mi rigiro nel letto, ancora e ancora.
sento mille voci nella mia testa chiamare il mio nome.
urla, lamentele, risate. un mix di cose che mi porta ad aprire gli occhi freneticamente e che mi fa rendere conto di essere sudata fradicia.
<<cazzo>> sussurro, ancora stordita dall'incubo appena fatto.
controllo furtivamente la sveglia, per fortuna sono le cinque e mancano poche ore all'orario in cui possiamo alzarci e uscire dalle camere.
se non mi cambio immediatamente mi ammalerò, ma non ho intenzione di alzarmi in mezzo a tutto quel buio.<<dormito male?>> domanda una delle mie infermiere preferite.
non so il suo nome, ma conosco il cognome.
Gallo.
è arrivata piú o meno un paio di mesi dopo il mio arrivo in struttura.
non so il motivo, ma fin da subito entrambe abbiamo sentito una forte connessione l'una per l'altra.
sulla quarantina, alta circa un metro e sessantasette, spensierata e sempre sorridente, capelli rossi ma un pochino sbiaditi probabilmente per via dell'età, e un sorriso che dona calma a tutti coloro che lo guardino.
<<sí...>> rispondo vagamente.
<<ancora quelle brutte cose?>> insiste, mentre aiuta una delle signore della mensa a sparecchiare la tavola.
l'ho vista qualche attimo prima entrare in cucina, la conosco, è sempre pronta ad aiutare, già sapevo che si sarebbe fermata per sparecchiare, quindi ho deciso di fermarmi con lei.
annuisco per rispondere al suo quesito.
ha capito che non mi va di parlarne, ma, nonostante questo, insiste di nuovo.
<<chloë>> mi chiama, ed io alzo lo sguardo su di lei.
<<dica>>
<<non mentire su quello che senti>> soffia, avvicinandosi a me di qualche passo <<non ignorare il problema>>.
sento un nodo alla gola al solo pensiero che l'infermiera Gallo mi trovi pazza.
<<non sto ignorando il problema>> mento <<qualche volta capita che io dorma male, che faccia incubi o che mi svegli la notte...anderson dice che fa parte del percorso>>.
<<e l'eccesso di rabbia avuto ieri?>>
mi sta guardando, ma se non l'avesse fatto avrei probabilmente alzato gli occhi al cielo.
al pensiero di Charlotte, ovviamente.
<<Char se la tira troppo>> dico soltanto, portando una serie di sette piatti all'interno del lavandino della cucina.
<<hai ragione>> risponde lei, seguendomi e mettendo dentro un paio di forchette e qualche coltello di plastica.
da noi qualsiasi cosa era a prova di disturbato mentale.
i piatti di plastica, le posate di plastica, i temperini impiantati fissi sui tavoli delle biblioteche in modo che nessuno potesse staccare la lama per un qualsiasi scopo, le finestre in plastica dura, niente corde
"non vogliamo disguidi, giusto?" disse una volta anderson a luna.
<<non avrebbe dovuto dire quelle cose sulla mia amica>> aggiungo, sentendo ancora acidità nello stomaco.
<<è vero>> concorda di nuovo <<e se non fossi la tua infermiera ti direi che è stata una mossa piú che lecita da parte tua. volevi solo difendere la tua amica>>.
sorrido.
<<ma>> continua <<sono qui per svolgere il mio lavoro, quindi devo farti un discorso a riguardo>>.
la osservo muoversi fra i tavoli e sedersi su una sedia, invitandomi a fare lo stesso.
<<non è pagata per farlo>> protesto, in modo tutt'altro che arrogante.
<<sono pagata per soccorrere le persone, chloë, se c'è qualcosa che non va, devo farlo presente, specialmente se si tratta di te. ti sei sentita meglio dopo averle dato quel pugno?>>.
<<molto meglio>> rispondo freneticamente.
<<ed è cambiato qualcosa per Luna?>>.
scuoto la testa <<non ne ho idea, non la vedo da due giorni. probabilmente non sa di me e Charlotte>>.
<<oh no, lo sa in realtà>>
<<lo sa?>>
annuisce.
<<l'ho vista questa mattina, abbiamo parlato per un po' e mi ha chiesto di te>>
<<ha chiesto di me?>>
annuisce di nuovo.
<<è arrabbiata vero?>> domando, coscente della risposta.
le voglio bene, perciò non mi pento di quello che ho fatto, tattavia sapere che lei ce l'ha con me mi fa sentire in colpa.
<<è solo...delusa>> confessa l'infermiera, accennando un sorriso dolce <<ma non sentirti in difetto per questo, hai fatto la cosa migliore. chiamare noi è stata la mossa piú giusta, altrimenti ora Luna non sarebbe dov'è>>.
mi appoggio le mani sul viso e i gomiti sulle gambe.
