pazzia (22)

24 1 0
                                    

non ho mai creduto nella pazzia.
non credo che al mondo ci siamo persone pazze.
come non credo che ci sia qualcuno in grado di giudicare il livello di stabilità mentale di una persona meglio della persona stessa.
ripenso a questa mia credenza mentre mi giro e mi rigiro davanti allo specchio del bagno, con solo il reggiseno addosso dalla pancia in sú.
sono consapevole che qualsiasi ragazza possa entrare in questo momento, ma non me ne curo, troppo occupata ad osservare la mia schiena, pulita e senza nemmen un graffio.
mi ri-infilo la maglia, poi la felpa, uscendo dal bagno fiera di ciò che avevo appena fatto a Charlotte e pronta per andare da Anderson, che mi aspettava delusamente sorpreso.

<<il nuovo colore ti da alla testa?>> ironizza il dottore, mentre con la penna mi indica i capelli.
<<se lo meritava>> rispondo soltanto.
<<pensi che qualcuno si meriti il dolore?>> domanda, scrivendo di nuovo qualche puttanata sul suo stupido pezzo di carta.
<<senti>> dico, perdendo di nuovo le staffe <<Charlotte è solo una stronza drogata che pensa solo a sè stessa. ha insultato la mia amica e ha avuto ciò che io ritenevo si meritasse. non stia a psicanalizzarmi come fa sempre, non servirà a nulla. rimango ferma sulla mia decisione, e lo rifarò se ce ne sarà bisogno>>.
anderson rimane in silenzio per qualche attimo, poi si muove leggermente sulla sedia che, a contatto col suo peso, emette un cigolio.
<<certe volte, cara Chloë, le persone sanno essere davvero perfide>> mi spiega, ed io mi limito a guardare le sue scarpe marroni a punta <<ci saranno sempre persone che proveranno a farti male, o a farne a chi ami, ma dobbiamo stare attenti alle reazioni che abbiamo nei loro confronti>> continua, ed io, nonostante il discorso toccante ma di cui non mi è importato assolutamente nulla, non mi lascio sfuggire un dettaglio importante implicitamente uscito dalla bocca del dottore.
<<quindi sta dicendo che Charlotte è una stronza>> lo guardo, piegando la testa leggermente a sinistra.
lui mi osserva con cura.
<<non sto dicendo questo>> soffia soltanto.
<<invece sí>> ribatto <<hai detto che nella vita ci saranno sempre persone stronze. perchè mi avrebbe dovuto fare questo discorso se non per farmi capire che, nonostante Charlotte sia una grandissima bastarda, non avrei dovuto tirarle un pugno?>>.
sembra che il medico faccia fatica a seguirmi, ma non me ne curo molto. ad ogni modo, appena analizzate per bene le mie parole ed averle comprese nel migliore dei modi, prosegue dicendo: <<sto cercando di spiegarti che, se da una parte Charlotte è stata scorretta verso te e, certamente, luna, dall'altra tu avresti potuto reagire in modo diverso>>.
forse è vero, ovviamente avrei potuto reagire in modo differente, senza metterle le mani addosso, ma era da molto tempo che reprimevo la mia rabbia nei suoi confronti e sul momento picchiarla è stata la scelta migliore che il mio corpo potesse adottare.
<<avresti fatto lo stesso con la persona che odi di piú al mondo>> scuoto la testa, alzando la schiena dallo schienale della sedia, in vena di protesta ma sempre con calma <<magari non ora, ma se avessi avuto la mia età e il mio disturbo, e avessi avuto davanti una persona come quella, sono certa che anche tu avresti fatto lo stesso>.
<<non penso sia importante ciò che avrei fatto alla tua età, ma la cosa giusta e il messaggio che sto cercando di passarti>>.
lo guardo negli occhi, incapace di mantenere ancora quel discorso.
mi arrendo.
<<non sarebbe piú opportuno parlarne direttamente con Charlotte in presenza? io, te, e lei. non sono solo io quella che deve regolare il proprio atteggiamento>> annuncio, giocando con i capelli.
anderson sospira.
<<d'accordo>> dice in fine, facendomi ottenere una piccola vittoria <<vi chiamerò entrambe domani, tu pensa a darti una calmata adesso>>.
annuisco, vittoriosa, poi mi fermo per qualche attimo, diventando triste all'improvviso.
<<luna sta bene...?>> domando, ricca di speranza.
il dottore fa un sorriso triste <<luna ha bisogno di stare un po' da sola in questo momento, per potersi riprendere senza essere condizionata>>.
<<non ho chiesto questo>> ribatto, capendo che la mia amica sta tutt'altro che bene.
<<è tutto quello che posso dirti, però>>
<<è...è andata tanto affondo?>> insisto, e, dopo aver detto quelle parole, una fitta mi prende la pancia.
<<chloë...>>
<<sono la sua migliore amica. puoi dirmelo>> tento di convincerlo.
<<se non avessi chiamato le infermiere probabilmente ora non sarebbe dov'è>> si arrende, senza rispondere esplicitamente alla mia domanda ma comunque dicendo qualcosa di appagande che mi permette di capire la situazione di luna.
sento di nuovo la rabbia ribollire nello stomaco.
è tutta colpa di Charlotte se Luna sta cosí male.
voglio dirlo ad anderson, voglio tantissimo, ma non posso...in fin dei conti ho giurato alla mia amica che non avrei vuotato il sacco...
non so che fare.
glie lo dico?
<<luna ce l'avrà con me?>> chiedo, sperando in una risposta positiva.
<<perchè mai dovrebbe avercela con te?>>
<<perchè ho chiamato le infermiere>>
<<sono sicuro di no, Chloë, e anche se fosse arrabbiata con te, passerebbe con il tempo>>.
ciò che mi dice non mi rassicura, per nulla. non voglio che la mia amica ce l'abbia con me, nè ora, nè in futuro.
ma immagino che non lo saprò finchè non la vedrò.
tu non sei pazza, Chloë.
la pazzia non esiste, Chloë.

🚬👻𝐀  𝒫𝒶𝓇𝒶𝓃ℴ𝓇𝓂𝒶𝓁  𝐋𝐎𝐕𝐄👻🚬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora