✨Maria, Kaiden, Holden, Grace, Nova.
Cinque ragazzi, cinque Talenti, un gioco mortale.
La notte cala, e l'alba è più lontana di quanto immagini.
Urban Fantasy, Romance, Mistery.
Se hai amato Shadowhunters, Caraval, Crescent City, forse questa stori...
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Confine me Let me be the lesser of a beautiful man Without the blood on his hands Come and make me a martyr Come and break my feeling With your violence With the gun on my head
La Vertigine è gremita di persone. In effetti siamo tutti qui.
Ricordo a memoria ogni volto che vive alla Tenuta, e non ne manca neanche uno. Contando i cinque nuovi arrivati, adesso siamo in trentasei, e anche se la Vertigine è grande, inizia a sembrare stipata rispetto a qualche anno fa.
È una stanza ampia situata al piano sotterraneo, assolutamente unica nel suo genere, realizzata in due anelli concentrici. Noi occupiamo l'anello centrale, in basso. Tutto intorno a noi si srotola l'anello esterno, e si sviluppa verso l'alto in piccoli palchetti, come una galleria teatrale. L'unica entrata che possiamo vedere è quella che abbiamo appena imboccato, al centro dell'anello.
Localizzo subito le persone di mio interesse: Thorsten lo noto per primo, è ancora in compagnia di Vik e di Holden; Domash sta seguendo la situazione da un palchetto in alto, in una posizione privilegiata rispetto a noi, e la ragazza con la cicatrice sull'occhio lo sta guardando di sottecchi dall'altro lato della stanza, da sola.
Kaiden è seduto a terra accanto al muro, la testa infilata fra le ginocchia. Nova e il suo fratello gemello stanno in piedi stretti contro una parete, lei che fa correre lo sguardo su tutti i presenti con un'espressione di dolorosa consapevolezza sul viso, lui solo sgomento, con gli occhi sbarrati e la bocca leggermente aperta.
Noto un particolare inquietante, e cioè che tutti i nuovi arrivati, tranne Nova, indossano la tuta integrale da combattimento. Verde chiaro per Grace, nera per Holden, gialla pastello per Nate e bianca per Kaiden.
È come se una mano mi stesse stringendo le viscere, lasciando la presa a momenti, solo per poi stringere nuovamente.
È una delle sensazioni meno piacevoli che abbia mai provato.
L'aria è satura soprattutto perché, oltre a noi trentasei, ci sono anche decine di ospiti. Stanno seduti sugli spalti con i loro completi eleganti, le signore con gli abiti lunghi, tutti con le immancabili maschere a coprire il viso.
Parlottano fra di loro, indicandoci, come se fossimo una strana specie in mostra in uno zoo.
La loro presenza mi mette subito in allerta, perché stasera non dovrebbe esserci nessun combattimento. Stasera serve solo per fare ambientare i nuovi arrivati, spiegare loro la situazione, farli sentire a loro agio... non ha senso farli assistere immediatamente a un incontro. E poi, non ne è stato programmato uno per stasera, o almeno... uno del quale sia stata messa al corrente.
Mentre elaboro il pensiero, uno più cupo e sinistro prende posto velocemente nella mia mente.