18- Maria

23 4 5
                                    

All those special times I spent with you, My loveThey don't mean shit compared To all your drugsBut I don't really mind, I've got much more than thatLike my memories, I don't need that

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

All those special times
I spent with you,
My love
They don't mean shit compared
To all your drugs
But I don't really mind,
I've got much more than that
Like my memories,
I don't need that







«Non mi interessa se dovrete infilargliele giù in gola con l'imbuto, fate in modo di trovare quelle maledette medicine e fate in modo che le prenda al più presto!»

Non è neanche mezzogiorno, e la mia batteria sociale è già così pericolosamente scarica. Il gomito che ho sbattuto sul pavimento, danneggiandolo per proteggere la testa di Grace, mi fa un male cane. In una persona normale, l'osso sarebbe sbriciolato, ma io me la sono cavata con una medicazione alla vecchia maniera da Vik. Sebbene insistesse per curarmi con il Talento, l'ho blandita assicurandole che mi sarebbe bastata una semplice fasciatura, solo per fermare il sangue.

La ferita non è grave, ma è ampia, e brucia come l'inferno. Era da tempo che non mi ferivo accidentalmente.

È anche vero che non avevo messo in conto il dovermi lanciare dalla finestra, afferrare un corpo e proteggerlo con il mio, e contemporaneamente evitare di danneggiare la struttura. Tutto sommato è andata abbastanza bene, Grace non si è fatta un graffio, e il pavimento della veranda può sistemarlo velocemente Siria, con quel talento utilissimo che si ritrova.

Sì, è decisamente andata bene.

Non mi spiego però il comportamento di Grace. Sta rannicchiata in un angolo della stanza, seduta sul pavimento duro. Mi guarda come se fossi un mostro.

«Che le hai fatto? Come mai ti guarda in quel modo? Okay, ce l'ha anche con me, ma da te sembra proprio terrorizzata...» Thorsten da voce ai miei pensieri, ed entrambi guardiamo Grace. Domash, neanche a dirlo, non si è staccato di un centimetro, e sta accanto a lei come un cane da guardia.

Questo comportamento non gli si addice per niente.

«Le ho salvato la vita, Thorsten. Bello scherzo del destino.» La mia voce è più amara di quanto volessi intendere, probabilmente per la stanchezza. L'ho davvero salvata, un volo di venti metri l'avrebbe probabilmente uccisa, e questo è il modo in cui mi ringrazia.

«Cosa vuol dire che le hai salvato la vita? Cos'è successo?»

Per la prima volta, Holden mi rivolge la parola senza un invito. Fa passi avanti, il ragazzo. Sposto lo sguardo su di lui prima di rispondergli.

«L'ho presa al volo a mezz'aria, si è buttata dalla finestra di camera sua.»

Di nuovo, mi accorgo di aver detto troppo, e in modo troppo freddo. Holden fa un passo indietro, gli occhi sbarrati e la bocca che balbetta qualcosa di inintelligibile, ma è la reazione di Kaiden che mi sorprende di più.

Il fatto che abbia una reazione, mi sorprende.

Sta stringendo i denti così forte che temo possa spezzarseli da un momento all'altro, e il viso è cereo, di un pallore malsano anche per lui. Non guarda nessuno, men che meno Grace, fissa solo il muro dall'altra parte della stanza, gli occhi vitrei.

The Gifted GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora