1.Routine.

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"Ci sono, ci sono!" strillo una volta varcata la soglia del locale. Ricevo occhiate da parte di tutti i miei colleghi, e da Maci che mi manda nei camerini ad indossare la nuova divisa. Ancora con il fiato mozzato raggiungo la camera e lascio cadere a terra la mia borsa a tracolla, sbuffando. I miei capelli chiari sono arruffati per colpa dell'umidità e Jack odia quando abbiamo i capelli in disordine.

Mi affretto a spazzolarli e li fisso con la piastra da borsa che ho sempre con me. Mi deprime dover indossare quegli abiti ancora più privi di dignità dei precedenti.

"Oh cazzo.." mormoro quando noto che il top nuovo lascia scoperta l'orrenda voglia che detesto, proprio all'altezza delle costole. Se Jack fosse una persona ragionevole potremmo parlare di certe modifiche senza che possa andare a finire come l'ultima volta. No, preferisco mille volte la mia voglia ad un altro livido.

Il locale apre fra venti minuti, dobbiamo essere fuori prima di quell'ora. Fuori fa freddo, è febbraio ormai, ma non possiamo indossare alcun tipo di indumento che ci possa tenere al caldo sotto la vista di Jack. Quando di solito ci lascia al nostro destino per l'intera notte, alcune di noi sfilano un cappotto o una coperta da qualche nascondiglio o borsa e ce le dividiamo, usandole a turni.

"Questa gonna ti fa un culo meraviglioso" commenta Maci. Le sorrido sarcastica e la ringrazio scuotendo i capelli orgogliosa. Entrambe sussultiamo quando la porta si apre ed entra.

Come sempre è scortato da altre due ragazze e tre uomini in nero. Il suo completo elegante da un'idea chiara di che genere di persona sia, tanto quanto la sua voce profonda e imponente, e la sua colonia da uomo odiosamente irritante.

"Eccole le mie bionde" afferma battendo una sola volta le mani, come se ne andasse pienamente orgoglioso. Perché è così.

Il fatto che abbia messo in piedi questo bisness mettendo in chiaro che solamente ragazze dai capelli del color del grano si sarebbero potute unire, fa pensare che sia deviato mentalmente. Ha un'ossessione per le bionde. Non l'ho mai visto al fianco di una ragazza castana o mora, o rossa.

"Divise nuove, clienti nuovi! Vi abbiamo piazzato in nuovi quartieri e in nuove strade"

Siamo dodici ragazze. Dodici vittime. Dodici bionde.

Prima che ci lascino uscire di lì, Jack scambia un paio di parole con il proprietario del locale che ci permette illegalmente di fare uso della sua proprietà.

"Scopatene più che potete.." sputa prima di farci salire in auto.

Che l'inferno abbia inizio, Venice.

***

Sono di fronte ad una discoteca, al fianco di Jasmine ed entrambe abbiamo le gambe tremanti ed infreddolite. Non vogliamo entrare, essere toccate e graffiate, per qualche soldo. Del quale ne prendiamo solamente il 30%, tra l'altro.

"Forza Vì.." mi incoraggia facendo un passo verso l'entrata. Esito.

"Se Jack non vedrà almeno un biglietto da cinquanta ci ammazza"

"Lo so..Posso almeno fare un tiro?"

"Lo farai dopo, ora andiamo!" Jasmine mi afferra per il polso e mi trascina con sé. I nostri tacchi fanno un forte rumore ad ogni passo, fin quando non viene coperto dalla forte musica elettronica.

Urlo alla mia compagna se fosse il caso di dividersi, e lei annuisce. Cazzo, ma perché non mi ha detto di no? Non voglio essere lasciata di nuovo sola.

Cammino fra la gente, in cerca di un posto nella pista meno affollato il più possibile. Ovviamente non ne trovo nemmeno uno e la cosa mi infastidisce. Tutte quelle gomitate e mani sul mio fondo-schiena mi irritano, ma le ignoro. Alla fine ci rinuncio; detesto lavorare nelle discoteche.

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