rimaniamo a giocare ancora per un po', poi torniamo tutti nelle nostre stanze cercando di fare meno rumore possibile.

<<allora? che cos'hai da dirmi?>> chiede luna, sedendosi sul mio letto interessata <<anche se immagino giá di cosa si tratta>> dice.
<<davvero?>> chiedo, sicura che, in realtà, non ne avesse la minima idea.
<<certo!>>
so che non immagina nemmeno quale sia la mia notizia, ma voglio comunque sapere cosa crede che stia per comunicarle.
<<al mio tre, lo diciamo insieme, va bene?>> propongo.
lei annuisce.
<<uno...due...>> chiudo gli occhi e sorrido <<tre!>> li riapro e dico: <<ho conosciuto un ragazzo...>>.
non faccio in tempo a finire la frase, perchè la sua mi spiazza completamente.
<<ti piace billy>> aveva appena detto, all'unisono con me.
<<hai conosciuto un ragazzo?!>> dice, entusiasta, ma io sono più concentrata sulla sua supposizione.
<<a me non piace billy>> chiarisco.
<<andiamo>> mi incita <<si vede da come lo guardi che sei cotta>>.
cotta?
<<cotta?>> chiedo.
<<si! e di brutto anche!>>
<<non è vero>> nego.
<<ogni volta che dovete stare insieme, ti brillano gli occhi, quando ci parli hai spesso le mani sullo stomaco, simbolo che ti fa male. sai cosa sono? farfalle nello stomaco!>> spiega.
<<lo so cosa sono>> alzo gli occhi al cielo, perchè non voglio ammettere la verità.
<<e vuoi sapere la cosa migliore? anche tu gli piaci!>> sputa, tutto d'un fiato, facendomi intuire che non è una cosa avrebbe dovuto dire.
sgrano gli occhi mentre una fitta mi invade lo stomaco.
<<cosa?!>> dico, alzando un po' la voce.
<<ce lo aveva detto qualche tempo fa...mattheo lo ha saputo prima di me, ma in ogni caso...beh...era piuttosto evidente>>
<<e ora?>> chiedo, inesperta.
<<e ora vi mettete insieme>> esordisce.
<<scordatelo...non so nemmeno se mi piace>>
<<fammi indovinare, non ti è mai piaciuto un ragazzo vero?>>
annuisco piano, imbarazzata.
<<allora fidati di me, segui il cuore, i segnali. magari è presto per ammetterlo a te stessa, ma provi qualcosa per lui>> dice, con un tono talmente delicato da ricordarmi l'affetto di una madre.
<<si...forse hai ragione>> scuoto la testa.
<<di che ragazzo parlavi prima?>>
<<nessuno di importante, in realtà>> farfuglio, minimizzando molto il discorso avuto con...robin.
<<ne sei sicura?>>
<<si, ne sono sicura. era solo un ragazzo che ho incontrato mentre stavo facendo l'obbligo>> sorrido, ma luna si rattrista e diventa seria all'improvviso.
<<chloë>> mi chiama, alzandosi dal letto e venendo verso di me <<stai bene?>> chiede.
<<si...?>> rispondo confusa.
sospira.
<<abbiamo sentito urlare, da fuori. proprio mentre tu facevi il tuo obbligo>>.
ricordai le ombre che sperai mi uccidessero in quel momento, ricordai la spinta violenta che mi aveva fatta cadere e provocato un dolore lancinante alla schiena.
ma non ricordavo di aver gridato.
l'ho fatto? ho...urlato?
io non avevo urlato...
<<non ho urlato>> negai.
<<allora...chi...?>>
<<non lo so>> scuoto la testa, mentre un brivido mi accarezza la schiena <<ma di sicuro, non io>>.
<<chloë>> mi chiama di nuovo <<sono io>> mi prende una mano, nonostante sa che detesto il contatto fisico <<puoi dirmelo se c'è qualcosa che non va>>.
fidati, non sai quanto vorrei farlo.
ma non posso.
ho confessato tutto a robin perchè in quel momento sapevo che non lo avrei più rivisto in vita mia.
probabilmente, una volta fuori dal ricovero non saremmo più stati costretti ad abitare in canada, ed io sarei tornata in francia.
niente più robin...
<<sto bene, luna>> dico, sfuggente <<davvero>>.
<<perchè mi menti?>> chiede, delusa.
devo cambiare discorso, concentrarmi su di lei, perchè il solo pensiero che luna possa essere delusa da me, mi provoca un fastidio allo stomaco e mi fa venire voglia di raccontarle ogni cosa.
<<che stavi facendo in bagno?>> chiedo, pentendomi di quella domanda.
se era come pensavo, era meglio non chiedere nulla.
<<siamo ragazze>> ride <<lo sai che perdiamo le ore in bagno>>.
<<non mentirmi>> insisto.
<<non ti mento>> dice, sicura ma solo esternamente <<sono...stanca>> aggiunge <<vado a dormire>>.
"non lasciarmi da sola..."
<<notte>> dice, con un sorriso.
<<notte>> faccio un piccolo sorriso impaurito.

è l'una di notte, ho preso il farmaco circa un'ora fa.
sono nel mio letto e sto tremando.
sento continuamente qualcosa che ruota attorno a me e dei respiri sul mio collo. serro le palpebre fino a che non le sento pensanti.
dopodiché, mi addormento, pensando al fatto che...cazzo, piaccio a billy!

🚬👻𝐀  𝒫𝒶𝓇𝒶𝓃ℴ𝓇𝓂𝒶𝓁  𝐋𝐎𝐕𝐄👻🚬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora