Rimaniamo così, con i respiri intrecciati e le mie mani sul suo petto che si alza e abbassa ritmicamente. Non ci vuole un genio, entrambi ci bramiamo come abbiamo sempre fatto e non lo si può negare.
Mi mordo il labbro inferiore e mi allontano, mentre lui si prende la testa fra le mani. Mi alzo dal divano, con una mano sulla bocca e il cuore a mille.
"Siamo dei coglioni" sbotta sospirando. Dopodiché di alza, riafferra la sua giacca e si avvicina alla porta, ma prima si volta. Non ho le forze di fare nulla, ma non voglio che se ne vada di nuovo.
"Non posso continuare a vivere sapendo che sei di un altro"
Mi toglie il fiato, e se ne va.
Nemmeno un attimo di silenzio e il telefono inizia a squillare, e come da copione Annabeth scoppia in un fragoroso pianto. Sbuffo e afferro la cornetta reggendola fra la spalla e l'orecchio. E nel frattempo prendo fra le braccia Anny.
"Amore?"
No, Kyle no. Non adesso.
"Dimmi"
"Marco mi ha offerto di stare insieme con la squadra in albergo, per festeggiare la vittoria"
"Mh, avete vinto? Bravo amore"
"Sì è stato facile dai. Allora a domani?"
"Sì, a domani"
"Ti amo Vì"
Attacco senza rispondere. Non avrei potuto fare altro con il buco nello stomaco che mi sentivo.
HARRY
Non appena scendo dalla metro mi incammino verso l'hotel in cui alloggio. Sento che potrei rompere qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Però continuo a marciare deciso, a sguardo basso e occhi gonfi. Non sto per piangere, sono solo stressato. Parecchio stressato.
Nella hall lancio uno sguardo all'ingresso del bar. Aperto fino alle 03:00, c'è scritto sul cartello. E lo so perché oltre all'italiano sotto lo trovo pure in inglese, francese, spagnolo e russo.
Decido ch un paio di bicchieri non mi avrebbero fatto altro che bene, perciò ci entro e al bancone prenoto subito l'ordine, che poi si raddoppia, triplica, quadrupla finché non sento la gola bruciare e la testa girare.
Sono stanco, rattristato, arrabbiato da morire, e sento una voce familiare. Alzo lo sguardo, è il biondino.
È accerchiato da parecchie persone, quasi tutte uomini. Mormoro una bestemmia e mi alzo con l'intento di tornare in camera e dimenticare tutto. Magari partirò di nuovo per l'Inghilterra, dato che qui non ho più nulla da fare.
Un'ultima occhiataccia a quel maledetto Kyle del cazzo, ed è lì che mi rovino. Lo noto preso da un'immensa gioia, mentre stringe con le mani sui fianchi, una mora in abiti succinti e il seno abbondante. Incolla la sua bocca a quella della ragazza, e se la gusta con troppa passione per essere un ragazzo padre fidanzato.
A quel punto sento un calore salire dentro di me e serro i pugni, marciando verso quella testa di cazzo. Non fa nemmeno tempo a riconoscermi, che gli sgancio un sinistro che lo stende a terra.
Le risate hanno fine, nessuno fiata, nessuno si muove. Kyle è ancora sdraiato con la mano sopra il labbro sanguinante.
"Io lo sapevo che Venice non ti meritava! Sei un coglione!"
Un paio di suoi amici mi danno degli spintoni, mi dicono qualcosa di poco carino in italiano, mentre Kyle si alza.
"Che ne vuoi sapere tu di Venice? Fatti i cazzi tuoi e vattene"
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Slut + Fool
Teen FictionIn cui Venice soffre di depressione e si prostituisce da anni e Harry è un capriccioso viziato, ma innamorato. [Due libri in uno] Tutti i diritti sono riservati. Non copiate, imitate o spacciate per vostro. {Concluso}