8- Holden

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Through the corridors of sleepPast shadows dark and deepMy mind dances and leaps in confusionI don't know what is realI can't touch what I feelAnd I hide behind the shield of my illusion

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Through the corridors of sleep
Past shadows dark and deep
My mind dances and leaps in confusion
I don't know what is real
I can't touch what I feel
And I hide behind the shield of my illusion



Sto assistendo ad una scena surreale.
C'è una ragazza che sta vomitando copiosamente sul pavimento, con un tizio dall'aria inquietante che le carezza la schiena mentre mormora parole di conforto.

Mi avvicino, ma sono relegato ad osservare silenziosamente un dolore che non posso lenire.

Perché continuo ad essere invisibile.

Mi sono svegliato da pochi minuti in una stanza che non è la mia, con la mente leggermente annebbiata, confusa. Un senso di disorientamento, ma non il terrore che mi sarei potuto aspettare in una situazione del genere.

Dopotutto, quattro anni di isolamento hanno inevitabilmente lasciato il segno sulla mia sanità mentale, e la paura è un sentimento che non riesco più a provare molto.

Sto continuando a guardare la strana coppia a terra, e ora la ragazza ha smesso di vomitare; mi sento un po' come un osservatore in un teatro, incapace di distinguere tra realtà e fantasia.

Chi mi ha portato qui e per quale motivo? Chi sono questi due?

Adesso si stanno alzando, lui l'ha presa in braccio e la sta portando in una stanza molto vicina alla porta dalla quale sto spiando la scena. Ha chiuso, quindi non riesco a vedere più cosa succede all'interno.

Spero che la ragazza stia bene, sembrava parecchio scossa.

Eccolo, il tizio inquietante di prima sta uscendo dalla stanza, ma stavolta è da solo. Richiude la porta, si incammina per il corridoio, e io decido di seguirlo. Non so bene cosa me lo faccia fare, credo semplicemente di non riuscire più a stare qui senza fare nulla.

Questo ragazzo, noto che potrebbe avere la mia età o forse poco di più, è molto alto, ed ha un portamento impeccabile, la postura eretta gli conferisce un'aura di sicurezza in sé stesso che sinceramente invidio un po'. Ogni movimento che fa è calcolato al millimetro, fluido ed elegante, come se danzasse attraverso lo spazio.

Non so se sono più incantato o invidioso. La paura ancora non si fa sentire.

È arrivato alla fine del corridoio e sta scendendo una scalinata enorme: ma dove cazzo siamo? Lo spazio sembra gigantesco, i corridoi lunghissimi e i soffitti a volta mi fanno pensare di poter essere nella casa di qualcuno di molto ricco.

Continuiamo a scendere, passando per svariati piani. Ne conto sei prima di arrivare al pianterreno.

Noto immediatamente un cambiamento nei passi del tizio che sto seguendo. Sarebbe impercettibile, lo noto esclusivamente perché durante tutto il tragitto non ha mai cambiato andatura, ha sempre e solo tirato a dritto. Mi volto nella sua stessa direzione per vedere ciò che lo ha distratto: una ragazza.

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