<<me l'ha detto anche anderson ieri>> sussurro scocciata <<sa...forse non avrei dovuto lasciare che Charlie mi provocasse, ma non mi pento di averle tirato un destro. Luna è la mia migliore amica e meritava di essere difesa ad ogni costo. non mi importa quanto dure possano essere le conseguenze>>.
l'infermiera Gallo si limita a sorridere, senza infierire sul mio movimento di pensiero. accenna solo un sorriso e mi porge una carezza delicata sulla guancia.
lei non lo sa, e non lo saprà mai, ma è il motivo per cui vado avanti.
quella donna è la mia forza.<<non capisco, Brian>> comincia Charlotte, accomodandosi sulla sedia accanto alla mia, con un segno viola ben piantato sulla guancia, dove l'avevo colpita <<io non ho fatto assolutamente niente per meritarmi una ramanzina.>>.
alzo gli occhi al cielo e li abbasso giusto in tempo per vedere lo sguardo fulminante lanciato da Char.
anderson beve un sorso d'acqua.
<<nessuno ha intenzione di fare la ramanzina a nessuno, qui, lo sai cara>> risponde il dottore con tono pacato.
accavallo le gambe e, appena il medico invita Charlie a raccontare la sua versione dei fatti, in modo tale da confrontarla con la mia, io perdo un attimo la concentrazione per potermi focalizzare su robin.
voglio vederlo, mi manca.
voglio sentire la sua voce, respirare di nuovo aria pulita...
<<è tutta colpa di chloë!>> sento tuonare accanto a me, cosí la mia mente torna al discorso.
guardo il medico in attesa che cominciasse un discorso filosofico, invece si limita a dire: <<la colpa non è mai di una persona sola>>.
<<infatti>> concordo <<avrò pure sbagliato a tirarti un pugno, ma non l'avrei mai fatto se solo tu non avessi fatto la stronza come al solito>> mi difendo, poi, per rafforzare l'insulto, aggiungo <<non che io mi penta di averti ferita, ovviamente>>.
Char non mi da la soddisfazione di mostrare un volto nero dalla rabbia, ma non mi interessa. sembra stia rimuginando su qualcosa.
<<ragazze, quello che dovete imparare a fare è convivere l'una con l'altra>> ci spiega anderson <<entrambe avete caratteri molto forti e, di conseguenza, tra voi vi scontrate, ma starete qui ancora tanto tempo, non potete azzuffarvi sempre>>.
<<abbiamo litigato solo una volta>> infierisco.
<<sí, è vero, ma tu hai ceduto alla rabbia, chloë, e tu>> gira il volto verso Charlotte <<non hai saputo trattenere quello che pensavi>> torna a guardare entrambe <<è importante ascoltare quello che si prova e non reprimerlo, ma lo è anche rispettare i sentimenti dell'altro>>.
non mi importa di quello che dice, non mi pento di averle fatto male. se lo meritava in pieno.
<<che ne dite di delle scuse?>> propone infine il dottore.
non siamo all'asilo, delle scuse non potranno mai sciogliere l'astio che proviamo l'una per l'altra ed è cosí che deve essere.
odio la sua personalità, il suo volto, la sua voce, il suo corpo. ogni singola cellula di lei mi provoca il forte pensiero di prenderle la testa e sbattergliela ripetutamente contro io muro.
tutti questi pensieri uniti insieme nello stesso momento fanno uscire dalla mia bocca parole molto chiare: <<non ho intenzione di scusarmi con lei>>.
<<neanche io>> sputa Charlotte.
<<beh>> mi giro a guardarla <<non devi scusarti con me, innanzitutto, dovresti scusarti con Luna>>.
<<non vedo perchè dovrei>> ride <<ho detto la verità. è una masochista del cazzo e si merita di essere dov'è>>.
non può averlo detto di nuovo.
mi alzo dalla sedia, pronta a sputare fuori dalla bocca un vomito di insulti che probabilmente mi avrebbero fatta sentire piú alleggerita.
invece, poi, ci penso su.
sta avvenendo tutto troppo infretta e non riesco a pensare alla cosa giusta da fare, cerco di capire solamente quale possa essere una risposta inmediata e a tono a prova di figuraccia di sfoggiare in questo momento.
<<vuoi dirglielo tu o glie lo dico io ad anderson che se Luna si fa del male è solo colpa tua?>>.
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🚬👻𝐀 𝒫𝒶𝓇𝒶𝓃ℴ𝓇𝓂𝒶𝓁 𝐋𝐎𝐕𝐄👻🚬
Fiksi Penggemarho lasciato la francia quando avevo dodici anni, per via della mia salute mentale. assurdo vero? ad ogni modo, ora mi trovo in canada, nel joseph's health hospital dal 2 novembre 2021, ora siamo a dicembre, il 17, precisamente. sarei dovuta entrare...