la battaglia di cuscini (18)

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<<cazzo, le adoro!>> sclero, voltandomi verso luna e saltellando come una bambina.
do un'altra occhiata alla forma dei miei capelli allo specchio dopo averli asciugati con il phon, poi sorrido.
<<sono stupendi...>> sussurro.
<<ti stanno benissimo!>> esordisce la mia amica, quasi più contenta di me.
quasi.
<<ora provati il mascara>> aggiunge.
<<adesso?>> chiedo, poichè è sera e so che me lo dovró togliere.
oppure...
<<d'accordo>> acconsento.
rimuovo la pellicola attorno ad esso e lo apro con delicatezza per paura di rompere lo scovolino.
<<non avevi mai visto un mascara?>> chiede la mia amica atteggiandosi come se provenissi dall'età della pietra.
<<certo che ne avevo visto uno>> sbuffo <<ma non lo avevo mai messo>>
<<puoi farlo ora!>> esordisce scuotendomi <<dai, muoviti!>>.
<<d'accordo, d'accordo>> sorrido.
lo applico sulle ciglia superiori, e...
<<ah! cazzo!>> impreco, mettendomi una mano sull'occhio dal dolore.
avevo mancato le ciglia e preso l'occhio all'interno.
sento luna ridere e le lancio uno sguardo di disapprovazione arrangiato.
armeggia con lo struccante e il dischetto, poi con una sorriso di scherno mi si avvicina e me lo porge.
<<tieni, passatelo sul viso, ma cerca di non farti male anche con questo>> si raccomanda.
<<non sei divertente>> la rimprovero guardandomi allo specchio e facendo quello che mi aveva ordinato.
<<tu lo sei, peró>>

<<beh...mi sta...bene, credo>> commento, una volta finito di applicare il mascare su entrambi gli occhi.
<<ti sta da dio!>> esordisce la mia amica <<se avessi il cellulare, ti farei una foto>>.
rido, poi le chiedo di accompagnarmi nella mia stanza. non mi va di vedere cose indesiderate, soprattutto in un giorno del genere.
<<possiamo dormire insieme?>> chiede lei, aggrottando la fronte come infastidita.
o...sconfortata.
non voglio assolutamente dirle di no...ma devo vedere robin all'una...
cazzo.
<<d'accordo>> approvo, anche se mi rendo conto di starmi spingendo oltre ogni limite con la mia amica <<ma c'è una cosa che devi sapere...>>
beh, si. devo dirglielo.
se si svegliasse e mi vedesse in piedi intenta a sgattaiolare per i corridoi?
<<spara>> dice sicura.
<<devi promettermi che non lo dirai a nessuno>> premetto, abbassando il tono di voce e chiudendo la porta che prima era aperta.
<<devo preoccuparmi, chloë?>> chiede.
<<devi solo tenere la bocca chiusa coi dottori>> la prego.
<<e chi ci parla, con quelli?>> sorride.
sospiro.
<<ricordi il ragazzo di cui ti avevo parlato? quello che ho incontrato quando abbiamo giocato ad obbligo o verità>>.
annuisce con gli occhi che le brillano.
<<l'ho rivisto ieri, sempre al cancello, sempre a tarda notte>>
<<cosa?!>> esordisce ad alta voce, ed io le faccio un accenno con gli occhi di non urlare <<scusa>> dice <<ma come hai fatto ad inserire il codice della porta?>> chiede sospettosa ed io mi sento in gabbia.
non so se confessarle che sono state le ombre che vedo da anni a suggerirmi il codice per disattivare l'allarme della porta, ho paura mi prenda per matta e non voglio che succeda. ma d'altra parte non posso fare altrimenti.
<<non è importante>> dico decisa.
<<invece lo è>> insiste <<te lo sei sognato? oppure sei tipo uno di quei super eroi dei cartoni animati che riesce a passare attraverso gli oggetti?>> scherza.
<<un misto tra le due cose>> ipotizzo, pensando che, effettivamente, la sua distorsione della realtà non sia tanto diversa da ció accaduto ieri.
<<eddai, dimmelo>>.
guardo da un'altra parte, spaventa che possa lasciarmi anche lei.
<<chloë, sei la mia migliore amica...puoi parlarne con me>> mormora.
la sua...migliore amica?
io sono la sua migliore amica?
il mio cuore fa un piccolo saltello ma cerco di camuffare quella sensazione parecchio evidente ai suoi occhi.
avevo sempre sognato che qualcuno mi considerasse una "migliore amica", ma non era mai accaduto fino a questo momento.
<<ieri le ombre mi hanno svegliata, una figura femminile mi ha detto la password, io l'ho inserita ed era corretta>> dico tutto d'un fiato <<ti prego non prendermi per matta>>.
<<stai scherzando, spero>> dice, ed io mi pento subito di averglielo detto.
mi sento stupida, debole, inutile e soprattutto non adatta.
fino a quando...
<<chloë lacroix sa parlare con i morti!>> esclama luna, costringendomi a rivolgerle uno sguardo di disappunto.
per un attimo mi sento sollevata e capisco che, forse, dovrei imparare a fidarmi di più di lei.
non mi farà male, non andrà via.
<<non vedo i morti>> affermo <<non so ancora cosa sia, ma vorrei evitassimo l'argomento. non è questo il punto>>
<<d'accordo, scusa>> dice, esaltata <<e qual è il punto, allora?>>
<<io e robin dobbiamo rivederci questa sera, sai che ore sono?>> chiedo.
<<circa le dieci>> risponde, scioccata e senza saper trattenere la felicità <<cosa indosserai? ti rimetti il mascara? posso venire con te? me lo fai conoscere?>> chiede.
senza darmi il tempo di risponderle, si alza dal mio letto e apre il mio armadio, mettendosi a frugare nel mio guardaroba.
<<luna!>> la richiamo <<non devo mica sedurlo, è solo un ragazzo con cui parlo ogni tanto>> le prendo il polso e la tiro, nel modo più delicato possibile, sicura di non averle sfiorato le ferite <<e no, non puoi venire con me. sarebbe rischioso>> mento.
in realtà, non voglio che la mia amica venga con me perchè desidero vedere robin da sola.
non lo avevo mai notato come in questo momento, ma ho amato davvero passare quei pochi minuti a parlare con lui, anche se dovevamo fare sì che il nostro primo incorntro fosse anche l'ultimo.
<<uffa>> sbuffa <<sei proprio noiosa>> dice, facendo finta di offendersi.
<<e tu sei...>> mi fermo, rendendomi conto di non avere nessun insulto da tirarle <<va te faire foutre>> dico, non a lei direttamente, ma a me stessa per non aver saputo come pararmi le spalle.
<<vale a dire?>> chiede.
<<non vuoi saperlo>> sorrido, scherzando.
lei fa spallucce e, quando si accorge che ho ancora la mano sul suo polso, fa una mossa velocissima prendendo i miei con le sue mani e buttandosi sul letto, trascinando di conseguenza, anche me.
<<che fai?>> dico, ridendo per quanto fosse stato inaspettato quel gesto.
<<quello che ho sempre desiderato fare con la mia migliore amica>> dice, misteriosa, poi prende uno dei miei due cuscini, lo stringe saldamente con entrambe le mani e comincia a colpirmi ripetutamente.
<<ah, la metti così?>> chiedo, tra una cuscinata e l'altra, prendo l'altro e la copio.
è così che cominciamo la nostra battaglia di cuscini, noncurandoci del rumore, aspettando arrivi il momento tanto atteso ormai da entrambe noi.

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