8.Emotiva.

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Sforzo di convincermi di essere totalmente al sicuro, ormai. Penso di aver definitivamente chiuso con quella sporca carriera, con la mia devastante solitudine e la perenne pelle d'oca che scorreva sulle mie gambe nel bel mezzo del freddo vento serale.

Riguardo all'affidamento, io ed Harry abbiamo avuto un'eterna discussione, ed anche piuttosto accesa. Mi ha infastidito il suo tono. Mentre discutevamo,mi sono resa conto che la mia opinione non sarebbe importata, perché lui aveva già preso la sua decisione e non mi avrebbe lasciato modificare la sorte che aveva scelto per me.

Alla fine avevo scacciato un urlo, strillandogli di smetterla di essere così dannatamente cocciuto. Avevo spaventato perfino Baxter, che è stato interrotto dal suo sonnellino e aveva sollevato di scatto la testa, osservandomi ad orecchie alzate marciare verso la camera da letto. Sono rimasta chiusa là dentro per un bel po' di tempo, quasi due ore direi. Di Harry nessuna traccia, e stavo iniziando a sentire un fastidioso borbottio allo stomaco. La fame mi stava ironicamente divorando.

"Venice.." Sento mormorare fuori dalla porta. Sono accucciata sul letto, a stringere lo stomaco con le mani. Era ora che si facesse vivo.

"Possiamo parlare?" Mi domanda. Poi picchia sulla porta un paio di volte, e non attende più una risposta. Entra nella camera buia. Io non posso vedere il suo volto, ma dalla luce alle sue spalle noto che fra le mani regge un vassoio e fra le sue gambe, entra di soppiatto pure Baxter.

"Ti ho portato qualcosa" dice piano, con un tono di voce dolce e delicato. Mi fa sentire una bambina, il che mi fa sentire a mia volta un'idiota.

Sul vassoio c'è un pezzo di pizza e pare anche bruciata, ma non ho intenzione di dire nulla ed annuire. Accende la luce fioca dell lampada sul comò al nostro fianco, e sospira guardandomi. Ed è evidente che nessuno dei due non ha la minima idea di cosa dire, ma continuamo a fissarci in silenzio scambiandoci chissà quanti messaggi taciuti.

"Ci sono i carciofi" mormoro a sguardo basso. Harry posa gli occhi sul trancio di pizza e poi di nuovo su di me.

"Non ti piacciono?"

Arriccio il naso in risposta ed Harry annuisce facendo una smorfia buffa. Incrocio le gambe e mi avvicino al vassoio, iniziando a sfilare carciofo per carciofo dalla pizza. Poi li ammonto tutti insieme in un angolo del vassoio. Prendo la pizza fra le mani e la provo, ed è davvero bruciata come credevo. Non dico niente, come avevo stabilito.

"Sei gentile" affermo.

"Tu mi piaci, Venice" sospira lui in risposta. Ed io smetto di masticare, reggendo pericolosamente il suo sguardo. Mi è difficile credere che possa essere onesto, perché non c'è nulla da farsi piacere in me. Non ha mai visto alcuna parte di me, perché dovrebbe sostenere che io gli piaccia?

"Non sono il tipo di persona che piace alla gente"

"Io ti sembro la gente?"

Sto per rispondere acidamente, quando sento qualcosa all'altezza della mia mano andare per il verso sbagliato. Lancio uno sguardo, e la bocca di Baxter sta letteralmente avvolgendo la mia mano e la pizza intera. Scaccio uno strillo e salto all'indietro, lasciandogli tutta la pizza che vuole. Il cane la divora in una frazione di secondo e se la mastica per bene, stravaccato in modo rilassato a terra. Io sono ancora scandalizzata, ed Harry sghignazza.

Potrei prenderlo a schiaffi sul braccio per divertirsi ad una scena a cui io credevo stessi per perdere una mano, ma non riesco a non trattenere una risata soffocata.

E quella sera nulla ci siam più detti. L'ho ringraziato per tutto quanto, prima di lasciarlo uscire con Baxter al seguito. Poi mi sono addormentata con gli occhi che bruciavano e il naso freddo, ma comunque senza un peso nello stomaco.

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