Slut + Fool

2.Ricatto.

"Se vuoi continuare a lavorare per me, sarà meglio che tu ti dia una mossa!"

Faccio scorrere velocemente con un pollice la home di Facebook sul mio cellulare, con sguardo annoiato. Inspiro un altro po' di fumo e poi lo rilascio nell'aria, mentre lancio uno sguardo a come procedono le lezioni settimanali di Jack. Noto lo sguardo addolorato di Julia, che ci sta provando con tutta sé stessa, ma non riesce a dare a Jack la lap-dance che tanto vuole dalle sue blondies. Già, perché dobbiamo essere anche spogliarelliste oltre che prostitute. No, non siamo affibbiate a qualche sporco club, ma Jack vuole che ognuna di noi sappia dare spettacolo quanto basta, per i clienti.

"Mi disgusta" commenta Jasmine sedendosi insieme a me al tavolo. Io faccio spallucce, non potrei dire niente senza rischiare che quel mostro di uomo possa sentirmi. Temo ogni suo singolo movimento.

"Vuoi?" mi domanda poi porgendomi un sacchetto di carta bianca. Annuisco frugandoci all'interno e ricavandoci una caramella rossa gommosa. La mastico continuando a leggere notizie sul mio cellulare. Io e Jas passiamo il tempo a commentare, mentre aspettiamo.

"Montgomery!" afferma all'improvviso l'uomo dai capelli scuri. Scatto in piedi, lasciando il mio telefono fra le mani di Jas. Compio un passo dopo l'altro in modo incerto, sistemandomi i capelli, raddrizzando il completo, assicurandomi di non avere il mascara colato.

Ho paura e sono imbarazzata. Ormai so che il trucco è semplicemente fare il tuo lavoro senza pensarci tanto, compiere tutto quello che ci si aspetta tu faccia con disinvoltura e non affrontare lo sguardo dell'uomo.

Quando mi metto a cavalcioni delle gambe di Jack, le ginocchia sono premute ai lati delle cosce. Mi sento morire dentro e sono probabilmente più che rossa in volto, se contiamo tutte le volte che forti onde di calore mi hanno assalito. Ruoto i fianchi, spingendo il sedere verso il basso. L'erezione di Jack preme contro di me ed avvampo ancora. Le sue mani si posano sui miei fianchi e lo noto portare indietro la testa socchiudendo gli occhi per qualche secondo, prima di puntarli fissi su di me. O meglio, sul mio bacino che continua imperterrito a muoversi in grembo a Jack.

So che non mi darà mai una fine, perciò mi fermo per conto mio. Mi fulmina con lo sguardo, ma strilla poi il cognome della prossima, mentre lancia un'occhiata alle quattro ragazze che stanno facendo esibizioni di prova sul palco di fronte a lui.

Torno da Jasmine a sguardo basso. Riacquistiamo il nostro vecchio discorso come nulla fosse successo, e sapere che questa per noi è quotidianità, mi uccide tutti i giorni.

"Ieri siamo state fortunate con quella festa, stasera non troveremo nessuno.." borbotta la mia amica dalla matita nera pesante. Non rispondo, perché sono troppo occupata a mordermi le labbra secche e pestare ripetutamente la sigaretta finita sotto le mie scarpe alte.

A dire il vero, dopo una bella manciata di minuti a vagare nella notte, ci decidiamo ad entrare in un bar, dove Jasmine sembra attirare l'attenzione di un cinquantenne che di fascino non ne aveva dovuto avere nemmeno a vent'anni. Jas mi scrive di incontrarci mezz'ora prima del ritorno al solito punto, mentre esce a braccetto con il brutto uomo.

Mi sento stranamente molto più carica d'energia della sera prima. Forse perché il barista mi ha offerto quel bicchiere in più, o forse perché credo di poter evitare di lavorare stanotte, o forse perché sono semplicemente diventata pazza.

Appoggio la testa sul bancone del locale e socchiudo gli occhi esausta. Oggi pomeriggio ho aiutato più del previsto ai grandi magazzini ed io sono sfinita. Inizio a rendermi conto che cinque ore scarse di sonno non mi possono più bastare.

Il sapore del fumo che danza sulla mia lingua mi da qualche attimo di sollievo, prima di rilasciarlo nell'aria fredda di quel tre febbraio. Vorrei che la tecnica del camminare possa veramente aiutarmi a riscaldarmi, ma le mie calze a rete e gonna corta non sembrano testimoniare.