14.Stronza

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VENICE

Non stava andando poi così male la mia 'pensione' in quel posto. Ho imparato a mettere da parte il mio orgoglio ormai, o quello che ne è rimasto, e a cercare di rendere invece tutto sotto un punto di vista decisamente migliore. Il lato positivo era che nessuno aveva ancora domandato di me al terzo piano, dopo un mese intero. Non mi lamento di certo, mi ritengo solamente fin troppo fortunata per poter svolgere i miei compiti senza il panico di dover raggiungere una di quelle stanze e scordarmi di essere un essere umano con dignità. Ho visto molte delle ragazze al mio fianco finirci, ed una di loro-Julie-ne è pure uscita in lacrime e una ferita sul labbro. Le regole sono niente ferite permanenti, e Jack odia chi non sopporta le regole, chi non rispetta le sue ragazze.

A distanza di dieci giorni Julie ha ancora un taglio sul labbro, e abbiamo sentito dire che l'uomo che glielo aveva procurato era stato pestato pesantemente da qualche scagnozzo spedito da Jack. Raccapricciante, ma confortante. Strano che influenza possa avere Jack su di noi, con quel suo modo prepotente di fare, ma comunque per la maggior parte delle volte con lo scopo di proteggerci.

"Oh, scusami Vì"

M'inchiodio nel bel mezzo del locale tenendo stretto il vassoio pieno di bicchieri di vetro, che hanno appena rischiato di finire a terra. Alzo lo sguardo verso Kyle, che mi sorride dispiaciuto.

"Non ti preoccupare" ricambio continuando a marciare verso il bancone.

Kyle dovrebbe lavorare solamente la mattina, ed è così da un bel po' di tempo. Non mi spiego il perché abbia insistito affinché potesse pulire i tavoli anche la sera. Insomma, chi mai vorrebbe intrattenersi più del dovuto in questa topaia senza vie d'uscita?

Noto con la coda dell'occhio il ragazzo biondo avvicinarsi, e prendo un bel respiro. La sua presenza mi rende nervosa, e non ne so il motivo. Ho constatato che possa trattarsi di una piccola cotta, ma sarebbe così stupido. Io sono persa per un uomo che io stessa ho abbandonato, e penso a lui ogni sacro santo giorno. Perché mai dovrei provare interesse per il primo che passa? Non sono mai stata così superficiale. Anche se Kyle non è il primo che mi è passato davanti. Kyle è gentile, simpatico, grande lavoratore e non è permaloso e lunatico come lo è Harry. Sì, forse mi piace, e forse dovrei tenermelo per me.

"Oggi il locale è vuoto" sospira lasciando uno straccio sul ripiano in legno nero lucidato. Faccio un cenno con il capo, tanto per non fare la completa figura dell'imbranata.

"Da quanto lavori qui?" mi domanda subito dopo, appoggiandosi con il gomito e sostenendo il capo. Sospiro e increspo le labbra, intenta a contare tutti i mesi trascorsi anche anni precedenti a sgobbare in quelle quattro mura.

"In tutto due anni circa"

"E non sei ancora stanca di questo posto?" arriccia il naso impressionato. Oh se sapessi quanto sono stufa di tutto questo caos. Non mi sembra nemmeno più di vivere regolarmente, sono semplicemente un oggetto che raramente vede la luce del sole. Probabilmente le uniche volte sono quando Jack manda due di noi a svolgere delle commissioni, o quando ci lascia un giorno libero al mese. Il mio prossimo dovrebbe essere domani, ma dove credo di andare? Uscirei di qui a congelare, e passerei il tempo a deprimermi guardando il volto di altre persone soddisfatte della loro esistenza.

"C'è di peggio" alzo spallucce, pavoneggiando un tono di strafottenza. Il cellulare gli vibra in tasca, e si scusa velocemente. Risponde a monosillabi a chiunque sia dall'altra parte dell'apparecchio e aggancia.

"Scusa, era mio fratello minore" sorride.

"Quanti anni ha?" domando interessata. Adoro i bambini.

"Uhm, nove fra poco. Tu hai fratelli?"

"No" scuoto la testa senza dare a vedere il mio evidente tono rattristato al fatto. Tutti dovrebbero avere dei fratelli o delle sorelle, sono le uniche persone sulle quali contare nella vita. Che crudeltà esserne priva.

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