la cena (c.3)

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le otto?
di già?
<<dai!>> mi incita billy, così entriamo.
devo dirgli che non ho nessuna voglia di vederli, nè di conosceli, ma non lo faccio per non ferirlo.
<<siedi qui>> dice, poi lui si mette al mio fianco, ed entrambi occupiamo i posti.
al tavolo ci sono già un paio di altre persone, un ragazzo e una ragazza, ma penso debba arrivare altre gente.
invece no!
che fortuna.
<<chloë, loro sono luna e mattheo>> me li introduce ed entrambi mi sorridono.
<<ciao...>> dico, molto fuori luogo.
<<hai già fatto delle amicizie?>> mi chiede mattheo.
io faccio "no" con la testa e mi guardo le scarpe.
<<perchè sei qui?>> domanda luna, a me <<forte depressione?>>
alzo sibito lo sguardo.
<<no!>> dico <<cosa te lo fa pensare?>> chiedo, sconvolta.
<<ho tirato ad indovinare>> dice soltanto.
<<allora perchè?>> chiede billy, nonostante prima avessi provato a pargli capire che non volevo parlarne.
<<non voglio parlarne>> dico esplicitamente, per fare si che il messaggio sia chiaro.
questa volta.
<<andiamo>> insiste mattheo <<ognuno di noi ha i propri demoni qui>>.
<<i miei non sono demoni>> sussurro <<è questo il problema>> dico poi, ad alta voce.
se continuo a stare con gente che non è a posto col cervello, impazziró.
quelle cose ci sono per davvero.
mi riprometto di non ripeterlo e di non pensarlo, altrimenti sembro più fuori delle tre persone con cui sono seduta. anche se...non dovrei offenderle, sembrano davvero delle brave persone, nonostante ci abbia parlato poco.
mi alzo e vado a prendere da mangiare per evitare il discorso, e i ragazzi mi seguono.
sento un buonissimo profumo venire dalle mie spalle, sembra...vaniglia?
mi volto: luna.
mi sorride e mi chiede se stessi bene. d'istinto mi scuso con lei.
la fila davanti a noi si muove.
<<per cosa?>> mi chiede.
<<voi siete stati così carini con me, io...>>
<<tranquilla>> dice, facendomi una leggera carezza sul viso <<è normale che sia così>>.
le sorrido e mi volto, poi mi sorge un dubbio: "quanti anni hanno?", mi chiedo, tra me e me.

faccio un boccone senza stupirmi del sapore schifoso che avevo appena sentito nella mia bocca.
<<terribile, vero?>> dice billy.
<<decisamente>> dico, sapendo che si sta riferendo al cibo.
il momento prima, la mia espressione deve aver parlato per me.
<<quanti anni avete?>> chiedo, mattheo mi punta gli occhi addosso.
<<tredici>> dice.
<<è il più grande tra noi>> commenta billy <<io ne ho dodici e luna pure. tu?>>
<<dodici>> rispondo spostando una penna da un lato all'altro del piatto.
c'è un attimo di silenzio, che colgo per scorgere alcuni dettagli sulle nuove persone che ho conosciuto: luna ha dei bellissimi capelli biondi, che le arrivano poco più in basso delle spalle, e dei bellissimi occhi grigi. un naso perfetto e delle labbra tendenti al color corallo, ma leggermente più scure. mentre mattheo è castano, con gli occhi marroni e con delle puntine di verde. delle labbra rosa chiaro e un naso a bottone.
smetto di guardare loro per fissare ben oltre i loro corpi: la porta della mensa.
è aperta e c'è un leggero buio che attira la mia attenzione in modo particolare. più attenzione gli do, più vedo qualcuno -o qualcosa- ballare in mezzo a quel nero.
sì, esatto: ballare.
voglio gridare, ma non posso. mi prenderebbero per matta, e già qui dentro non vengo presa così tanto seriamente.
la testa mi suggerisce di andare verso quell'ombra, di aggirarla e scappare via, ma qualcosa di materiale mi obbliga a guardare luna.
guarda alla mia destra.
mi aveva appena lanciato il suo tovagliolo?
<<chloë? ci sei?>> mi chiama billy.
<<si>> dico balbettando.
<<fissavi il vuoto>> mattheo mi guarda preoccupato.
vissavo...il vuoto?
<<sto bene>> mento, per non dare sospetti.
<<d'accordo...>>

è quasi mezza notte ed mi sono appena cambiata, mettendomi qualcosa di un po' più comodo.
le luci si sono spente da quasi un'ora.
faccio un respiro profondo, perchè da qui a poco nella mia mente si scatenerà l'inferno.
faccio un bel respiro e prendo quattro pillole di melatonina. sono tante, ma il mio primo psichiatra ha detto che l'unico rischio che corro, è di dormire.
e io devo dormire.
<<tanto non funzionano>> mi lamento.
appoggio la testa sul cuscino e mi copro fino alla testa. sono consapevole che sia una cosa da bambini, ma ci sento un minimo di protezione.
"non girarti" mi ripeto "non guardare".
ma una voce sovrappone il mio pensiero.
<<chloë>> mormora con una risata <<chloë>>.
non ho il coraggio di gridare.
ho troppa paura.
<<chloë>> sussurra quell'obra, che si fa sempre più vicina a me.
sento qualcuno pizzicare il mio corpo.
qualcosa mi sta toccando.
lo stomaco mi si contorce, le mani cominciano a tremare e le lacrime ad uscirmi dagli occhi.
voglio dire qualcosa, ma non ci riesco.
e nessuno verrà da me.
"vai via" penso.
"vai via"
"vai via"
"vai via!"

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